Farmaci etici e OTC: il confezionamento

NUMERI E TENDENZE Andamento dell’attività del comparto e confezionamento delle diverse forme farmaceutiche. Nel 2011, lieve rallentamento delle esportazioni, buono il mercato interno.

Il settore farmaceutico nella sua globalità (etici e OTC, compreso gli ospedalieri ed escluso i farmaci veterinari) ha espresso nel 2011 un fatturato di circa 26.912 mln di Euro (fonte Pro­meteia).
Nel corso del 2011 il trend di sviluppo che aveva caratterizzato il triennio precedente si è rallentato: il cambiamento ha interessato essenzialmente le esportazioni, che pure sono restate su valori positivi, mentre il mercato interno ha continuato a evidenziare un trend evolutivo in crescita: in momenti di crisi generale dei consumi, questa tenuta del mercato va ascritta all’invecchiamento della popolazione e alla crescente attenzione alla prevenzione e alla qualità della vita.

Determinante per la dinamica evolutiva dell’ultimo biennio è il progressivo aumento del numero di farmaci erogati dal sistema Sanitario Na­zionale (Ssn), a fronte di un calo progressivo del fatturato. Tale evoluzione deriva anche in parte dalla scadenza di importanti brevetti, che ha determinato la possibilità di immettere sul mercato farmaci a minore costo ma con caratteristiche immutate, distribuiti dal Ssn.
Resta comunque positivo l’andamento delle esportazioni di medicinali, trainate essenzialmente dalle vendite sui mercati extra europei. Cina, Russia e Turchia sono i paesi dove si è registrato il maggior tasso di sviluppo delle esportazioni italiane di farmaci.
Restano in sostanza buone le prospettive per il prossimo biennio, sostenute essenzialmente dalle esportazioni. Anche la domanda interna dovrebbe continuare a evidenziare un trend positivo, ma su valori ridotti rispetto al passato, a seguito di una politica di contenimento dei costi del Ssn.

Le percentuali  
di un comparto

Le confezioni commercializzate possono essere così ripartite: 87% circa prodotti etici delle classi A, B e C (con riferimento alla ripartizione del Ministero della Sanità), 3% circa altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e 10% di farmaci da banco.
Si valuta che l’area dei farmaci etici e OTC venduti in farmacia abbia “consumato” nel 2011 2.050 milioni di confezioni (+1% circa rispetto al 2010). In particolare: 594,5 milioni di confezioni di forme farmaceutiche liquide (iniettabili, orali, oftalmici ecc) in crescita dell’1,1% rispetto al 2010; 1292 milioni di forme farmaceutiche solide (compresse, capsule, polveri ecc.) al +1%; 164 milioni di altre tipologie di farmaci (pomate, gel, spray ecc.) in crescita dello 0,6%.
L’aumento delle vendite dei farmaci in forma liquida è trainato essenzialmente dagli iniettabili, a seguito della diffusione delle vaccinazioni contro l’influenza.
La crescita delle forme farmaceutiche solide ha interessato, con lievi differenze, tutte le diverse tipologie di farmaci: orali, polveri per uso esterno, farmaci per uso rettale e vaginale.
Per quanto riguarda le altre specialità farmaceutiche, lo sviluppo ha interessato principalmente i farmaci in forma spray e i transdermici.

