Tracciare una rotta

La prova dei fatti Il mercato, gli imprenditori, i cittadini hanno bisogno di certezze. Proviamo dunque a esplorare il piccolo grande mondo dell’imballaggio che, a cavallo fra febbraio e marzo, si riunirà a Ipack-Ima, per ritrovare anche uno spunto di ottimismo. Le premesse ci sono.  Luciana Guidotti

La successione degli avvenimenti socio-politico-finanziari che hanno investito il nostro Paese negli ultimi mesi è stata così rapida e drammatica da non rendere agevole alcun tipo di previsione; ogni ripetitività statistica è stata sovvertita.   

Dopo una parentesi di quiete relativa, sembra che gli imprenditori italiani siano comunque ancora costretti a “navigare a vista”, in attesa che “il” mercato sciolga riserve, che la finanza ricominci a parlare la lingua dell’economia reale, che la pressione fiscale riacquisiti connotazioni di maggiore equità, che anche minimi segnali di ripresa possano contrastare le ombre della recessione.

A fronte, dunque, di un quadro macro-economico nazionale e internazionale ancora tutto da esplorare e da capire, restringiamo l’angolo di visuale e cerchiamo di mettere a fuoco qualche elemento positivo.
In questo magma di incertezza diffusa, può essere infatti utile e di conforto sapere che il comparto macchine per imballaggio è cresciuto a ritmi significativi, per lo meno nei primi nove mesi del 2011 (lo confermano gli ultimi dati resi noti da Ucima su andamento e qualità del business, dove un export forte ha trainato la ripresa per un +19%).
Il sentiment positivo del settore, già anticipato a giugno dall’“Osservatorio di Ipack-Ima”, è stato peraltro ribadito nell’edizione autunnale del survey. Voluto dagli organizzatori della mostra e impostato in modo molto innovativo da Gianpaolo Vitali, ha visto il coinvolgimento dei produttori di macchinari, tecnologie, materiali e servizi destinati al processing, al packaging e alla movimentazione industriale, per classificarne poi performance e percezioni in base ai “settori di destinazione” dei prodotti (l’indagine ha ricevuto tra l’altro l’apprezzamento esplicito di Vincenzo Cipolletta, che ne ha elogiato la completezza e gli elementi di novità, Ndr.)
A pochi mesi dalla pubblicazione dell’Osser­vatorio che “disegna e identifica” le varie Business Community, anima e scheletro della prossima Ipack-Ima, in Italia è però cambiato davvero molto.
Così, a ridosso dell’edizione 2012, in programma al quartiere fieristico di Rho dal 28 febbraio al 3 marzo, chiediamo a Guido Corbella (AD di Ipack-Ima SpA) di aiutarci a tracciare un quadro realistico della situazione industriale e della percezione di futuro, forte della sua posizione di organizzatore di una delle mostre tecnologiche più apprezzate a livello internazionale.

ITALIAIMBALLAGGIO A nostro avviso, quest’anno, Ipack-Ima è chiamata ad assumersi una responsabilità importante: rappresentare un momento di verifica della stabilità di un intero comparto industriale. Si tratta ovviamente di un compito non facile: come vi siete preparati? Con quali strumenti e con quali atout?

