Il mercato italiano delle bevande (2017)

Dati di consuntivo 2017 e prime proiezioni 2018 sull’andamento del mercato nazionale. Produzione, consumi e tipologie di packaging delle bevande alcoliche e analcoliche.

Secondo le analisi di ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) il 2017 ha coinciso con la ripresa dei consumi alimentari (la spesa degli italiani in questo ambito è cresciuta del 3,2% rispetto al 2016). Dopo la timida ripresa registrata nei primi 9 mesi, sul finale di anno si sono avuti slanci più importanti: dal +1,9% al +3,2% degli ultimi tre mesi.
Sempre in base alle analisi di ISMEA, quasi il 10% della spesa degli italiani è stata destinata alle bevande (considerando l’area globale, alcolici+analcolici), cresciuta del 4,6%.
Sono risultati in aumento i prodotti confezionati direttamente dal produttore (provvisti di codice EAN) che, per quanto riguarda le bevande, rappresentano il 98% del totale dei prodotti acquistati.
Come vedremo nel dettaglio, a sostenere il trend positivo di questo comparto, troviamo in primo luogo l’acqua in bottiglia, seguita da birra, spumanti e vino.

Evoluzione del mercato Volumi prodotti e saldo commerciale
Dal punto di vista dei volumi, nel 2017, in Italia sono stati prodotti oltre 24.799 milioni di litri di bevande, di cui il 22% ha interessato l’area degli alcolici e il 78% gli analcolici.
Dopo un 2016 abbastanza stabile, il 2017 ha registrato un buon tasso di crescita anche dal punto di vista quantitativo, con una produzione in aumento del 6%. Tale incremento è stato ampiamente sostenuto dai consumi interni - che registrano una crescita analoga - ma risulta positivo anche il trend relativo alle esportazioni (+5%), e in calo quello delle importazioni (-3%). Le ipotesi per il 2018 vedono una produzione in crescita del 3,2% sostenuta sia dalle esportazioni, +3,5%, che dai consumi interni, +3%.

Le bevande alcoliche. Il 2017 registra buone performance per la produzione delle bevande alcoliche in Italia (+4,8%). A guidare questo trend, sia il buon risultato delle esportazioni (+5%) sia dei consumi (+2%).
Entrando nel dettaglio delle diverse tipologie di bevande alcoliche, gli andamenti sono piuttosto differenti.
Ottime le performance relative alla birra, la cui produzione nel 2017 cresce di quasi il 12%. Buono il trend relativo ai consumi, +4%, che trova nuovo vigore dal continuo sviluppo delle birre artigianali. Le importazioni calano del 13%, mentre le esportazioni crescono del 2%.
Spirits e vermouth crescono del 10% circa in produzione ma, mentre per i primi a guidarne il trend positivo sono le esportazioni (+17%), per i secondi sono i consumi interni i protagonisti (17,5%).
Il fenomeno “aperitivo” continua a vivere un periodo molto positivo, sia per quanto riguarda i consumi domestici che per quelli fuori casa.
La produzione relativa agli spumanti cresce del 10% e, anche in questo caso, sono i consumi a guidarne l’andamento (+12%) ma restano ottime le performance dell’export (+9,5% rispetto al 2016).
Nel 2017 il vino è risultato abbastanza stabile, sia in fatto di produzione che di consumi, mentre salgono del 3% le esportazioni.

Prime stime 2018. Per quanto riguarda il mercato delle bevande alcoliche, l’anno in corso dovrebbe registrare un trend globale in crescita dell’1,9%, guidato dall’incremento del consumo interno e delle esportazioni. Rimane positivo il saldo commerciale. In particolare si prevedono i seguenti trend della produzione dei diversi settori:
- vini e spumanti +1,8%,
- birra +2,3%,
- spirits 1,7%
- vermouth, stabile.

Le bevande analcoliche. Hanno concluso il 2017 con un buona ripresa della produzione rispetto al 2016 (+6,5%): i consumi interni sono al +7% e risulta positivo anche il trend relativo alle esportazioni (+5%). Le importazioni crescono dell’1%. Il settore principale, in termini quantitativi, è quello dell’acqua minerale, che rappresenta il 76% della produzione globale di bevande analcoliche, seguito dai soft drink gasati (13%).
Analizzando le diverse tipologie di bevande analcoliche il 2017 chiude con i seguenti trend:  acqua minerale +8%, soft drink gasati +1,1%, succhi di frutta +8%; bibite piatte +0,6%.
Per il 2018 si ipotizza un trend positivo, anche se a ritmi più contenuti rispetto al 2107: +3,5% la produzione, consumi interni al +3%, esportazioni al +4% e importazioni al +3%.
La produzione di bevande analcoliche continua a essere condizionata essenzialmente dalla domanda interna, che ne “consuma” il 90%.
In termini quantitativi risultano significativi soltanto i volumi esportati relativi all’acqua minerale, che coprono oltre il 67% delle esportazioni totali bevande analcoliche.

