Industria cosmetica: l’eccellenza è antidoto alla crisi

Nonostante una congiuntura condizionata  dal  generale  rallentamento in molti comparti, sia a livello interno che  internazionale, l’industria cosmetica mantiene un andamento positivo, sopra la media della produzione manifatturiera nazionale. Indicatori positivi sia per quanto riguarda i dati di preconsuntivo del secondo semestre 2018, sia nelle previsioni per i primi mesi 2019. Lo rivela l’indagine congiunturale di Cosmetica Italia.


Secondo il report redatto dal centro studi di Cosmetica Italia - e presentato a febbraio a Milano - con un fatturato globale che a fine 2018 si approssima agli 11,2 miliardi di euro (+2%) e ulteriori previsioni di crescita per l’anno in corso (+2,6%), il settore della cosmesi continua a godere di buona salute, confermandosi anti-ciclico
A determinare questo andamento contribuiscono il fatturato interno, con un trend positivo di poco meno di un punto percentuale e, soprattutto, le esportazioni in crescita del 3,5% nel 2018, per un valore di 4.800 milioni di euro. Ancora una volta, dunque, l’evoluzione dell’export incide in modo significativo sulla bilancia commerciale, che supera i 2.700 milioni di euro.
Come ha commentato il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti:
«La chiusura del 2018 segna per le nostre aziende l’ingresso in una fase di stabilità, in cui viene metabolizzato il know-how acquisito durante il periodo post-crisi. Anche in questo scenario e a fronte di una contrazione del PIL, il settore può contare sui propri punti di forza: investimenti in innovazione,  qualità del prodotto, formazione qualificata del personale. L’industria cosmetica è infatti un’eccellenza, con una sua dignità specifica, che auspichiamo possa essere valorizzata e ascoltata dalle istituzioni».   

Fotografia di un settore
Uno sguardo alla domanda di cosmetici in Italia a fine 2018 ne conferma l’anticiclicità seppur a ritmi più rallentati rispetto agli ultimi esercizi (+0,5%) per un valore di poco superiore ai 10.100 milioni di euro. Concorre a questo risultato la tenuta dei canali professionali - saloni di acconciatura e centri estetici - che chiudono il 2018 in crescita dello 0,5%.
Sono marginali, ma numericamente importanti, gli aumenti della grande distribuzione (+0,5%) e della profumeria (+1,2%) che, rispettivamente, si attestano al primo e al secondo posto nelle vendite interne.
L’e-commerce, per la prima volta analizzato separatamente dal Centro Studi, continua a segnare trend superiori agli altri canali, con una crescita stimata del 10%. Le vendite dirette (porta a porta e corrispondenza), che in precedenza esprimevano questo valore, registrano, invece, una contrazione del 2% a fine 2018.
Deboli segnali di incertezza arrivano dal canale farmacia, che chiude il 2018 con un calo dell’1%; anche nelle erboristerie rallenta l’andamento dei consumi, sebbene i valori di trend restino positivi (+0,2%).
Infine, la produzione cosmetica contoterzi, che si colloca a monte della filiera produttiva, trasversale rispetto agli altri canali, registra una crescita del 4% per il 2018 preannunciando un ulteriore rialzo stimato al 6% per il primo semestre 2019.
 

 

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