Non è la prima volta che dobbiamo assumerci un ruolo così rilevante. Già nel 2009 abbiamo avuto la responsabilità di un’Ipack-Ima che doveva svolgersi in piena emergenza, all’indomani del fallimento Leeman Brothers: proprio quell’edizione offrì invece un primo chiaro segnale di fiducia nella ripresa.
Il mio auspicio è che si ripeta quanto accaduto nel 2009. Sappiamo però anche che i soli auspici non bastano a raggiungere risultati, ed ecco perché abbiamo lavorato sodo e in modo sistematico nonostante le difficoltà contingenti, e investito molto e di più per organizzare una grande Ipack-Ima 2012. Faccio notare che non solo ci siamo trovati a operare in un momento di grave crisi ma, dopo la chiusura dell’ICE, siamo stati anche costretti a varare in totale autonomia il Buyers programme.
Tuttavia, per non tradire le aspettative dei nostri espositori, insieme ad ANIMA - Assofoodtec (promotori della manifestazione) abbiamo deciso di accollarci l’onere di invitare direttamente un folto gruppo di operatori economici esteri (oltre 100 buyers selezionati da 20 paesi, Ndr), ospitandoli e offrendo loro diversi servizi, tra cui il matching tra profilo dei buyers e quello degli espositori per favorire gli incontri B2B, l’ingresso gratuito in fiera e l’invito a tutti gli eventi collaterali, l’accesso all’esclusiva Buyers Lounge, nonché il catalogo della manifestazione e biglietto gratuito sulla la rete dei trasporti pubblici.
Abbiamo anche rivisitato il concept della nostra manifestazione fieristica, organizzandola in 9 Business Communities, che consentono agli operatori di settore di far parte di una fitta rete di contatti rigorosamente “business”: un lungo lavoro che ci ha permesso di verticalizzare le iniziative su target più specifici. Si tratta, in altre parole, di un nuovo strumento fruibile direttamente dal sito internet di Ipack-Ima 2012, il cui valore nasce dalla somma di tre elementi che hanno al centro l’operatore: l’identificazione nel comparto (la Business Community di Ipack-Ima), la conoscenza del problema (il tema del processing, packaging e material handling) e la competenza nella soluzione (l’esperienza del singolo operatore). Anche con questo nuovo strumento, Ipack-Ima conferma il proprio obiettivo: creare occasioni di sviluppo per il business delle imprese.

ITALIAIMBALLAGGIO  Altri interventi dal punto di vista organizzativo?

Per facilitare l’accesso alla manifestazione, abbiamo introdotto per la prima volta l’uso del biglietto elettronico. Gli espositori non riceveranno infatti più biglietti cartacei, ma dei “codici invito” da trasmettere ai propri clienti, che potranno così pre-registrarsi on line. I vantaggi di questa modalità? Procedure accelerate grazie alla verifica diretta e immediata via PC delle registrazioni, e senza spese di spedizione. Incoraggiante il fatto che, a fine novembre, i dati parlavano di un incremento del 14% rispetto all’edizione 2009.
E, ancora, visto il successo ottenuto in altre nostre manifestazioni, ripeteremo gli “Innovation Corner”: tre “piazze” allestite all’interno dei padiglioni ospiteranno le aziende che vorranno raccontare le proprie storie di eccellenza e di innovazione, ampliando quindi i confini del proprio stand con una modalità interattiva. Le opportunità di visibilità per le aziende e di aggiornamento per i visitatori sono dunque molteplici e, visto l’impegno dimostrato finora dai nostri espositori nonostante il momento difficile, pensiamo che Ipack-Ima saprà essere una vetrina di estremo interesse sotto il profilo delle novità tecnologiche.

ITALIAIMBALLAGGIO A poche settimane dall’inizio della manifestazione, dunque, come valuta la risposta del mercato?
Gli espositori hanno investito sulla loro presenza, riconfermando e  mantenendo le aree prenotate nell’edizione precedente o, in alcuni casi, incrementando addirittura lo spazio. Non ci sono quindi segnali negativi e gli investimenti fatti dagli espositori sulle aree e sugli stand lasciano supporre che sarà garantita la completezza espositiva della manifestazione.

ITALIAIMBALLAGGIO Ipack-Ima ha impresso una svolta innovativa al modo di intendere il momento fieristico, quando ospitò, nel “lontano” 2003, l’economista Jeremy Rifkin. “Futurologo” fra i più apprezzati e spesso scomodo, fece un’analisi delle deviazioni nelle abitudini alimentari determinate dalla “cultura della carne” contrapposta all’alternativa del consumo di cereali. Da allora, edizione dopo edizione, gli spunti di riflessione proposti sono stati molti, abbracciando temi di respiro universale ma strettamente correlati all’oggetto “packaging” e alla sua funzione primaria di protezione: in particolare lotta allo spreco alimentare, sicurezza e genuinità dei cibi. Cosa proponete a questo riguardo per il 2012?

