Gli imballaggi metallici (2012)

ACCIAIO E ALLUMINIO Con 925.000 t di imballaggi prodotti, l’Italia si colloca ai primi posti della classifica europea. Dimensioni del mercato, settori di utilizzo e caratteristiche dei formati.

Valutato da Pira in 470 miliardi di dollari, il mercato mondiale degli imballaggi vede gli imballaggi di acciaio e alluminio occupare una quota del 16% circa, pari a 80 miliardi di euro e con un trend di sviluppo dell’1,2-1,3% medio annuo. Sempre con riferimento alle elaborazioni di Pira, la produzione di imballaggi metallici è localizzata per il 28% in nord America (Canada e USA), per il 24% nella UE, per il 28% in Asia (dove primeggiano Giappone e Cina); il restante 20% interessa altre aree geografiche. Asia, Sud America e Russia presentano invece i tassi di sviluppo maggiori.

Il mercato italiano
Nel 2012 l’Italia ha prodotto 925.000 t di imballaggi metallici, e si attesta così ai primi posti in ambito europeo (24% circa), ribadendo tra l’altro l’importanza della categoria merceologica a livello nazionale.
Innumerevoli le innovazioni che hanno segnato la vita di questi imballaggi, in termini sia di diffusione settoriale che tecnologici; a questo proposito, ricordiamo la sensibile riduzione del peso medio, resa possibile dalla progressiva riduzione degli spessori sia del laminato di acciaio che di quello di alluminio, la realizzazione delle aperture easy open nonché i progressi nelle tecniche di litografia che, nel tempo, hanno consentito di realizzare vere opere d’arte.

Imballaggi di acciaio: dimensioni e caratteristiche del mercato
A causa della crisi economica generale, nel 2012 la produzione italiana di imballaggi di acciaio ha subito una flessione del 4,5% (757.000 t); quindi, basandosi sulle prime stime di preconsuntivo,  l’incremento sul fatturato 2011 (1.410 mln di euro) non dovrebbe superare il 2-4%.
Tra il 2000 e il 2007 il comparto evidenziava una sostanziale stabilità produttiva (dati riferiti alle tonnellate); se consideriamo la sensibile riduzione del peso medio (30% circa) che ha interessato le varie categorie di imballaggi di acciaio, il tasso di sviluppo reale si colloca intorno all’1% medio annuo.
Dal 2008 al preconsuntivo 2012 gli imballaggi in acciaio hanno segnato invece un arretramento del 4% medio annuo.
Con la ripresa dell’industria manifatturiera si ritiene che il settore potrebbe esprimere un trend di sviluppo intorno all’1-1,5% medio annuo.
Gli imballaggi in acciaio sono suddivisi in imballaggi di banda stagnata e fusti di acciaio di elevate dimensioni.

Banda stagnata. A preconsuntivo, l’area degli imballaggi di banda stagnata, nel 2012, ha espresso una produzione di 663.000 t, per il 65% destinato al mercato interno, e per il 35% all’export (il flusso delle importazioni è contenuto).
Diverse le “sotto” categorie, a seconda dei settori di applicazione:
- in termini quantitativi, la categoria degli open top è la più rilevante (40%), impiegata nel settore delle conserve alimentari (conserve vegetali, conserve ittiche, pet food ecc.);
- a seguire, troviamo gli imballaggi “general line”, ossia i prodotti destinati all’area chimica-petrolifera (27%), utilizzati nel confezionamento di pitture, lubrificanti, inchiostri ecc.;
- a livello globale, le chiusure, i tappi corona e le capsule twist off occupano il 15%. Da notare che il 60-70% delle chiusure è destinato all’esportazione.
- il restante 18% è costituito dai contenitori destinati al confezionamento dell’olio alimentare (oliva e semi), dalle bombolette spray e dalle scatole “fantasia” (contenitori per biscotti e cioccolatini, per palle da tennis ecc.).

Fusti di elevate dimensioni. La materia prima utilizzata in questo caso è il lamierino a freddo non rivestito di stagno; nel 2012 l’area ha espresso una produzione di 87.000 t, di cui il 10% è stato esportato (modesto il flusso delle importazioni). La domanda interna si è collocata intorno alle 80.000 t.
La tipologia di fusti a maggiore diffusione è quella da 200 kg di capacità (60%) dell’impiego; seguono i 100 e i 300 kg di capacità. I fusti sono essenzialmente diffusi nel settore chimico, seguito dal comparto alimentare; in questo caso, il loro utilizzo riguarda lo stoccaggio dei prodotti in attesa del confezionamento da inviare alla distribuzione.

Imballaggi di alluminio: dimensioni e caratteristiche del mercato
Anche per l’imballaggio di alluminio il 2012 è stato un anno difficile: da preconsuntivo, infatti, la produzione non ha superato i valori del 2011, che a loro volta avevano già segnato una flessione del 2%. Il fatturato 2011 è stato di 2.300 milioni di euro e il 2012, di massima, dovrebbe avere segnato un incremento del 4-5%
Con riferimento alla attività espressa in peso, nell’ultimo decennio, il settore degli imballaggi di alluminio ha evidenziato un tasso di sviluppo del 3% medio annuo.
Considerando la riduzione del peso medio di diverse tipologie di imballaggi, il tasso di sviluppo si ritiene potrebbe posizionarsi intorno 4% medio annuo.
Nel corso degli anni, la messa a punto di leghe particolari ha consentito di ottenere spessori molto sottili, facilitando il ricorso all’alluminio in svariate applicazioni di packaging, sia in merito alla produzione di contenitori sia agli imballaggi flessibili da converter.

Aluminium mix. Nel caso dell’alluminio, diverse tipologie di materiale concorrono alla produzione di imballaggi: foglio sottile (inferiore a 200 micron), can stock, can body e pastiglie:
- il foil stock è impiegato per produrre foglio sottile e capsule;
- il can stock è utilizzato per produrre lattine per bevande;
- il can body serve a produrre corpi scatola per il food;
- le pastiglie sono impiegate per produrre le bombolette.
Le leghe che compongono i diversi prodotti sonno innumerevoli e variano a seconda delle tipologie di produzione e dei diversi impieghi.
Gli imballaggi di alluminio sono utilizzati secondo questa ripartizione (le percentuali si riferiscono alla produzione espressa in tonnellate):
- contenitori 24% (di cui 60% lattine per bevande, 17% scatolette per food, 13% tubetti flessibili e 10% bombolette spray).
- chiusure 11,4%;
- vaschette per alimenti 8,6%;
- foglio sottile da incarto 8,5%;
- foglio da converter 43%;
- altro 4,5%.
Sulla base di un preconsuntivo, nel 2012  la produzione italiana di imballaggi di alluminio è stata di 175.000 t, di cui 99.000 t di imballaggi (contenitori, chiusure, vaschette e foglio per incarto industriale) e 76.000 t di foglio sottile per converter, destinato agli imballaggi flessibili. L’export è una voce importante, e copre il 50% della produzione; le importazioni hanno coperto invece il 25% del consumo.                                                      

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

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