Gli imballaggi flessibili da converter (2014)

DATI E FATTI Dal 2005 al 2014 gli imballaggi flessibili da converter hanno espresso un tasso di sviluppo del 3,3% medio annuo. La crescita è proseguita anche in concomitanza con la crisi economica, tanto da fare registrare un +2,7% medio annuo nel periodo 2011-2014.

Con riferimento al ciclo di vita, quella del flessibile è tra le poche aree del settore imballaggio a presentare ancora uno sviluppo progressivo e interessante.

Il mercato
In Italia operano circa 78 produttori. Nel 2014, il fatturato globale è stato di circa 1.995 milioni di euro, di cui il 27% circa imputabile ad aziende che superano i 160 milioni di euro, il 35% ottenuto nella fascia da 50 a 150 milioni di euro e il restante 38% circa nella fascia di fatturato inferiore a 50 milioni di euro.
Sempre nel 2014, la domanda interna di 185.000 tonnellate ha segnato un incremento del 2,2% rispetto all’anno precedente. Solo nel 2012 si verificò un calo dei consumi interni, ma la crisi fu compensata dalla crescita delle esportazioni.
Le vendite all’estero sono incrementate del 5,7%, assorbendo il 48% della produzione.
Qualità e servizio al cliente sono i punti di forza dei produttori italiani di imballaggi flessibili che, da sempre, hanno una forte vocazione all’export (alcune aziende del settore esportano oltre il 70% della propria produzione), con flussi di destinazione che interessano sia l’area UE che extra UE.
Sempre contenute le importazioni, 1-2% del consumo nazionale, ma la concorrenza straniera, specie quella turca, si fa sentire, non tanto in Italia, ma senz’altro quando i produttori italiani operano all’estero.
Sino al 2004 - 2005 lo sviluppo del flessibile da converter è stato guidato essenzialmente dall’erosione delle quote di altre tipologie di imballaggio; attualmente la crescita deriva invece dalla presenza in settori nuovi, come i piatti pronti surgelati o refrigerati, i prodotti ortofrutticoli di IV gamma e gli alimenti freschi pre confezionati e pre pesati immessi sul mercato.

Strutture complesse e in divenire
Questa famiglia di imballaggi, come è noto, presenta una struttura complessa plurimateriale: cellulosa, plastica, film di alluminio o metallizzazione.
Analizzando le attuali caratteristiche degli imballaggi flessibili da converter emerge una netta e progressiva tendenza alla diminuzione del peso a parità di prestazioni. Tale processo è il risultato di una proficua attività di ricerca atta a individuare nuovi materiali e tecniche di fabbricazione. In questo contesto emerge un progressivo impiego di film plastici, e di conseguenza, rallenta l’impiego di altri materiali.
Tenendo in conto questo processo di alleggerimento, la produzione espressa in metri quadri presenta un tasso di sviluppo lievemente migliore rispetto al calcolo con riferimento ai valori espressi in peso.
Si stima che, al momento attuale, il 70% circa dei poliaccoppiati flessibili da converter sia costituito dal “tutto plastica”, il 25% circa vede la presenza del foglio di alluminio e il 5% il foglio di carta.

I settori di impiego

L’alimentare, con uno share del 90,7%, resta il principale mercato di sbocco.
In questo ambito, prevale con il 25%, l’area dei prodotti da forno e delle paste alimentari, seguita da formaggi 18,8%, tendenzialmente in crescita; carni trasformate e salumi 7,9%, in lieve ridimensionamento; surgelati 7,5%, stabile; caffè 4,5 %, in lieve crescita; pet food 3,7%, in lieve ridimensionamento; altri alimenti 23,3%.
I poliaccoppiati flessibili esprimono buone potenzialità di sviluppo anche nelle conserve di legumi, derivati del pomidoro destinati all’horeca, creme, salse varie ecc.
In ambito non food, i maggiori settori di utilizzo sono quelli della cosmesi e del farmaceutico, con uno share del 4,7% in entrambi i casi. Il restante 0,2% può essere imputato al chimico.

Materie prime per la produzione dei flessibili da converter
Il progressivo alleggerimento dell’imballaggio flessibile ha comportato modifiche anche al mix delle materie prime utilizzate per la produzione degli accoppiati.
In via tendenziale, il foglio sottile di alluminio, dove è possibile, viene sostituito dalla metallizzazione (alluminio) e anche la carta e il cartoncino risultano in lieve calo.
I film plastici presentano, per contro, una crescita progressiva: nel 2014 il loro impiego è stato del +3% circa, a fronte di un +2,5% dell’alluminio e di una sostanziale riconferma dei quantitativi degli impieghi della carta e cartoncino.
Anche per i film plastici si può parlare di riduzione dei grammi per metro quadrato: infatti, il sempre maggior impiego di film barriera (come Nylon, EVOH ecc.) consente, in molti casi, di ridurre gli strati o gli spessori dei film.                                         

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

 

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