Dato che siamo convinti che la tecnologia sia fonte di sviluppo e, come dimostra l’azione congiunta con le Nazioni Unite, possa anche rappresentare la via d’uscita a un problema di dimensioni globali come quello della fame nel mondo, proseguiamo lungo la strada segnata in precedenza: Ipack-Ima sarà infatti un grande contenitore di eventi collaterali, molti dei quali dedicati alle tematiche legate alle tecnologie della conservazione e del processo alimentare, in particolare per il settore del Grain Based Food. Il principale di questi incontri, in calendario il 1 marzo 2012, è il convegno internazionale “Enhancing Food Safety and Food Security in Africa Processing and Packaging Technologies from Farm’s Gate to the Consumer’s Table”, realizzato con il coinvolgimento di esperti delle agenzie del polo agroalimentare dell’ONU, UNIDO, WFP, FAO e IFAD, coordinati dal professor Claudio Peri. Kandeh K. Yumkella, Direttore Generale di UNIDO, terrà il discorso di apertura all’evento a cui sono attesi 50 fra i massimi operatori e specialisti dal continente africano.
Tra i temi trattati: le innovazioni di processo e confezionamento degli alimenti a base di cereali e prodotti ortofrutticoli e i sistemi di finanziamento. Anche in questo caso, nonostante sia venuto meno il supporto pubblico, abbiamo deciso di proseguire nell’organizzazione del convegno internazionale, che intende valorizzare l’importanza del trasferimento delle tecnologie nei Paesi emergenti, preparando il terreno per la prossima edizione di IPACK IMA, in concomitanza con l’Expo 2015, il cui tema sarà “Feeding the Planet, Energy for Life”.

ITALIAIMBALLAGGIO Motore di business… Vetrina di idee, innovazioni e competenze… Insomma, luogo di aggregazione privilegiato di un intero sistema industriale, dove processo (in particolare del grain based food), imballaggio (alimentare e non) e movimentazione hanno pari dignità. Quest’anno la vostra offerta si amplia ancora, dato che ospiterete anche operatori della stampa e del converting. A quale necessità risponde questa nuova ulteriore aggregazione?

I packaging manager sono sempre più interessati alle tecnologie della trasformazione; da qui deriva la nostra decisione di massimizzare le sinergie di filiera, estendendo per la prima volta la possibilità di partecipare ai produttori di tecnologie e soluzioni per il printing e il converting. Dal canto nostro, ci siamo impegnati ad assicurare massima visibilità ai costruttori di macchine, per favorire un dialogo diretto anche con gli utilizzatori di packaging. E l'iniziativa ha raccolto il vivo interesse delle imprese del comparto, tanto che la presenza di Acimga e dei suoi associati sarà significativa.  

ITALIAIMBALLAGGIO Una fiera market oriented non può certo trascurare la domanda di sostenibilità espressa a più livelli, tanto dalle imprese quanto dalla società civile. In questo contesto, l’imballaggio può e deve rivendicare un ruolo propositivo e proattivo: quali strumenti mettete a disposizione per rivitalizzarne e consolidarne l’immagine, anche nei confronti dei consumatori?

Abbiamo ribadito il legame di Ipack-Ima con i temi della sostenibilità in più occasioni; è il caso, per esempio, della collaborazione con Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) per il convegno “Come disegnare la via della sostenibilità del packaging”, che si è svolto il 30 novembre scorso a Milano ma che proseguirà idealmente in fiera: uno dei relatori, Antonio Tencati (Professor of Management and CSR, Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Bocconi) analizzerà in dettaglio, proprio in occasione di Ipack-Ima 2012, i risultati di una ricerca sulla sostenibilità presentata in anteprima a Milano.
La relazione tra imballaggio e sostenibilità verrà approfondita anche, e soprattutto, nell’area della manifestazione “Progettare il futuro, Packaging è qualità di vita”, realizzata ancora insieme a Conai: incontri e dibattiti tratteranno il tema dell’eco-compatibilità, non solo come fenomeno a valle di riciclo post-consumo ma anche in chiave di prevenzione e produzione responsabile. L’area sarà animata dalle principali associazioni del settore e dalle università, che esporranno progetti ricerca, ma troverà spazio anche la presentazione di imballaggi, progettati secondo i criteri di sostenibilità ambientale.                                                                 

 

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