Il packaging della salute

Trend di mercato, nuove modalità di distribuzione e confezionamento delle diverse forme farmaceutiche (con riferimento alla sola area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia).


Negli ultimi anni il settore farmaceutico è stato attraversato da cambiamenti significativi, in particolare per quanto riguarda la distribuzione e la vendita al pubblico. Se, infatti, in passato i medicinali venivano dispensati quasi esclusivamente attraverso le farmacie e il canale ospedaliero, ora i canali di vendita sono aumentati. È il caso della categoria dei prodotti cosiddetti “da banco” (ovvero i farmaci per i quali non è necessaria la ricetta), che possono ora essere acquistati sia presso la grande distribuzione sia presso le erboristerie.

Andamento del comparto
Secondo Prometeia, il settore farmaceutico nella sua globalità - OTC e prodotti da banco, inclusi gli ospedalieri e farmaci veterinari - ha espresso nel 2016 una crescita del 3,4% (dati a 11 mesi).
I dati Istat, sempre riferiti alla globalità del settore a 12 mesi, confermano l’andamento, arrivando a un +4%.
Anche secondo Federfarma il 2016 ha segnato una crescita dell’1,5% (dopo la flessione dell’1,4% registrata nel corso del 2015): anche in questo caso, è stato preso in esame il settore nella sua globalità, con l’esclusione tuttavia dei farmaci veterinari. L’associazione confindustriale riferisce anche però di un dato negativo, in relazione proprio ai  farmaci etici e OTC (oggetto della nostra analisi), che risultano in calo del 3,6%.

I numeri del confezionamento: quantità e consumi
Le confezioni commercializzate possono essere ripartite nel seguente modo:
l’87% circa va ascritto ai prodotti etici delle classi A, B e C (con riferimento alla ripartizione del Ministero della Sanità), il 2% circa ad altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e l’11% ai farmaci da banco, tendenzialmente in aumento.
La nostra analisi relativa al mix del packaging del mercato italiano dei farmaci prende in esame soltanto l’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia, escludendo quindi i farmaci ad uso ospedaliero e i famaci ad uso veterinario.
Si valuta che l’area analizzata abbia espresso nel 2016 un mercato pari a circa 1.978 milioni di confezioni, con riferimento al solo imballaggio primario; sono quindi esclusi dalla stima gli astucci di cartoncino, il bugiardino descrittivo ed eventuali accessori utilizzati per l’erogazione del farmaco. Ragionando in termini di peso, le confezioni prodotte in Italia nel 2016 hanno raggiunto le circa 49.900 t, cui vanno però aggiunti gli astucci di cartoncino per l’imballaggio secondario. In questo caso, si arriva quindi a un totale di circa 89.300 t, che risultano in calo dell’1,8% rispetto al 2015.
Se analizziamo il trend a partire dal 2000 fino al 2016, i consumi espressi in termini di pezzi (numero di confezioni di farmaci etici e OTC) fanno rilevare un tasso di crescita del 1,5% medio annuo.

Vecchie e nuove funzionalità
Il confezionamento di un farmaco è un’attività molto delicata e complessa, in relazione ai molteplici “compiti” che il packaging è chiamato ad assolvere:
- deve proteggere il prodotto;
- deve assicurare l’assenza di interazioni negative tra contenitore e farmaco;
- deve facilitare e rendere funzionale l’uso del farmaco;
- deve impedire la manomissione e gli usi impropri del prodotto, ad esempio da parte dei bambini. La scelta dell’imballaggio è, come ovvio, strettamente legata alla tipologia della forma medicinale (liquida, solida, spray ecc.), ma anche alle caratteristiche delle sostanze presenti nel farmaco stesso. Non a caso, anche la confezione di un nuovo farmaco deve essere approvata dal Ministero della sanità e, proprio a causa di questo iter, la composizione del mix del packaging, in quest’area di mercato, è da sempre caratterizzata da una certa stabilità.
Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un’interessante tendenza evolutiva per quanto riguarda le tipologie di packaging analizzate dall’ottica dei formati, vale a dire l’orientamento alla crescita delle confezioni monodose a scapito di quelle pluridose. Le prime hanno infatti raggiunto uno share del 6% nell’area oftalmica-otologica, del 4% negli orali solidi, del 9% nei farmaci per uso esterno e del 10% nelle pomate e schiume.

Il mix del packaging, come e perché
Riportiamo le informazioni sul mix dei materiali, sulla base delle rilevazioni 2016 dell’Istituto italiano Imballaggio, con riferimento al packaging primario delle principali forme farmaceutiche.

• Alluminio. Si conferma il materiale “leader” del settore con il 60,3% di share, dove solo i blisterati rappresentano il 55,4% del totale confezionato.
Il resto degli imballaggi di alluminio è rappresentato da tubetti flessibili e rigidi  che, insieme, raggiungono il 3,8% del totale, seguiti dalle bombolette spray con 1,1% di share.

• Vetro. Fiale, flaconcini e flaconi rappresentano il 20% del totale delle confezioni, in aumento rispetto al 2015 anche in relazione alle vendite dei farmaci in forma liquida. Una crescita, quella del vetro, che risulta costante da alcuni anni, sostanzialmente grazie alla diffusione delle vaccinazioni anti influenzali e di quelle per la prevenzione di malattie infettive, neonatali e non (si veda, per esempio, la recente e massiccia campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione contro la meningite).
I flaconcini per prodotti iniettabili rappresentano più del 60% delle confezioni in vetro, cui seguono i flaconcini per prodotti bevibili assestati al 34% e i flaconi per sciroppi al 4,5%. I flaconcini di vetro per prodotti oftalmici risultano essere intorno allo 0,3%, scalzati dalla plastica, ormai preminente nella categoria.

• Plastica. I farmaci confezionati in flaconi, tubetti flessibili ecc. di plastica  hanno continuato a segnare un lento ma progressivo sviluppo; nel 2016 hanno raggiunto quota 19%.

• Carta. I contenitori di cartoncino spiralato per prodotti farmaceutici granulari rappresentano lo 0,2% del mercato.

Packaging secondario, da trasporto e chiusure. Oltre agli imballaggi primari, il confezionamento dei farmaci contempla anche imballaggi secondari (astucci di cartoncino) e imballaggi da trasporto (casse di cartone ondulato, pallet, film estensibile ecc.).
Tutti i farmaci etici e OTC venduti in farmacia prevedono l’impiego di scatole di cartoncino, che contengono il medicinale, il “bugiardino” ed eventuali accessori atti all’erogazione del farmaco stesso. In questo caso, si valuta che, nel 2016, le confezioni si siano attestate intorno alle 39.460 t. Diamo anche un breve cenno alle chiusure degli imballaggi primari, suddivise tra chiusure di alluminio (58%) e di plastica (42%).
Secondo le valutazioni dell’Istituto Italiano Imballaggio il totale di packaging in termini di tonnellate - inclusi imballaggi primari, secondari, da trasporto, chiusure ed etichette - si aggira intorno alle 114.500 t.                

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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