Il confezionamento delle bevande nel 2017

Il packaging, come è noto, resta una variabile strategica nel settore  beverage. Oltre a proteggere il prodotto e consentirne la movimentazione, l’imballaggio è dunque anche un importante strumento di marketing. E lo è a maggior ragione oggi, dato che il consumatore vuole sempre di più essere informato su ciò che acquista, sulle caratteristiche, la provenienza ecc., ed è qui che il confezionamento gioca il suo ruolo fondamentale. Che sia l’etichetta, o l’imballaggio stesso - come nel caso delle lattine, dei brick o del cheer pack - quello che si richiede è che sia sempre accattivante ed esaustivo.
A livello globale, il mix del packaging delle bevande (alcoliche + analcoliche), vede la maggiore partecipazione delle bottiglie in plastica, con una share del 59,4%, a seguire il vetro con una partecipazione del 30,4%. I contenitori in cellulosa poliaccopiata risultano al 3,2%, le lattine al 2,5% e la voce altro (cheer pack, bicchierini di plastica, distribuzione alla spina, fustini keg, damigiane) al 4,6%. Nell’ambito della produzione di imballaggi usati per confezionare le bevande vengono costantemente adottate azioni di prevenzione dell’impatto ambientale: infatti negli ultimi anni si è assistito a una riduzione dei pesi degli imballaggi senza comprometterne però le prestazioni e la funzionalità.

Bevande alcoliche
In questo ambito, il mix del packaging vede la bottiglia di vetro esprimere la maggiore partecipazione al mercato in tutti i settori, anche se troviamo altre tipologie di imballaggi, in particolare nei settore del vino e della birra.
Nel 2017, il vetro (a perdere e a rendere) occupa infatti una quota del 77%, in crescita rispetto al 2016, grazie soprattutto alle ottime performance dei settori vermouth e spirits, confezionati esclusivamente in vetro, e soprattutto al trend più che positivo relativo agli spumanti, anche questi confezionati esclusivamente in bottiglie di vetro. L’imballaggio di vetro continua ancora ad essere positivamente influenzato dallo spostamento del mix del packaging anche dei vini di qualità inferiore,  a scapito del brick.
La voce altro, 13% di share in leggero calo, comprende le damigiane, i bag in box e i fustini keg. Trend in calo anche per i contenitori poliaccoppiati rigidi, che perdono partecipazione nel settore vino e, nel 2017, raggiungono il 5,8% di share.
Le lattine risultano in crescita e rappresentano il 3,2% nel mix del packaging del settore bevande alcoliche. Questa tipologia di packaging trova nuovo vigore nell’ambito della birra e, più precisamente, nell’area birre artigianali: rispetto al 2016, le lattine sono infatti riuscite a insinuarsi in questo mercato risultando più strategiche e competitive rispetto al vetro. A seguire le bottiglie di PET, all’1%.

Bevande analcoliche. In questo caso continua il predominio delle bottiglie di PET (76,3%), cui seguono il vetro con il 16,9%, le lattine con il 2,3%, gli accoppiati rigidi con il 2,5% e gli altri imballi con il 2%.
In quest’ultima voce rientrano principalmente i flessibili da converter, ma sono presenti anche i bicchierini in PS e gli erogatori utilizzati per la distribuzione alla spina delle bibite carbonate.
Da segnalare, inoltre, che la ripresa dei consumi fuori casa ha portato nuovo linfa alla bottiglia in vetro, specie per quanto concerne l’acqua. In base alle prime analisi relative all’anno 2018 prosegue la tendenza registrata già lo scorso anno a favore delle bottiglie in vetro, in particolar modo nell’ambito delle bevande carbonate. Risultano in continua e costante crescita, nell’area succhi di frutta, gli imballaggi flessibili da converter (cheer pack), che stanno erodendo quote di mercato ai contenitori accoppiati rigidi, in particolar modo per i piccoli formati.     

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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