Il packaging del pulito (2020)
Dati di mercato, fatti e tipologie di confezionamento dei prodotti per la detergenza domestica. Analisi 2020 e prime previsioni 2021.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
La presente analisi prende in esame il settore della detergenza domestica e il comparto prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambianti che, in base alla classificazione proposta da Assocasa (federchimica), si suddivide come segue: detersivi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, disinfettanti e disinfestanti ambientali, cere, prodotti per la cura dell’auto, deodoranti ambientali e prodotti per la pulizia e manutenzione in generale.
Pulizia: antidoto alle paure
I dati relativi all’ultimo report annuale 2020 evidenziano come gli italiani, in piena pandemia e lockdown, abbiamo dato sfogo all’impulso di pulire la propria casa.
I numeri sono molto chiari: complice la reclusione forzata, ma anche la paura del virus, i prodotti per la detergenza domestica sono cresciuti sia a valore che in quantità.
In termini di fatturato, il settore segue una crescita di circa 8% rispetto all’anno precedente. I prodotti che hanno avuto un input molto positivo sono stati i coadiuvanti per il lavaggio (+8%) e i detergenti (+5%), dove i disinfettanti hanno registrato le performance migliori. Anche i prodotti per lavastoviglie sono cresciuti (+20%) con un aumento imputabile al massiccio acquisto di lavastoviglie (nel nostro paese le vendite in tal senso sono cresciute del 2,7%).
A essere caratterizzato da una tendenza negativa è invece il comporto bucato, dove i detersivi della categoria calano del 4% circa.
Valutando il settore dal punto di vista quantitativo, nel 2020 l’Istat rileva una produzione in crescita del 10% (1.857.000 tonnellate); il commercio estero chiude l’anno con importazioni sostanzialmente stabili (-0,1%) e con esportazioni in crescita (+6,8%).
Sempre nel 2020, il consumo apparente supera le 943.000 tonnellate, e risulta che non siano state solo le esportazioni ad assorbire la produzione ma anche la crescita del consumo interno.
In un anno così particolare, il settore della detergenza domestica è indubbiamente tra le aree che, nell’insieme, ha potuto “tirare un sospiro di sollievo”, registrando andamenti positivi sia per quanto riguarda i volumi che i fatturati: il ricorso esponenziale alla disinfettazione, sia in ambito domestico che in aree di pubblico accesso, ha contribuito all’andamento positivo del comparto.
Se circoscriviamo l’analisi ai soli mesi relativi al lockdown, si è registrato quello che è stato definito l’effetto “prevenzione e salute”, che ha portato nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 ai seguenti andamenti: detergenti superfici (+43,6%), guanti (+128,3%), sapone per le mani solido e liquido (+57,5%), candeggina (+49,5%), alcol denaturato (+154,0%), salviettine (+82,5%). Nel corso dell’anno ovviamente le tendenze si sono contratte, per tornare a tassi più contenuti.
Per quanto riguarda la distribuzione, il 60% delle vendite è avvenuto presso i supermercati e i drugstore, che hanno registrato una crescita rispettivamente del +8,2% e del +11,5. Risultano in calo le vendite presse gli ipermercati (-2,2) e sono crescita anche le vendite online.
2019 | 2020 | var 20/19 | Ip. 2021 | var 21/20 | |
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Produzione | 1.687.280 | 1.857.149 | 10,10% | 1.985.298 | 6,90% |
Import | 648.725 | 648.076 | -0,10% | 583.269 | -10,00% |
export | 1.471.618 | 1.571.688 | 6,80% | 1.681.706 | 7,00% |
Consumo | 864.387 | 933.537 | 8,00% | 886.861 | -5,00% |
Fonte/Source: Istat
Le tipologie di confezionamento
Nel settore della detergenza domestica continuano a dominare gli imballaggi di plastica, siano essi rigidi o flessibili: gli spostamenti di quote di mercato registrate nel 2020 sono state influenzate essenzialmente dal maggior utilizzo di un prodotto piuttosto che di un altro.
Il ricorso a detergenti e disinfettanti ha favorito la crescita della quota di mercato imputabile agli imballaggi di plastica rigida rispetto, per esempio, a quelli di metallo.
Ricordiamo che, a livello mondiale, gli imballaggi di plastica nell’ultimo decennio hanno registrato un tasso di crescita annuo del 4,8%, con un importante aumento dell’utilizzo di plastica proveniente da riciclo.
