Etichettatura ambientale: si comunica di più e meglio
Come e quanto cambia, semestre dopo semestre, la presenza dell’etichettatura ambientale sui prodotti in vendita nei supermercati e ipermercati italiani? Ce lo dice la sesta edizione dell’osservatorio IdentiPack di cui riportiamo un estratto (dati raccolti a giugno 2024)

Dal freddo alla carne, dal fresco alla drogheria alimentare, dall’ittico alle bevande fino all’ortofrutta, passando per cura casa, cura persona e pet care, il numero dei prodotti confezionati, presenti sugli scaffali della distribuzione moderna che indicano sulle etichette il materiale di composizione del packaging, sta lentamente crescendo.
Lo confermano i dati contenuti nell’ultima edizione di Identipack, l’osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale degli imballaggi a cura di CONAI e dell’organizzazione non profit GS1 Italy: le confezioni con etichette cosiddette “parlanti”, ossia che comunicano la composizione del loro packaging, acquistate dagli italiani, ha superato i 16,5 miliardi di unità, facendo salire la percentuale di prodotti con codifica identificativa del materiale al 72,2% del totale grocery (+2,5% rispetto all’anno precedente). Il graduale aumento degli imballaggi che comunicano in etichetta informazioni ambientali rappresenta un grande cambiamento: non si tratta solo di ottemperare a un obbligo, ma anche di aver compreso l’importanza di fare comunicazione ambientale attraverso il packaging.

Il comparto del freddo primo in classifica
Ancora una volta il comparto del freddo, che include gelati e surgelati, si conferma la categoria merceologica con la più alta percentuale di confezioni “parlanti” (58,3%), seguono le carni (54,2%), il fresco (52,5%), la drogheria alimentare (51,5%) e il reparto cura casa (49,1% in crescita del 4,6% rispetto all’anno scorso). Sale anche l’ortofrutta che passa dal 42,5% dello scorso anno al 45,6%. Restano invece sotto la media del 40% l’ittico, il cura persona, le bevande e il pet care, ma sono le referenze dedicate agli “amici animali” che mettono a segno i migliori risultati: +5,9% che porta la percentuale dal 26,9% al 32,8%.
Il corretto conferimento in raccolta differenziata, grazie all’identificazione del materiale d’imballaggio
Un importante elemento mappato da IdentiPack è dunque la presenza sulle confezioni del largo consumo confezionato di indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento nella raccolta differenziata. Un’informazione riportata da oltre la metà dei 138.179 prodotti Immagino analizzati: 77.865 confezioni, per una percentuale pari al 56,4%.
Guardando ai volumi - con i dati riferiti a giugno 2024 - sono state vendute oltre 18,3 miliardi di unità tra supermercati e ipermercati, pari all’80% del totale grocery. Entrambi gli indicatori risultano in crescita rispetto all’anno precedente: il numero dei prodotti dotati di queste informazioni è aumentato di 2,5 punti percentuali e quello delle confezioni vendute di 1,9 punti percentuali. In diversi reparti la presenza di queste informazioni sul totale dei prodotti analizzati supera il 60%: per primo il freddo seguito da fresco, ortofrutta, carni e drogheria alimentare, con quote superiori di oltre 8 punti percentuali rispetto alla media grocery per drogheria alimentari e carni e di oltre 10 punti percentuali per ortofrutta, fresco e freddo. Sotto la soglia del 56,4% troviamo cura casa (55,2%), ittico (44,4%), pet care (42%), cura persona (36,9%) e bevande (36,2%).
I marchi ambientali volontari
Le aziende si dimostrano sempre più volenterose di dimostrare ai consumatori le buone pratiche messe in campo per una maggiore sostenibilità. Infatti, aumenta la propensione a inserire marchi ambientali volontari o altre dichiarazioni ambientali volontarie sul pack. Sono 11.454 le referenze che riportano queste informazioni, l’8,3% del totale grocery, un dato in crescita di 0,3 punti percentuali. Nello stesso periodo di tempo, in supermercati e ipermercati, sono state vendute più di 2,6 miliardi di confezioni, l’11,4% del totale del largo consumo confezionato. E anche in questo caso si registra un trend positivo: +0,2 punti percentuali.
Il cura casa ha superato la drogheria alimentare nella classifica dei reparti più virtuosi da questo punto di vista: dall’8,5% della rilevazione dell’anno precedente è salita al 9,1% (+0,6 punti percentuali).
Consultazione digitale ancora sottotono
I limiti di spazio nelle etichette possono essere aggirati sfruttando le potenzialità del digitale, come il Qr-code, attraverso cui le imprese possono invitare i consumatori ad approfondire la conoscenza del prodotto. Eppure, questa strada è ancora poco battuta dai player del largo consumo italiani. A suggerire di visionare le informazioni ambientali in modo digitale sono solo le etichette del 3,8% dei prodotti grocery rilevati da Immagino che corrispondono al 2,9% delle confezioni vendute ad anno terminante giugno 2024 da supermercati e ipermercati. I 5.186 prodotti che suggeriscono al consumatore di visionare digitalmente le informazioni ambientali hanno una distribuzione molto difforme all’interno dei dieci comparti merceologici rilevati e sono concentrati quasi esclusivamente nel mondo della cura casa, dove il 30,4% delle referenze (in pratica una su tre), invita a consultare il web per approfondire le tematiche ambientali.
IDENTIPACK - OSSERVATORIO ETICHETTATURA AMBIENTALE
Il progetto di CONAI e dell’organizzazione non profit GS1 Italy IdentiPack è giunto alla sesta edizione. Il rapporto semestrale incrocia, come di consueto, le informazioni inerenti al packaging e alle sue caratteristiche ambientali riportate sulle etichette di oltre 138mila prodotti digitalizzati a giugno 2024, dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi con le elaborazioni di NielsenIQ sul venduto (retail measurement service) in ipermercati e supermercati. Il Rapporto integrale è disponibile sul sito osservatorioidentipack.it.
