Le confezioni farmaceutiche
Trend di mercato, nuove modalità di distribuzione e confezionamento delle diverse forme farmaceutiche (con riferimento alla sola area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia). Barbara Iascone
Il settore farmaceutico è, da sempre, una delle aree manifatturiere più complesse da interpretare e analizzare, dato che segue principi e regole del tutto propri. Le motivazioni sono molteplici. Anzitutto va considerato che questo comparto presenta, al proprio interno, un numero elevato di “sottomercati”, che derivano dalla diversità dei farmaci prodotti, peraltro non sostituibili l’uno con l’altro (un anti-infiammatorio non può essere ovviamente sostituito da un antibiotico); in pratica ogni tipologia di medicinale rappresenta una sorta di micromondo a sé stante. Altro elemento da considerare è l’azione dello Stato, che in Italia agisce sia come attore economico ma anche, e soprattutto, come regolatore e garante della salute pubblica. C’è poi il “fattore intermediazione” a opera dei medici, che prescrivono un farmaco rispetto a un altro tenendo in debito conto i possibili effetti collaterali che potrebbero manifestarsi a seconda dello stato di salute di ogni paziente.
Per quanto riguarda i canali di distribuzione, ormai da diversi anni, i prodotti farmaceutici non vengono più venduti solo ed esclusivamente attraverso le farmacie e gli ospedali; infatti l’intera categoria dei farmaci da banco (per i quali non è necessaria la ricetta,) può essere venduta tramite la GD, le erboristerie e le parafarmacie, accanto alle quali, ultimamente, si sta sviluppando anche la vendita di famaci online.
Andamento del comparto
Secondo Prometeia, il settore farmaceutico nella sua globalità - OTC e prodotti da banco, inclusi gli ospedalieri e farmaci veterinari - ha espresso nel 2017 una crescita del fatturato a prezzi correnti di circa il 4%.
Nel biennio ’18-’19 dovrebbe confermarsi il trend positivo, anche se a ritmi più rallentati.
Anche per l’ISTAT la produzione di farmaci nel 2017 registra un trend positivo, con una percentuale di crescita del 7%.
Secondo le analisi di Federfarma, la spesa farmaceutica convenzionata (escludendo i farmaci a uso veterinario) registra una crescita dello 0,7% (i dati disponibili si riferiscono ai primi sei mesi del 2017). Tale crescita però si riferisce all’aumento del valore medio netto delle ricette, il cui numero decresce dello 0,6%.
Anche le confezioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale sono in calo (0,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I numeri del confezionamento: quantità e consumi
Le confezioni commercializzate possono essere ripartite nel seguente modo:
l’86% circa va ascritto ai prodotti etici delle classi A, B e C (con riferimento alla ripartizione del Ministero della Sanità), il 2% circa ad altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e il 12% ai farmaci da banco, tendenzialmente in aumento.
La nostra analisi relativa al mix del packaging del mercato italiano dei farmaci prende in esame soltanto l’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia, con prescrizione medica, escludendo quindi i farmaci a uso ospedaliero e a uso veterinario.
Si valuta che l’area analizzata abbia espresso nel 2017 un mercato pari a circa 1.989 milioni di confezioni, con riferimento al solo imballaggio primario; sono quindi esclusi dalla stima gli astucci di cartoncino, il bugiardino descrittivo ed eventuali accessori utilizzati per l’erogazione del farmaco.
Ragionando in termini di peso, le confezioni prodotte in Italia nel 2017 hanno raggiunto le 50.500 t circa, a cui vanno però aggiunti gli astucci di cartoncino per l’imballaggio secondario. In questo caso, si arriva quindi a un totale di circa 90.000 t, che risultano in calo dell’1% rispetto al 2016.
Se analizziamo il trend a partire dal 2000 fino al 2017, i consumi espressi in termini di pezzi (numero di confezioni di farmaci etici e OTC) fanno rilevare un tasso di crescita del 1,4% medio annuo.
Le funzioni e le forme del packaging
Il confezionamento di un farmaco è un’attività molto delicata e complessa, in relazione ai molteplici “compiti” che il packaging è chiamato ad assolvere:
- deve proteggere il prodotto;
- deve assicurare l’assenza di interazioni negative tra contenitore e farmaco;
- deve facilitare e rendere funzionale l’uso del farmaco;
- deve impedire la manomissione e gli usi impropri del prodotto, ad esempio da parte dei bambini.
Quest’ultimo aspetto assumerà un’importanza sempre maggiore, soprattutto in virtù della normativa europea del 2019 relativa agli astucci dei farmaci antimanomissione, che esprime un’attenzione particolare ai bambini appunto. Molte aziende si sono già adoperate in tal senso, depositando brevetti, e l’Italia risulta molto attiva, visto il numero di brevetti nazionali registrati.
