Gli imballaggi metallici (2013)

DATI E FATTI Dimensioni del mercato italiano, prospettive, innovazioni e miglioramenti nelle prestazioni degli imballaggi di acciaio e alluminio destinati al food e al non food. Plinio Iascone

Imballaggi di lungo corso, i metallici: l’impiego dell’acciaio (banda stagnata) inizia ai primi dell’Ottocento, mentre il ricorso all’alluminio è datato a “fine Ottocento”.

Imballaggi di acciaio
La produzione italiana di imballaggi di acciaio nel 2012 ha subito una flessione del 5,3% (751.000 t), a fronte di un fatturato pari a 1.460 Mln di euro, in crescita del 3,5% rispetto al 2011.
Tra il 2000 e il 2007 - anno antecedente la crisi economica globale - il comparto evidenziava una sostanziale stabilità produttiva (dati riferiti alle tonnellate).
Considerando la sensibile riduzione del peso medio, pari a circa il 30%, che ha interessato le varie categorie di imballaggi in acciaio, il tasso di sviluppo reale si colloca intorno all’1% medio annuo.
Secondo un primo preconsuntivo, il 2013 sembra essersi concluso con una domanda interna in contrazione del 3-4%, un arretramento del 17% circa delle importazioni e un incremento del 4% circa delle esportazioni. La produzione dovrebbe avere concluso l’anno con una flessione del 2% circa.
Gli imballaggi di acciaio possono essere suddivisi in due aree: imballaggi di banda stagnata e fusti di acciaio di elevate dimensioni.

Banda stagnata. In quest’area, la produzione 2012 è stata pari a 656.000 tonnellate. A seconda dei settori di destinazione, questi imballaggi possono essere distinti in diverse categorie.
L’area più importante in termini quantitativi è quella degli open top (imballaggi destinati al confezionamento degli alimenti), che rappresenta il 44%: sono destinati al settore delle conserve alimentari (vegetali, ittiche, pet food, olio di oliva e semi ecc.). A seguire, sempre in termine di quantità prodotte, troviamo gli imballaggi “general line”, ossia i prodotti destinati all’area chimica - petrolifera (26%), impiegati per contenere pitture, lubrificanti, inchiostri ecc.
Altra area di applicazione è quella delle chiusure, tappi corona e capsule twist off che, globalmente, risulta al 14,7%. Per il 60-70%, le chiusure sono storicamente destinate all’esportazione.
Le bombolette spray presentano uno share del 4%, mentre il restante 11,3% degli imballaggi di banda stagnata è costituito dai contenitori destinati alle scatole “fantasia”(contenitori per biscotti, cioccolatini, per palle da tennis ecc.) nonché alla produzione di semilavorati (fogli litografati e coperchi destinati all’esportazione).

Lamierino. Nel 2012 l’area dei fusti di acciaio di elevate dimensioni (qui la materia prima è il lamierino a freddo non rivestito di stagno) ha espresso una produzione pari a circa 95.000 t, in calo del 5% rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni hanno concluso l’anno sostanzialmente sui livelli raggiunti nel 2011. Le importazioni continuano a evidenziare quantitativi molto modesti.
La domanda interna si è collocata su 86.000 t, in arretramento del 6,5% rispetto al 2011. La tipologia di fusti a maggiore diffusione (60%) è quella da 200 kg di capacità. Le altre tipologie di fusti sono essenzialmente quelli da 100 e 300 kg di capacità. I fusti vengono impiegati essenzialmente nel settore chimico e in ambito alimentare; in quest’ultimo caso il loro utilizzo riguarda lo stoccaggio dei prodotti in attesa del confezionamento da inviare alla distribuzione.

Imballaggi di alluminio
Anche per l’imballaggio di alluminio il 2012 è stato un anno difficile: una produzione in flessione del 3% e con un fatturato pari a 2.390 Mln di euro, in crescita del 4% rispetto al 2011.
Nell’ultimo decennio il settore degli imballaggi di alluminio ha evidenziato un tasso di sviluppo del 2,5% medio annuo con riferimento all’attività espressa in peso.
Considerando la riduzione del peso medio di diverse tipologie di imballaggi, si ritiene che il tasso di sviluppo possa posizionarsi intorno 3,5% medio annuo.
Nel corso degli anni la messa a punto di leghe particolari ha consentito di raggiungere spessori molto sottili, che hanno permesso svariate e nuove applicazioni in ambito “packaging”, sia in relazione ai contenitori sia nel settore degli imballaggi flessibili da converter.
Il mix tra le diverse famiglie di laminati di alluminio destinato alla produzione di imballaggi è il seguente: foglio sottile (inferiore a 200 micron), can stock e pastiglie.
L’alluminio utilizzato per produrre imballaggi, in particolare, comprende:
- il can stock, utilizzato nella produzione di lattine per bevande;
- il foil stock, impiegato sia nella produzione del foglio sottile sia in quella di capsule;
- il can body per corpi scatola per food;
- le pastiglie impiegate per le bombolette.
Le leghe che compongono i diversi prodotti sonno innumerevoli e variano a seconda delle tipologie di produzione e dei diversi impieghi. Nel 2012 la produzione italiana di imballaggi di alluminio ha raggiunto 170.300 tonnellate, di cui 103.000 t di contenitori, chiusure, vaschette e foglio per incarto industriale e 67.300 t di foglio sottile per converter.
Le esportazioni presentano quote importanti, coprendo circa il 49% della produzione. Le importazioni coprono invece il 25% del consumo.
Con riferimento alla produzione di imballaggi espressa in tonnellate, si rilevano le seguenti ripartizioni:
- contenitori 21% (lattine per bevande, scatolette per food, bombolette spray e tubetti flessibili);
- chiusure 12,5%;
- vaschette per alimenti 9%;
- foglio sottile da incarto 14,6%;
- foglio da converter 39%;
- altro 3,9%.
L’area dei contenitori, con riferimento alla produzione, per il 61% è costituita da lattine per bevande, il 15% da scatolette destinate al confezionamento del food (prodotti ittici, carne pet food ecc.), 12% tubetti flessibili e 12% bombolette aerosol.
Un primo preconsuntivo 2013 ipotizza che gli imballaggi di alluminio abbiano concluso l’anno con una flessione produttiva del 4-5%, determinata essenzialmente dal netto calo delle esportazioni a fronte di una lieve crescita delle importazioni. In crescita, seppur contenuta, anche la domanda interna, attestata all’1-1,5%.                                   

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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