Vino: per l’Italia un semestre in chiaro-scuro

Nei primi sei mesi del 2024 il mercato del vino in Italia risulta in contrazione a causa del perdurare dell’incertezza economica. Compensa l’export, positivo soprattutto negli USA e in UK. Tra i competitor soffre la Francia, riparte l’Australia.

Dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma relativo al primo semestre 2024, emergono situazioni in chiaro-scuro con trend differenti a seconda dei vari mercati.

L’Italia, nello specifico, ha subito una contrazione delle vendite su tutti i format distributivi (retail -3% a volume e +1% a valore) ma non in tutte le categorie. Per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce, mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti (più elevata nel discount) salvo che nel segmento Cash&Carry.

«Questi numeri evidenziano una volta di più come il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia sia rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori. Un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante»

ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma. A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca pari a +7% nel primo trimestre di quest’anno, il secondo trimestre ha invece registrato un rallentamento, portando la variazione a +4,5%.

La ripresa dell’export

Mentre l’Italia mostra segni di debolezza, si avverte una ripresa a livello internazionale. Anche se le importazioni di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%), va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre, quando il calo risultava pari al -9%. L’import di vino dall’Italia, peraltro, ha registrato performance migliori rispetto al trend generale degli altri Paesi. Gli acquisti di vini italiani a valore risultano infatti positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).

In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando a un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valore, con numeri in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continua la flessione degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone.

Inarrestabile invece la crescita dell’export di Prosecco: +12% a valore nel cumulato dei primi 5 mesi di quest’anno.

In crisi la Francia del vino

Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%). In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo del 2023.

«Il recupero messo a segno dai vini australiani si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il Governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno: al netto del ritorno sul mercato cinese, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra, infatti, un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024» conclude Pantini.

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