Macchine automatiche per il confezionamento - 2018: il made in Italy cresce ancora

Secondo i dati forniti da Ucima il 1 luglio nel corso dell’assemblea annuale, il giro d’affari generato dai costruttori di macchine automatiche per il confezionamento registra nel 2018 un ulteriore incremento del 9,4% sul 2017 e raggiunge i 7,85 miliardi di Euro, confermandosi tra i settori più dinamici del made in Italy.

Primo per quota sull’export totale dei beni strumentali (24,4%), il comparto è costituito da 631 aziende dislocate principalmente lungo l’asse della via Emilia, da Milano a Rimini, con distretti produttivi anche in Piemonte, Veneto, Toscana: un settore che per livello tecnologico e presidio dei mercati si contende la leadership mondiale con la Germania, generando un quarto dell’export mondiale di macchine.
Parimenti importanti gli incrementi sul mercato domestico e su quelli internazionali: le vendite sul mercato nazionale sono infatti state pari a 1,6 miliardi di euro (+10,7% sul 2017) mentre quelle sui mercati esteri hanno superato i 6 miliardi di euro (6,2), con un tasso di crescita del 9%.

Risultati sui mercati internazionali. L’Unione Europea, si conferma la principale area di destinazione e assorbe il 38,1% (2.050 milioni di Euro) del fatturato totale. Al secondo posto si posiziona l’Asia (1.024 milioni di Euro, -8% sul 2017, e un’incidenza del 19% sul fatturato), seguita dal mercato nord americano con 741,3 milioni di Euro (13,8%) e un incremento del 25% sull’anno precedente. A determinare il risultato, le ottime performance negli Stati Uniti che assorbono oltre il 90% (676,4 milioni di euro) dell’export nell’area e sono cresciuti del 31%.
Seguono Centro-Sud America (552,7 milioni di Euro; 10,3%) con Messico e Brasile tra i mercati principali, Europa Extra-UE (518,6 milioni di Euro; 9,6%), con la Federazione Russa, 7° mercato di sbocco, Africa e Oceania (492,1 milioni di Euro; 9,1%).

I settori clienti. Nella suddivisione del fatturato tra i vari settori clienti, il 2018 conferma una predominanza dell’industria alimentare (food e beverage), che incide per il 55,3% sul volume d’affari complessivo. Prevale il food (29,2% del fatturato globale con 2.293 milioni di euro) con una propensione all’export del 72%. Il beverage si colloca al secondo posto, assorbendo il 26,1% del fatturato totale. Le vendite in questo settore sono destinate ai mercati esteri per l’82%.
Segue il settore “Altro” (macchine per il tabacco, tissue, ecc.), a quota 1.584 milioni di Euro (20,1% del totale), con una propensione esportativa dell’86%, e quindi il settore farmaceutico con 1.360 milioni di Euro (17,3% del totale), realizzato per il 79% sui mercati stranieri e che ha fatto registrare gli incrementi maggiori.
Chiudono la graduatoria i comparti chimico e cosmetico, con fatturato rispettivamente di 291 e 284 milioni di Euro, e tra le minori percentuali di export, pari per entrambi al 75%.

Previsioni 2019. «La battuta d’arresto registrata nei primi tre mesi dell’anno nella raccolta ordini ci fa essere molto prudenti nel far previsioni sull’anno in corso - ha dichiara il Presidente di Ucima, Enrico Aureli -  anche in considerazione della volatilità in essere nei vari mercati e il continuo cambiamento delle condizioni geo-politiche in molti Paesi. Visto però il miglioramento della raccolta ordini nel secondo trimestre, prevediamo il mantenimento degli ottimi livelli di business raggiunti lo scorso anno o un lieve incremento».

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