La scelta dell’imballaggio è strettamente legata alla tipologia di medicinale (liquido, solido, spray, in pillole, in polvere, in crema, ecc.), ma anche alle caratteristiche delle sostanze presenti nel farmaco stesso.
Non a caso, anche la confezione di un nuovo farmaco deve essere approvata dal Ministero della sanità e, proprio a causa di questo iter, la composizione del mix del packaging, in quest’area di mercato, è da sempre caratterizzata da una certa stabilità.
Dall’analisi dei dati 2017, il 64% dei medicinali etici e OTC venduti in farmacia risulta essere in forma solida (compresi granulari, compresse), il 30% in forma liquida e il 6% in altre forme (creme, gel, schiume, trans-dermici, ecc.).
Sempre più rilevante, infine, la funzione del packaging come strumento di marketing, soprattutto in relazione all’aumento dei farmaci da banco venduti presso la distribuzione moderna.
Il mix del packaging: forme farmaceutiche e materiali
Forme farmaceutiche: caratteristiche
Se segmentiamo l’area dei prodotti farmaceutici per tipologia, troviamo i prodotti liquidi, i prodotti solidi e i prodotti in crema/gel/schiuma.
Prodotti liquidi. Si tratta di farmaci liquidi a uso orale, farmaci iniettabili e farmaci non bevibili (in prevalenza oftalmici).
In relazione alla prima categoria, il mix del packaging si suddivide fra vetro (62%) e flaconi in plastica (35%); il restante 3% è rappresentato da bustine in materiale accoppiato.
I medicinali liquidi iniettabili sono confezionati esclusivamente in vetro, mentre i prodotti in crema/gel/schiuma sono per il 93% in flaconcini di plastica, il 5% in bustine di materiale accoppiato e il 2% in flaconcini di vetro.
Prodotti solidi. Partendo dai farmaci per uso orale (granuli, compresse, confetti, ecc.), il mix del packaging risulta così composto: 92% blister in ALL/PVC o ALL/ALL; la parte restante è ripartita tra bustine di poliaccoppiato (4,5%), flaconi di plastica (2%), tubetti rigidi di alluminio (1%) e flaconcini di vetro (0,5%).
Altre tipologie di prodotti. Creme, pomate, gel o schiume sono confezionate per il 66% in tubetti di alluminio, il 24% in tubetti in plastica e il 10% in bustine in materiale accoppiato.
Materiali e imballaggi: i numeri
Riportiamo le informazioni sul mix dei materiali, sulla base delle rilevazioni 2017 dell’Istituto italiano Imballaggio, con riferimento al packaging primario delle principali forme farmaceutiche.
• Alluminio. Si conferma il materiale “leader” del settore con il 60,7% di share, dove solo i blisterati rappresentano il 55,8% del totale confezionato.
Il resto degli imballaggi di alluminio è rappresentato da tubetti flessibili e rigidi che, insieme, raggiungono il 3,8% del totale, seguiti dalle bombolette spray con 1% di share.
• Vetro. Fiale, flaconcini e flaconi rappresentano il 20,2% del totale delle confezioni, ormai stabili da qualche anno.
I flaconcini per prodotti bevili rappresentano il 44% delle confezioni in vetro, cui seguono i flaconcini per prodotti iniettabili con il 30,6% e i flaconi per sciroppi al 25%. I flaconcini di vetro per prodotti oftalmici risultano essere intorno allo 0,4%, scalzati dalla plastica, ormai preminente nella categoria.
• Plastica. I farmaci confezionati in flaconi, tubetti flessibili ecc. di plastica hanno continuato a segnare un lento ma progressivo sviluppo; nel 2017 hanno raggiunto quota 18,8%.
• Carta. I contenitori di cartoncino spiralato per prodotti farmaceutici granulari rappresentano lo 0,2% del mercato.
Packaging secondario, da trasporto e chiusure. Oltre agli imballaggi primari, il confezionamento dei farmaci contempla anche imballaggi secondari (astucci di cartoncino) e imballaggi da trasporto (casse di cartone ondulato, pallet, film estensibile ecc.).
Tutti i farmaci etici e otc venduti in farmacia prevedono l’impiego di scatole di cartoncino, che contengono il medicinale, il “bugiardino” ed eventuali accessori atti all’erogazione del farmaco stesso. In questo caso, si valuta che, nel 2017, le confezioni si siano attestate intorno alle 39.678 t.
Diamo anche un breve cenno alle chiusure degli imballaggi primari, suddivise tra chiusure di alluminio (55%) e di plastica (45%).
Secondo le valutazioni dell’Istituto Italiano Imballaggio il totale di packaging in termini di tonnellate - inclusi imballaggi primari, secondari, da trasporto, chiusure ed etichette - si aggira intorno alle 113.000 t.
Barbara Iascone
Istituto Italiano imballaggio