Bando CONAI per l’ecodesign 2022 Episodio 1
È sempre l’ecodesign a caratterizzare la nona edizione del Bando Conai, che registra un ulteriore incremento di iscrizioni: aperta il 1 febbraio 2022, la call to action si è conclusa il 29 aprile, con 373 casi presentati da 175 aziende (+14% dei casi rispetto all’edizione 2021).
Giusto compendio delle molte attività di Conai, torna anche quest’anno la call to action rivolta alle aziende italiane che abbiano rivisto in chiave green i propri packaging, a sottolineare come la difesa dell’ambiente passi anche dalla progettazione responsabile e dalla prevenzione. Si tratta di un tema caro al presidente Conai, Luca Ruini, a cui va il merito di aver sostenuto e ideato il Bando, cresciuto negli anni in termini di adesioni e reputation come strumento di supporto e promozione per le imprese che sanno coniugare sensibilità ambientale con fattibilità economica.
Il 29 aprile scorso si è dunque conclusa la raccolta dei casi per l’edizione 2022 del Bando, iniziata il 1° febbraio 2022; sono 373 i casi presentati da 175 aziende (+14% dei casi rispetto all’edizione 2021).
Si tratta di dati preliminari, che saranno poi confermati o potranno subire qualche modifica una volta terminata la fase di analisi/valutazione, che durerà fino a fine ottobre, quando l’ente di certificazione valuterà le procedure di analisi per poi validare la graduatoria dei casi premiati.
Una nota di colore: il 40% circa delle aziende in concorso quest’anno non aveva mai partecipato al Bando.
Finalità e contenuti
Nato per valorizzare le soluzioni di imballo più innovative in termini di sostenibilità, il Bando è aperto a tutte le aziende consorziate che hanno rivisto i propri imballaggi con interventi di ecodesign, adottando almeno una fra le sette leve di prevenzione: riutilizzo, facilitazione delle attività di riciclo, utilizzo di materie provenienti da riciclo, risparmio di materia prima, ottimizzazione della logistica, semplificazione del sistema imballo e ottimizzazione dei processi produttivi.
Ricordiamo che, nel 2021, sono state valutate 326 soluzioni (+13% rispetto alla precedente), e che sono stati ammessi per la prima volta in concorso imballaggi assoggettati al contributo di altri sistemi EPR (seppure senza riconoscimento di natura economica) nonché casi con cambio di materiale, a patto però di un miglioramento in termini di riutilizzo e riciclabilità.
I premi
In palio ci sono, anche quest’anno, 500.000 euro: 450.000 saranno suddivisi fra tutti i casi premiati sulla base di una graduatoria ottenuta valutando l’adozione delle sette leve di prevenzione. 50.000 euro saranno invece destinati a cinque “super premi” per l’innovazione circolare da 10.000 euro.
Un sistema virtuoso promuove la cultura della sostenibilità
Nel 1998, a meno di un anno dalla nascita del sistema CONAI, l’Italia avviava a riciclo poco più di 3 milioni e 300.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio all’anno: circa il 30% dell’immesso al consumo.
Nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato (10 milioni e 550mila tonnellate): una percentuale in leggera crescita rispetto al record del 2020 e un risultato che supera abbondantemente il 65% di riciclo totale chiesto dall’Europa ai suoi Stati membri entro il 2025.
Il tutto pur in un anno di forte ripresa dei consumi, che ha visto aumentare in modo esponenziale l’immesso al consumo di packaging: oltre 14 milioni di tonnellate, 8,5% in più rispetto all’anno precedente.
Miniere urbane
Commentando i dati del Programma Generale presentato a inizio luglio, Luca Ruini ribadisce come «in un momento di crisi legata a materie prime ed energia, le nostre città siano sempre più miniere urbane che producono risorse».
Se alle cifre dell’avvio a riciclo sommiamo quelle del recupero energetico, che usa i rifiuti di imballaggio come combustibile alternativo per produrre energia, i numeri infatti crescono: nel 2021 l’Italia supera l’82% di imballaggi recuperati, ossia più di 11 milioni e 800mila tonnellate.
«È un grande risultato per il nostro Paese» afferma Ruini. «Da noi, più di otto imballaggi su dieci oggi evitano la discarica. Siamo primi fra i grandi Paesi europei, secondo i dati Eurostat, per riciclo pro-capite, e la stragrande maggioranza dell’avvio a riciclo avviene sul territorio nazionale, non all’estero. Senza contare che nel nostro Paese il riciclo dà risultati più efficienti a costi che, in Europa, risultano fra i più bassi per il tessuto imprenditoriale. Le nostre città, del resto, sono sempre più vere e proprie miniere urbane: i crescenti quantitativi di rifiuti avviati a riciclo si trasformano in nuove materie prime, e la piccola percentuale che va a recupero energetico diventa un’alternativa ai combustibili fossili. In un momento di crisi legata sia alle materie prime sia all’energia, i risultati italiani devono far riflettere».
L’azione sul territorio
Per coprire i maggiori costi che i Comuni sostengono nel ritirare i rifiuti in modo differenziato, nel 2021 il sistema CONAI ha riconosciuto alle amministrazioni locali del Paese 727 milioni di euro, circa 70 milioni in più rispetto all’anno precedente. 445 milioni, invece, sono stati destinati dal sistema al finanziamento di attività di trattamento, riciclo e recupero. Una prassi consolidata, questa, attestata dalle cifre: tra il 1998 e il 2021 il sistema consortile ha infatti versato ai Comuni italiani 7 miliardi e 370 milioni di euro.
I benefici ambientali prodotti nei 25 anni di attività accendono i riflettori anche su un altro ruolo del riciclo: quello di attore nella lotta al cambiamento climatico. L’impegno di CONAI non solo ha permesso di evitare l’emissione in atmosfera di circa 56 milioni di tonnellate di anidride carbonica, ma ha consentito un impressionante risparmio di materia (quasi 63 milioni di tonnellate) e di energia (pari a quella consumata da circa 200 milioni di persone in un anno).
«Con questi venticinque anni di lavoro» conclude Ruini «e i risultati che abbiamo ottenuto, possiamo presentarci come un attore capace di aiutare il nostro Paese nella transizione verso l’economia circolare in un momento di grandi cambiamenti, anche geopolitici».