Gli imballaggi metallici (2015)

Importante componente del mercato del packaging, gli imballaggi di acciaio e alluminio sono costantemente caratterizzati dall’innovazione che ne migliora le prestazioni. Dati e fatti di un comparto.

Inviolabilità, assoluta barriera agli agenti esterni (come la luce, causa di alterazioni organolettiche) per la migliore conservabilità e perfetta riciclabilità: questi i punti di forza dell’imballaggio metallico.
Nel corso del tempo gli imballaggi di metallo sono stati oggetto di innovazioni particolarmente significative: ricordiamo la produzione delle lattine in due pezzi al posto di tre, la riduzione del peso medio a parità di prestazioni, il miglioramento della grafica.
Nella categoria packaging, rientrano diverse famiglie di chiusure (tappi corona, capsule twist off, capsule a vite e coperchi easy peel).
La gamma di prodotti confezionati è ampia: si spazia infatti dagli alimenti (cibo e bevande) al non food, in particolare prodotti chimici, cosmesi-profumeria e specialità farmaceutiche.

Dimensioni e caratteristiche del mercato italiano
Il costo dell’alluminio è superiore a quello dell’acciaio e, per questa ragione, non è utilizzato per produrre contenitori con capacità superiori al mezzo kg. Domina per contro nelle vaschette, capsule per bottiglie film da incarto ecc.
A livello globale, nel 2014 (stando all’ultimo dato ufficiale elaborato dall’Istituto Italiano Imballaggio) la filiera degli imballaggi metallici (acciaio + alluminio)  presenta il seguente bilancio: produzione 958 t/000, esportazione 329 t/000, importazioni 47 t/000 e consumo apparente 670 t/000.
Secondo una prima valutazione messa a punto dall’Istituto, il 2015 dovrebbe esprimere una crescita produttiva del 3% circa, determinata dal buon esito sia della domanda interna che delle esportazioni.

Imballaggi di acciaio
Riflesso di una crisi economica perdurante, fino al 2013 la produzione italiana di imballaggi di acciaio ha segnato una flessione del 2,7% medio annuo, con riferimento ai dati espressi in quantità.
A partire dal 2014, la produzione ha evidenziato un recupero progressivo: +3% nel 2014, cui ha fatto seguito un rafforzamento della ripresa intorno al 2,6-2,8% nel 2015 (preconsuntivo). Si ritiene che il dato 2015 derivi essenzialmente dalle esportazioni (3-3,5%) e da un consumo interno che dovrebbe avere segnato una crescita del 2,5-2,7%.
Due sono le aree tipologiche: imballaggi di banda stagnata e fusti di acciaio di elevate dimensioni (50 l di capacità).

Banda stagnata. L’area degli imballaggi in banda stagnata ha espresso nel 2014 una produzione pari a 663 t/000 (+2% rispetto al 2013). Si valuta che il 2015 dovrebbe avere segnato un +2,5%.
All’area afferiscono diverse tipologie di packaging, di cui la più importante in termini quantitativi è quella dell’open top, destinato al confezionamento degli alimenti (41% sul globale, di cui il 53% utilizzato per i derivati del pomidoro).
Altrettanto importante è l’area del general line (27%), ossia gli imballaggi destinati al comparto chimico-petrolifero e impiegati per confezionare pitture, lubrificanti,  inchiostri ecc.
L’olio alimentare (di oliva e di semi) assorbe circa il 3% della produzione di contenitori di banda stagnata. Le chiusure (tappi corona e capsule) rappresentano il 14,6%, confermando la significativa e storica inclinazione all’export (mediamente circa il 60-70% della produzione).
Un’altra importante area è quella delle bombolette spray, con uno share all’8%. La loro partecipazione al mercato è sostanzialmente stabile, ma la produzione dipende sempre più dalle esportazioni poiché, per quanto concerne le vendite sul mercato interno, l’orientamento espresso da uno dei principali settori di sbocco - la cosmesi - è tendenzialmente verso la soluzione “alluminio”.
Il restante 6,4% degli imballaggi di banda stagnata è costituito dalle cosidddette scatole “fantasia” (contenitori per biscotti, cioccolatini, per palle da tennis ecc.) e alla produzione di semilavorati (fogli litografati e coperchi destinati all’esportazione).

Fusti di acciaio di elevate dimensioni. Ricordiamo che nel 2014 la produzione è stata di 102 t/000, segnando un +9,7%, determinato essenzialmente dallo sviluppo dell’export del 9%.
Secondo una prima valutazione, anche il 2015 dovrebbe essere caratterizzato da un ulteriore incremento produttivo del 2-3% circa (anche in questo caso è l’export è determinante). Le importazioni sono sostanzialmente assenti.
I fusti sono utilizzati per il 70% circa nel settore chimico-petrolifero e per il restante 30% nella movimentazione dei semi prodotti alimentari o nel trasporto di prodotti all’industria (è il caso dell’olio alimentare). Le capacità variano tra 100 a 300 kg, ma la gamma più diffusa è quella compresa tra i 185 a 250 l con una netta prevalenza della capacità da 200 litri.
I fusti sono fabbricati in lamierino di acciaio di elevato spessore, superiore a 0,49 mm, senza rivestimento di stagno ma protetto da adeguata verniciatura interna ed esterna.

Imballaggi di alluminio  
L’alluminio destinato alla produzione di imballaggi comprende il can stock (lattine per bevande), il foil stock (foglio sottile e capsule), il can body (corpi scatola per food) e le pastiglie (bombolette).
Le leghe che compongono i diversi prodotti sono innumerevoli e variano a seconda delle tipologie di produzione e dei diversi impieghi.
Secondo la fonte “Imballaggio in cifre”, il 2014 si è concluso con un fatturato in crescita dell’8,6% e una produzione, espressa in peso, in crescita dell’8,7%.
Sempre con riferimento alle quantità, il commercio estero ha segnato uno sviluppo dell’ 8% per le esportazioni e del 4,7% per le importazioni. La domanda interna ha evidenziato uno sviluppo del 6%.
Il primo preconsuntivo 2015 parla di una produzione in crescita del 5-7%, guidata dallo sviluppo delle esportazioni (9-11% circa) e da una domanda interna orientativamente in crescita del 3-4%.

Nell’ultimo decennio il settore degli imballaggi di alluminio ha evidenziato un tasso di sviluppo del 3% medio annuo, con riferimento all’attività espressa in peso.
Nel corso degli anni la messa a punto di leghe particolari ha consentito di raggiungere spessori molto sottili: l’alluminio ha quindi avuto maggiori possibilità crescere in ambito packaging, potendo essere impiegato sia nella produzione di contenitori sia nel settore degli imballaggi flessibili da converter.
Il mix tra le diverse famiglie di laminati di alluminio destinato alla produzione di imballaggi è il seguente: foglio sottile (inferiore 200 micron), can stock e pastiglie.
L’attuale struttura produttiva degli imballaggi di alluminio presenta la seguente ripartizione, con riferimento alla produzione espressa in tonnellate:
- contenitori 31,8% (lattine per bevande, scatolette per food, bombolette spray e tubetti flessibili);
- chiusure 10,9%;
- vaschette per alimenti 10%;
- foglio sottile da incarto 5%;
- foglio da converter 40%;
- altro 2,3%.
Se prendiamo a riferimento la produzione, l’area dei contenitori è per il 66%  costituita da lattine per bevande, per il 16% da scatolette per il food (prodotti ittici, carne, pet food ecc.), per il 17% a cosmesi e farmaci, altro 1%.                                       

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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