Il futuro del packaging? Cooperazione di filiera e sostenibilità
Cama, Baumer, Zacmi, Clevertech, Tosa, Opem - aziende che hanno dato vita alla piattaforma Smart Packaging Hub - si sono incontrate dal vivo a Cibus Tec Forum, contribuendo ad animare il confronto sulle tendenze emergenti in fatto di imballaggio, distribuzione e ambiente.
M. Costanza Candi
Un workshop dal virtuale al reale.
Obiettivo: aprire un dialogo tra i sei costruttori di macchine dello Smart Packaging Hub e l’utilizzatore finale - chiamato ad affrontare nel quotidiano le sfide del mercato Food & Beverage dal punto di vista dell’imballaggio.
Il workshop ha analizzato i cambiamenti nella distribuzione dei prodotti e la conseguente richiesta dei diversi tipi di packaging per l’e-commerce e la GDO. Ha preso in esame i prodotti premium, analizzandone l’evoluzione, ma anche i prodotti ready to consume, la sostenibilità e i plant base drink fino ad arrivare al confezionamento del caffè. Non sono mancate ovviamente le riflessioni su quanto le istanze ambientali, la riciclabilità dei materiali, l’evoluzione della plastica e dei nuovi sistemi di palettizzazione stiano incidendo sulla progettazione delle macchine e sul business delle aziende.
L’occasione di animare il panel “L'industria del packaging: cosa c'è di nuovo e cosa c'è all'orizzonte? Il punto di vista dei costruttori” (25 ottobre, Parma, Cibus Tec Forum) è stata colta al volo dal gruppo di aziende che compongono lo Smart Packaging Hub e che, da anni, perseguono l’idea della collaborazione come leva di sviluppo del business in una logica di filiera. Un’esperienza, la loro, partita da una chiacchiera al caffè ed evoluta poi nella piattaforma digitale SPH, “luogo di incontro virtuale dove discutere di progetti innovativi per il food & beverage e approfondire temi tecnologici con esperti di settore”.
Nell’insieme, Cama, Baumer, Zacmi, Clevertech, Tosa, Opem compongono una realtà composita, che oggi conta 400 milioni di fatturato, il 90% del quale realizzato in export, 1200 macchine consegnate ogni anno, 2000 addetti e oltre il 5% investito in R&D.
A latere del workshop (di cui riportiamo un breve estratto nel box), ItaliaImballaggio ha incontrato Cristian Sala e Paola Fraschini, rispettivamente Sales Executive Manager e Marketing Manager di CAMA Group - promotore e leader del progetto SPH fin dalle prime battute - che hanno tirato le fila della discussione.
«Abbiamo declinato le tendenze del packaging secondario, analizzando i trend e le direttrici su cui si sviluppano» esordisce Cristian Sala. «Vista l’ampiezza e la varietà di applicazioni del packaging secondario, è impossibile definirle tutte; ecco perché siamo partiti dalla considerazione che il packaging è nato come mezzo di protezione e funzionale al movimento delle merci dalla fabbrica allo scaffale, mentre oggi convoglia concetti diversi, dal marketing all’informazione sul prodotto, assumendo significati che una volta non aveva. Abbiamo inoltre declinato i concetti di sostenibilità, che per noi di CAMA, significa utilizzare materiali durevoli o recuperabili. Indicativo il dato che deriva da una recente ricerca, dove si parla di scarto nell’alimentare, il 64% del quale deriva dalla confezione. Guardando ai materiali, ricordo che CAMA opera da sempre nel mondo del cartone e del cartone ondulato e oggi in misura minore, plastica biodegradabile. L’investimento tecnologico è quindi costante, specialmente per le criticità che la carta e le sue varietà portano durante la fase produttiva. Anche i vincoli dei regolamenti internazionali impongono step sempre più serrati, con cui le aziende devono confrontarsi. Il packaging infatti è un tema sempre più complesso che include la comunicazione di valori e concetti, lo sviluppo tecnico e tecnologico, il rispetto della dimensione normativa. L’evoluzione del settore è quindi legata all’interazione tra richieste dei clienti, propensione all’innovazione e spinte regolatorie».
«Il network che abbiamo creato - prosegue Paola Fraschini - risponde alla necessità di offrire una prospettiva di filiera alle sempre più complesse richieste del mercato. Lo Smart Packaging Hub è nato in tempo di pandemia, quando non era possibile incontrarsi in presenza: un team di aziende che si conoscevano da tempo si sono dunque riunite in una piattaforma virtuale, con solide basi nella realtà. Con l’accesso alla piattaforma, infatti, è possibile conoscere l’offerta tecnologica di ogni singola azienda e seguire una serie di eventi virtuali che, a Cibus Tec, sono usciti dall’ambiente digitale proponendo al pubblico professionale di Parma un workshop live, per offrire una visione dello stato dell’arte partendo dal percorso e indicando dove vogliamo andare. L’idea è che la piattaforma rimanga viva e prosegua la sua attività nel tempo, con contenuti di valore, guide, white paper che permettano di integrare il progetto editoriale con le competenze delle aziende coinvolte. Il progetto ci permette di offrire un servizio chiavi in mano a clienti e prospect, che parte dalla progettazione e arriva alla lavorazione del prodotto primario fino al terziario, dove un’azienda può fare da capo commessa seguendo il progetto completo fino all’utilizzatore finale».