La produzione di imballaggi nel 2012

Secondo la nota diffusa a metà gennaio 2013 dall’Istituto italiano Imballaggio, il settore del packaging - che, come noto, di solito meno risente dei periodi di crisi rispetto ad altri comparti dell’industria manifatturiera - non ha chiuso positivamente il 2012.

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La produzione globale di imballaggi in peso segna infatti una contrazione del 3 - 4% e le esportazioni evidenziano un arretramento del 2,8 - 3%; risultano in lieve aumento, invece, le importazioni, ma la domanda interna segna un calo del 3 - 3,5%.

La contrazione della produzione, espressa in peso, ha interessato quasi tutte le filiere: -4,5% gli imballaggi di acciaio, -1% imballaggi di alluminio, -4% i cellulosici, -2,2% gli imballaggi cellulosici poliaccoppiati, -2,6% gli imballaggi di plastica, -3,9% i contenitori di vetro, -3,8% l’area degli imballaggi di legno.   
Si segnala una sostanziale riconferma dei valori del 2011 per gli imballaggi flessibili da converter, dopo un lungo periodo di progressivo sviluppo.

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Per quanto riguarda il fatturato, si stima che il 2012 si sia chiuso con un incremento del 5-7% rispetto al 2011. Questo dato è stato ricavata dall’analisi dei trend di tre indicatori, più precisamente: principali componenti di costo dell’industria manifatturiera del 2012 rispetto al 2011; il rapporto domanda - offerta nel corso del 2012; il tasso di inflazione.
L'Istituto fornisce in dettaglio le componenti di costo globale della produzione di imballaggi nel 2012: +2,1% (+4,5% materie prime, +1,2% servizi e +1,3% mano d’opera) che nel 2011 era aumentato del 4,6% (fonte Prometeia).

NOTA ECONOMICA. Gli ultimi indicatori economici segnalano che il 2012, secondo un primo consuntivo, è contraddistinto dall’accentuazione della recessione iniziata nel corso del quarto trimestre del 2011. Il settore manifatturiero vede diminuire sia l’attività produttiva che l’acquisizione di nuovi ordini. Per l’Italia la ripresa purtroppo sembra allontanarsi, la domanda interna presenta flessioni superiori a quanto ipotizzato a inizio anno e le esportazioni hanno perduto slancio.
Secondo le periodiche analisi effettuate da Confindustria, l’economia italiana conclude quindi il 2012 in netta recessione senza che si avvertano segnali di inversione di tendenza, nel breve periodo. Le previsioni di chiusura indicano infatti un arretramento del PIL pari al 2,4/2,6% e slitta in avanti, almeno fino a fine 2013 o inizio 2014, la possibilità di un lento cambiamento di rotta. Analogo trend negativo si evidenzia anche per il settore  manifatturiero italiano che ha infatti concluso il 2012 con un attività produttiva in recessione del 5,3% e una prospettiva di ripresa, secondo la valutazione di Prometeia, rimandata a fine 2013 - inizio 2014.
 

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