Il settore degli imballaggi di plastica

In base alla classificazione utilizzata dall’Istituto Italiano Imballaggio nella pubblicazione Imballaggio in cifre, questa analisi si concentra sugli imballaggi rigidi (bottiglie, flaconi…) ma anche sugli imballaggi flessibili non accoppiati (shopper, film, pluriball di protezione, ecc.), con l’esclusione dei  flessibili da converter.

Secondo le valutazioni di Plastic Europe, in base ai dati relativi al 2016 (gli ultimi disponibili), la domanda di plastica dell’Europa a 28 paesi è arrivata a raggiungere circa 50.000 t/000, di cui il 39,9% destinata alla produzione di imballaggi.
Dal punto vista del riciclo, sempre a livello europeo, nel 2016 sono state riciclate circa 27.100 t/000 di plastica, di cui 16.700 t/000 proveniente da imballaggi.
In Italia, secondo gli ultimi dati CONAI disponibili ma non ancora consuntivi, nel 2017 è stato avviato a riciclo il 42,1% degli imballaggi di plastica immessi al consumo.

Il mercato: i numeri di preconsuntivo
Si premette che, al momento in cui si scrive questo articolo, i dati riportati  si riferiscono ai preconsuntivi di settore.
Il mercato degli imballaggi in plastica, escluso i flessibili da converter, dovrebbe registrare nel 2017 un tasso di crescita della produzione pari al 3,5%, assestandosi su 2.990 t/000.
Per quanto riguarda il commercio estero registriamo un trend di crescita del 4,8% per le importazioni e un +3,7% per le esportazioni, ritornate a crescere dopo lo stallo dell’anno precedente.
Sempre nel 2017, il consumo apparente dovrebbe chiudersi a un +3,7%. In termini di fatturato si stima che la crescita del settore imballaggi di plastica sia del 3%.
Per quanto riguarda la quotazione delle materie prime plastiche utilizzate per produrre imballaggi, rilevate presso la Camera di Commercio di Milano, nel 2017 si registrano, come per altre materie prime, aumenti significativi e andamenti differenziati dei prezzi dei polimeri plastici: il prezzo del nylon cresce del 30%, quello del PET del 25% circa, il polistirolo del 13% e anche il prezzo del PVC cresce dell’8%. Risulta in calo il polietilene (-9% in media).
Tra le materie prime plastiche provenienti da riciclo, è solo l’rPET a registrare tassi di crescita a due cifre nel 2017 (+10,5%), dato che le altre risultano stabili o in calo.
A questo proposito, ricordiamo che le plastiche provenienti da riciclo e le bioplastiche utilizzate per produrre imballaggi sono in costante aumento: se nel 2017, le prime sono cresciute del 7%, stando ai dati raccolti da European Bioplastics le seconde (destinate essenzialmente agli shopper e ai film da incarto) potrebbero registrare un +50% nel 2021, prendendo il 2016 come termine di paragone. 
 
Tipologie e settori di impiego
Nel complesso, gli imballaggi di plastica incidono per circa il 18% sulla produzione totale di packaging in Italia.
A questo proposito, è utile però ricordare che tale valutazione deriva dall’esame di valori espressi in tonnellate: gli imballaggi di plastica, che rientrano della categoria “imballaggi leggeri”, hanno quindi pesi molto inferiori rispetto ad altri materiali. Ecco perché, secondo un’ulteriore stima, la partecipazione potrebbe variare leggermente, arrivando al 24% sul totale.
Gli imballaggi di plastica si suddividono in tre macro categorie:
- imballaggi flessibili non accoppiati, di cui si registra uno share del 46,9%  (film e sacchi, esclusi quindi i flessibili da converter che analizziamo peraltro diffusamente su questo stesso fascicolo),
- imballaggi rigidi (bottiglie, fusti, cassette, pallet), con una quota del 44,4%;
- accessori (reggette, tappi, chips, lastre, adesivi ecc.).

• Gli imballaggi di plastica trovano ampio impiego sia in ambito alimentare (cibi freschi e conservati, bevande) sia in quello non alimentare (prodotti tecnici, macchinari, ecc).
L’area food & beverage continua a registrare la  presenza più consistente di imballaggi di plastica (76,3%), di cui il food assorbe il 56,4% e le bevande il 19,9%.
Anche nel nostro Paese, questi imballaggi hanno trovato nuovo vigore grazie ai consumi emergenti dei cibi pronti (settore in espansione che, nel 2017, è cresciuto del 12%). Sulla globalità degli imballaggi di plastica utilizzati in ambito alimentare (escluso bevande), il 34% va ascritto alle confezioni destinate al convenience food (vaschette e buste).

• Altra importante area di impiego è quella dei prodotti chimici (inchiostri, colori, lubrificanti ecc.), dove la plastica esprime una partecipazione del 6,9%, mentre cosmesi e profumeria ne utilizzano il 3,5%.
Il 13,3% è imputabile all’impiantistica (movimentazione, meccanica, elettromeccanica, tessile ecc.)
Va sottolineato che, da un anno all’altro, le quote riferite a questa tipologia di packaging variano in relazione all’andamento dei vari settori di utilizzo. Nel 2017, per esempio, il settore chimico ha registrato buone performance, influenzando positivamente il trend del packaging utilizzato per confezionare i prodotti.          

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

 

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