Le forme dell’imballaggio: quanto e come
Il confezionamento di un farmaco deve anzitutto soddisfare le funzioni primarie: proteggere il prodotto, assicurare l’assenza di interazioni negative tra contenitore e farmaco, renderne facile e funzionale l’uso, ma al tempo stesso impedire la manomissione e gli usi impropri, ad esempio, da parte dei bambini.
La scelta dell’imballaggio è inoltre strettamente correlata alla tipologia di farmaco (liquida, solida, spray ecc.), ma anche alle caratteristiche delle sostanze presenti nel farmaco.
Nel 2011, per le diverse tipologie di farmaci, sono state prodotte 2.050 milioni di confezioni, +1% rispetto al 2010.
I prodotti blisterati confermano uno share globale del 55,6% e restano i più utilizzati nell’ambito dei prodotti solidi per uso orale (salgono al 93% circa).
A seguire, il confezionamento in vetro (share globale 19,6%) predomina nettamente nei farmaci in forma liquida, in particolare gli iniettabili. Nel complesso, il confezionamento in plastica arriva al 18,8%, sostanzialmente stabile rispetto al 2010; in questo ambito, però, si riduce la presenza della flaconeria tradizionale (pluridose) mentre aumentano le monodosi (contenitori e bustine).
Per meglio evidenziare la situazione delle diverse tipologie di confezionamento e del loro trend evolutivo è utile analizzare l’andamento delle tre famiglie di farmaci, ossia liquidi, solidi e vari, e nel loro ambito le diverse tipologie.

Farmaci in forma liquida (orali, iniettabili e altri non bevibili). Il vetro si mantiene nel complesso stabile al 63%; cresce però il ricorso a flaconcini monodose e diminuiscono i flaconi pluridose.
Il flacone di plastica è stabile al 34% e la bustina in accoppiato monodose arriva al 3%, con buone potenzialità di crescita.
Per quanto riguarda gli iniettabili, il rapporto 47% fiale di vetro tubo e 53% flaconcini di vetro cavo+fiale si mantiene stabile.
Per quanto concerne l’ampia categoria dei farmaci liquidi “non bevibili” costituita da oftalmici, otologici ecc., il confezionamento è per il 93% in flaconeria di plastica (4,5% in bustine monodose o flaconcini) e per il 2,5% in flaconcini di vetro.
Il mix del packaging risulta al momento stabilizzato, ma sono le monodosi a esprimere le maggiori potenzialità di sviluppo.

Farmaci in forma solida (orali, uso esterno polveri) e uso rettale -vaginale. Per i farmaci da somministrare per via orale (granuli, compresse…), il blister conferma la propria netta preminenza (93% circa). L’unico vero competitor è la bustina monodose in poliaccoppiato (2,5%); le altre confezioni (4,5%) di plastica, vetro o cellulosa sono tendenzialmente in calo.
Con riferimento ai farmaci per uso esterno, le polveri, le due principali tipologie di imballaggio sono i contenitori pluridose di alluminio e di plastica, rispettivamente al 42% e 50%.
Una progressiva tendenza alla crescita interessa le bustine monodose di poliaccoppiato, oggi attestate su uno share dell’8%.
I farmaci per uso rettale vaginale sono messi in vendita essenzialmente in alveoli o microclismi in plastica.

Sotto la voce “farmaci vari” sono elencate tre categorie: transdermici, l’area delle creme (gel, pomate e schiume) e i prodotti farmaceutici in forma spray.
I primi vengono confezionati in strip multistrato composti da carta, alluminio e polietilene.
Tubetti flessibili di alluminio (66%) e bustine monodose di poliaccoppiato flessibile (10%) sono destinati a pomate e gel.
I farmaci in forma di schiume o spray utilizzano all’81% la bomboletta spray di alluminio (quella di acciaio è pressoché assente); il restante 19% è da riferirsi ai flaconi di plastica con dosatore.  
I maggiori mutamenti nel mix del packaging derivano dall’andamento delle diverse forme farmaceutiche (liquidi bevibili, iniettabili, forme farmaceutiche solide ecc...).
Le caratteristiche del “prodotto farmaco” rallentano i cambiamenti nel packaging primario, anche in considerazione del fatto che ogni modifica deve essere previamente autorizzata dal Ministero della Sanità.
Il confezionamento dei farmaci contempla anche imballaggi secondari (astucci in cartoncino, necessari non solo a proteggere il prodotto ma anche per con­tenere il “bugiardino ) e imballaggi da trasporto (casse di cartone ondulato, pallet, film estensibile ecc.).   
 
Plinio Iascone
Istituto Italiano imballaggio

 

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