La plastica proveniente da riciclo e le bioplastiche trovano sempre più spazio nel settore della detergenza, complice la sempre maggiore attenzione alla sostenibilità sia del prodotto che della confezione.
Analizzando i numeri della Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, il mix del packaging (imballaggio primario) evidenzia quanto segue.
2019 | 2021 Ipotesi | |
---|---|---|
Bombolette metalliche | 1,50% | 1,20% |
Incarto in plastica | 1% | 0,60% |
Scatole in cartoncino | 4% | 4% |
Flaconi in plastica | 66,50% | 66,50% |
Poliaccoppiati flessibili da converter | 24,00% | 25,00% |
Tubetti flessibili plastica | 1% | 0,60% |
Brik | 0,30% | 0,20% |
Distributori automatici | 0,20% | 0,10% |
Confezioni ricariche biodegradabili | 1,50% | 1,80% |
100,00% | 100,00% |
Il primato della plastica
Nel 2020, gli imballaggi di plastica nella loro totalità coprono il 94% del confezionamento dei prodotti per la pulizia e la manutenzione degli ambienti, una percentuale costante ormai da qualche anno. Sono comprese in questa percentuale le confezioni realizzate in plastica biodegradabile, in costante crescita.
Nello specifico troviamo:
- bottiglie e flaconi di plastica, che rappresentano il 66,5%, con uno share costante ormai da molti anni e che ha visto scostamenti solo a favore di plastiche provenienti da riciclo rispetto a quelle vergini. Nel 2020 c’è stato un leggerissimo aumento dovuto all’andamento migliore di alcuni prodotti che utilizzano esclusivamente o in prevalenza imballaggi in plastica;
- i contenitori realizzati con materiale accoppiato flessibile da converter, che continuano a crescere ormai da tempo e nel 2020 raggiungono il 24% del totale delle confezioni del settore (si ipotizza un’ulteriore crescita nel 2021);
- le ricariche per flaconi dei detersivi realizzate con materiale plastico biodegradabile (che si aggiungono alla famiglia degli imballaggi di plastica) e risultano in costante crescita (nel 2020 hanno toccato l’1,5% del totale mix del packaging). Questa ultima tipologia di imballaggio, in particolare, è destinata ai prodotti concentrati che, sciolti all’interno di un flacone, rilasciano quanto necessario a ricostituire il detersivo o il detergente originale. Anche per questa tipologia di packaging, ma soprattutto di prodotto, si ipotizza un ulteriore aumento nel 2021;
- incarti utilizzati per i saponi in pezzi (1%) e i tubetti (1%).
Gli altri materiali
Il restante 6% del packaging del settore è composto da:
- astucci di cartoncino, impiegati in prevalenza per i prodotti in polvere e per tabs per lavastoviglie che, nel 2020, rimangono costanti al 4%;
- bombolette spray di metallo (ormai quasi esclusivamente in acciaio a scapito dell’alluminio) che si assestano all’1,5%;
- contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta 0,3%, in calo rispetto al 2019;
- il restante 0,2% è rappresentato dalla categoria dei distributori automatici di prodotti sfusi, un fenomeno che in Italia non ha attecchito come in altri paesi e negli anni è andato via via diminuendo.
Di rilevante importanza risultano essere anche gli imballaggi secondari e da trasporto, scatole di cartoncino o cartone ondulato, queste ultime in continuo e costante aumento grazie soprattutto allo sviluppo delle vendite online, film termoretraibile e pallet.
Nel 2020 sono state circa 177.000 le tonnellate di imballaggi utilizzate per confezionare, stoccare e trasportare i prodotti per la detergenza domestica, compresi quindi imballaggi primari, accessori, imballaggi secondari, da trasporto e di protezione (oltre 74.000 sono le tonnellate imputabili alla confezione di imballaggi in plastica).
In termini di valore gli imballaggi in plastica rappresentano oltre il 90% degli imballaggi utilizzati per questo settore, il 7% si riferisce alla carta, mentre il restante 3% si riferisce agli imballaggi metallici.
La detergenza, nei primi mesi del 2021
In base all’analisi dei dati dei primi 7 mesi dell’anno, le ipotesi evolutive per il 2021 vedono ristabilirsi gli andamenti già consolidati in passato. I consumi andranno inevitabilmente riducendosi, per tornare, come accadrà per molti settori, a livelli pre-pandemia. La produzione sarà sempre più rivolta all’esportazione, e si ipotizza un calo del 10% circa delle importazioni.