Conai: 15, in numeri e fatti
Una delle scommesse dello sviluppo sostenibile riguarda il riciclo dei materiali e il recupero energetico: istanze, queste, di cui Conai è portavoce da ormai 15 anni. E lo sottolinea con soddisfazione.
1997- 2012: un arco di tempo tutto sommato breve ma vissuto con intensità e rigore, e coronato da ottimi risultati, non solo economici. Perché l’attività del Consorzio Nazionale Imballaggi ha davvero contribuito a imprimere un’accelerazione al sentiment positivo e collettivo degli Italiani nei confronti dell’ambiente. Le prove di questo impegno stanno tutte in un libro (intitolato appunto “15 - Conai 1997/2012”) e in una ricerca commissionata all’Ipsos, da cui emerge che l’ambiente è una priorità per 35 milioni di connazionali.
Partiamo dai dati di fatto. L’attività svolta da Conai dal 1997 ha permesso di evitare la costruzione di 507 discariche e l’invio a smaltimento di 60,5 milioni di t di rifiuti. Ma ha anche favorito la riduzione delle emissioni di CO2, per complessivi 74 milioni di t, e i benefici economici derivanti dal riciclo dei materiali gestiti nell’arco di un quindicennio dal sistema ammontano, secondo fonti autorevoli (Althesys) a 11,1 miliardi di euro.
Insomma, come ha sottolineato il presidente del Consorzio Nazionale Imballaggi, Roberto De Santis «In 15 anni di lavoro, Conai è stato il cardine di un circuito virtuoso a livello nazionale basato, da una parte, sulla raccolta differenziata dei rifiuti domestici, non solo di imballaggio, e dall’altra sullo sviluppo di un’industria del riciclo nazionale. Un modello, questo, sia in termini di sostenibilità ambientale che economica, che, se confrontato con gli altri sistemi europei, a parità di prestazioni, garantisce un vantaggio competitivo per le imprese italiane».
Nel 2011 il recupero complessivo di imballaggi è stato del 73,7%, equivalente a 8.596.000 t recuperate su 11.657.000 t immesse al consumo. In altre parole, 3 imballaggi su 4 sono stati avviati a recupero (erano 1 su 3 nel 1998). Sempre nel 2011 il riciclo complessivo è stato del 64,4% dell’immesso al consumo, per circa la metà conseguito attraverso la gestione diretta del sistema consortile.
Nel 2011 sono stati 7.267 i Comuni che hanno aderito all’accordo quadro Anci-Conai, sottoscrivendo le convenzioni per il conferimento del materiale raccolto in modo differenziato, con il coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, pari al 96% della popolazione.
Per quanto riguarda il futuro. Conai si dedicherà alla promozione dello sviluppo della raccolta differenziata e della valorizzazione dei rifiuti di imballaggio nelle aree in ritardo, al miglioramento qualitativo della raccolta differenziata stessa per ottenere sempre più alti risultati di riciclo, allo sviluppo di iniziative di prevenzione, solo per citare le principali.
Particolare rilievo assume anche la Direttiva Europea 98/2008, recepita in Italia nel 2010, che fissa entro il 2020 un obiettivo di riciclo del 50% di alcuni materiali presenti nei rifiuti urbani (non solo imballaggi), tra cui carta, metalli, plastica e vetro. Il raggiungimento di questi ambiziosi obiettivi impone che, a livello nazionale, vengano al più presto definite le azioni necessarie. In questa direzione il sistema Conai potrebbe rappresentare un valido modello al quale ispirarsi.
Celebrare con cura, attenzione e orgoglio
Un libro. “15”, curato da Sergio Luciano e Alessandra Gerli, uscito per i tipi di Electa, è una sorta di “come eravamo, come siamo”: un excursus vivace e intelligente che non si limita a raccontare il quindicennio di attività Conai, ma va alla scoperta dell’identità collettiva prima e dopo l’avvento del nuovo millennio, attraverso i cambiamenti che hanno rivoluzionato l’ambiente, il design, la mobilità, la comunicazione e la tecnologia. Il racconto ripercorre i cambiamenti tra eccellenze e debolezze, sempre in chiave migliorativa e si snoda attraverso una cronistoria commentata, un foto-racconto sull’eco-lifestyle del nostro Paese e interviste ad alcuni protagonisti. Si inizia da Edo Ronchi, “padre” della legge di riordino in materia ambientale del 1997 che prevede, tra l’altro, anche la costituzione del Conai, e si procede con Paolo Pininfarina per il mercato della mobilità, Luisa Bocchietto per il design, Lorenzo Sassoli De Bianchi per la comunicazione, Andrea Granelli per la tecnologia. Il libro è pubblicato in versione sfogliabile sul sito http://www.conai15.org
Per ulteriori informazioni sul libro, scaricare il pdf allegato
15_Italia e CONAI in un libro.pdf
Una ricerca. Conai ha anche commissionato a IPSOS una ricerca [1] che indagasse non solo com’è mutato il nostro atteggiamento in materia di sensibilità ambientale, ma anche, in senso più generale, come siamo cambiati noi.
Alcune ricerche indicano [2] che oggi i grandi motivi di preoccupazione per i maggiorenni italiani, circa 45 milioni di persone [3] riguardano il lavoro, il mancato sviluppo economico e il crescente costo della vita; questo dato è aumentato in maniera sensibile (+14% rispetto a 5 anni fa), a testimoniare che la crisi globale che ci colpisce è percepita in modo sempre più intenso. Cos’altro è cambiato? Se qualche anno fa il welfare (problemi giovanili, anziani e pensioni, casa, sanità, servizi sociali, scuola e asili) destava preoccupazione al 48% dei maggiorenni, oggi il dato si attesta sul 33% (-15%); ancor più significativa è l’inversione di tendenza nei confronti dei temi legati a sicurezza e immigrazione: se in passato la tematica preoccupava oltre metà della popolazione (52%, circa 26 milioni di persone), a inizio 2012 si è scesi al 9%, con una diminuzione del 43%. In questo scenario complesso, è abbastanza prevedibile che ambiente e mobilità destino minori apprensioni: impensieriscono, infatti, solo il 4-5% del campione (circa 2 milioni di Italiani).
Minore preoccupazione, tuttavia, non significa minore attenzione: rispetto a 15 anni fa, infatti, siamo più attenti all’ambiente e lo sono molto di più i singoli cittadini di quanto non lo siano le imprese (la centralità del tema deriva dalla crescente consapevolezza dell’imprevedibilità degli eventi naturali e dell’esauribilità delle fonti energetiche).
In sintesi, l’ambiente è una priorità per 35 milioni di connazionali, tra cui prevalgono i profili Eco-Tech, Sostenibili, Non (for) Profit e Retrò che, seppure in maniera diversa, si preoccupano dell’ambiente e della sua buona gestione. Gli indifferenti? Una piccola minoranza.
Per ulteriori informazioni sulla ricerca, scaricare il pdf allegato
CONAI_IPSOS_ricerca italiani.pdf
[1] È stato intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra i tra i 15 e i 75 anni, attraverso 800 interviste effettuate con metodologia CATI (Computer Aided Telephone Interviewing).
[2] Fonte: database Ipsos (settembre-ottobre 2012). Base: campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.
[3] Per avere un’indicazione dei numeri assoluti sono stati usati dati Istat, 2011. La popolazione maggiorenne italiana, infatti, è composta da 50.396.628 persone
CONAI: QUANDO NASCE E DOVE STA ANDANDO È il 5 febbraio 1997 e l’Italia recepisce la Direttiva Europea sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio che stabilisce due principi chiave: la “responsabilità condivisa” e “chi inquina paga”. Gli Stati Membri posso organizzarsi liberamente, a patto che raggiungano gli obiettivi stabiliti di riciclo/recupero dei rifiuti di imballaggio nei tempi prefissati. In Italia, il Decreto 22/97 pone in capo ai produttori e agli utilizzatori di imballaggi, attraverso il Conai, l’onere del raggiungimento degli obiettivi nazionali di riciclo/recupero. Per dare attuazione al principio della responsabilità condivisa il Conai stipula un accordo con i Comuni per l’organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e per il loro conferimento al sistema consortile, riconoscendone i maggiori oneri, impegnando quindi i cittadini che, a loro volta, sono chiamati a separare correttamente i rifiuti domestici. Conai è un Consorzio privato senza fini di lucro che garantisce i risultati di riciclo e recupero dei sei materiali di imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Agisce in base ai principi della sussidiarietà e della “responsabilità condivisa”: la raccolta urbana dei rifiuti viene gestita dai Comuni in regime di privativa mentre il Consorzio garantisce l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio conferiti al sistema. Questo avviene con il miglior rapporto costi/benefici a livello europeo e, di conseguenza, con evidenti vantaggi competitivi per il sistema delle imprese italiane, produttrici ed utilizzatrici di imballaggi. Il Sistema Consortile costituisce in Italia un modello di gestione da parte dei privati di un interesse di natura pubblica: la tutela ambientale, in un’ottica di responsabilità condivisa tra imprese, pubblica amministrazione e cittadini, che va dalla produzione dell’imballaggio alla gestione del fine vita dello stesso. In 15 anni di attività ha garantito il recupero del 73,7% dei rifiuti di imballaggio immessi al consumo: il 64,4% è stato riciclato e la restante parte avviata a recupero energetico. Dal 1997 ad oggi il recupero complessivo è cresciuto del 140%. |