Delocalizzare all’italiana

INDIA Mac Due racconta la storia della joint venture avviata nel subcontinente indiano per produrre confezionatrici semiautomatiche di qualità occidentale a costi orientali. Con l’obiettivo di conquistare i mercati emergenti, ed essere sempre più competitivi sui mercati occidentali.

Le confezionatrici semiautomatiche che sono state la base di partenza della Mac Due, progettate 30 anni fa ma tutt’ora attuali, sono al centro di un nuovo progetto che apre al futuro. «Se infatti - spiega Fiorenzo Donetti, AD della società bolognese - la domanda di macchine semplici made in Italy, che consentono di fare un primo passo verso l’automazione dei processi senza investimenti esagerati, è ancora viva e vivace, i prezzi imposti dai competitor dei paesi emergenti ne condizionano la diffusione. Ci siamo dunque chiesti come valorizzare il nostro patrimonio storico di competenze e tecnologie e abbiamo pensato che la risposta potesse trovarsi… nelle aree in via di sviluppo».
È iniziata così l’avventura indiana di Mac Due, PMI emiliana doc, cresciuta sul duplice fronte delle macchine confezionatrici standard per prodotti generici con film termoretraibile e delle linee complete di imballaggio dedicate ad industrie specifiche quali tissue, vassoi e prodotti termoformati e pannelli isolanti,  fornendo un processo completamente automatizzato, che parte dall’output della macchina di processo per arrivare al pallet “stretchato” pronto da caricare sul camion.
Un’avventura sfociata nella joint venture con un partner indiano, produttore di macchine per l’avvolgimento stretch, e nella nascita di una società manifatturiera battezzata “Italindia”: «Un nome semplice per esprime con immediatezza l’unione delle competenze e dei punti di forza dei due paesi».

Un occhio a Est
e l’altro a Ovest

L’approdo a Coimbatore, racconta Donetti «a sud dell’India, nel cuore di un distretto ricco di subfornitori in grado di realizzare tutti i tipi di lavorazione» segna una svolta nel processo di internazionalizzazione della società emiliana.
«La MacDue in passato serviva i mercati esteri al seguito dei produttori di impianti di processo, che completavano le linee con le nostre macchine confezionatrici e vendevano in tutto il mondo. Poi abbiamo iniziato a sviluppare un’attività commerciale autonoma, promossa tramite fiere di settore e gestita con una rete commerciale di agenti e distributori sempre più estesa. In questo percorso, tutt’altro che compiuto, la fondazione di Italindia rappresenta una tappa atipica, sia perché vi svolgiamo anche un’attività produttiva sia perché ci ha permesso di attuare una nuova strategia di sviluppo». Espressa in parole semplici, consiste nel proporre sia in Oriente sia in Occidente macchine confezionatrici di qualità italiana a prezzi indiani, in grado di soddisfare in maniera competitiva le esigenze di un ampio pubblico di utilizzatori, grazie a un rapporto qualità-prezzo che non teme confronti né a Est né a Ovest.
«In India - spiega Donetti - i volumi produttivi crescono e un numero significativo di medie imprese inizia a introdurre elementi di automazione. Oggi questi operatori trovano, accanto alle proposte dei fornitori locali, anche le nostre, realizzate “all’europea” adottando tecnologie molto più evolute ma con prezzi in linea col mercato. Mutatis mutandis, in Occidente accade lo stesso: qui il livello di automazione diffuso è incomparabilmente più elevato, tuttavia molte realtà che non fanno volumi da multinazionale si orientano verso soluzioni di base e, dunque, verso macchinari più semplici. A loro offriamo quindi macchine a un prezzo molto competitivo a fronte di un livello di qualità in linea con gli standard occidentali».
 
I benefici di una buona collaborazione
Italindia Packplus Pvt. Ltd. nasce dunque a seguito di un accordo fra Mac Due, che controlla il 40% della nuova società, e Penguin Engineers, qualificato produttore di macchine per l’avvolgimento con film estensibile e macchine per l’avvolgimento di cavi industriali che opera a livello internazionale. Il socio di maggioranza assicura la gestione d’impresa e ha la responsabilità di una rete commerciale e di assistenza che copre l’intera area del Far East. Mac Due, dal canto suo, ha portato in dote i progetti delle macchine e messo in campo le competenze dei suoi tecnici, i molti corsi di formazione, la struttura di vendita in Occidente e, buon ultimo, una visione del mercato “diversa” che, nel confronto di esperienze e mentalità, contribuisce a stimolare nuovi approcci al mercato internazionale.
«Anche se abbiamo molte cose in comune - racconta ancora Donetti - per poter collaborare al meglio con i partner abbiamo dovuto risolvere alcune questioni importanti, centrate in buona parte sul concetto di qualità. Gli utilizzatori indiani hanno infatti una scala di valori diversa dalla nostra, per quanto riguarda le macchine: purché faccia bene il suo dovere, un macchinario può essere saldato in maniera approssimativa, verniciato male, montare componenti di marche sconosciute, in fin dei conti sembrare di seconda mano anche se è nuovo… Abbiamo dunque dovuto discutere con fermezza per affermare il principio che le confezionatrici prodotte a Coimbatore dovessero essere uguali, in tutto e per tutto, a quelle che Mac Due realizza a Bologna, pena la preclusione dei mercati occidentali. Con un forte impegno di entrambe le parti ce l’abbiamo fatta. Altro ostacolo non trascurabile nasce dalle differenze sostanziali della legislazione in materia di sicurezza del lavoro: non è dunque affatto scontato che l’utilizzatore asiatico accetti, per esempio, di pagare per protezioni anti-infortunistiche che la legge non impone come necessarie. Anche in questo caso però, abbiamo trovato un equilibrio senza venir meno al rispetto dei nostri standard: possiamo infatti essere competitivi sul piano economico, pur offrendo di più».

Happy end
Dal 2011, dunque, Italindia produce avvolgitrici di qualità certificata, con componenti delle migliori marche del mondo («disponibili ovunque, anche in India») e, dalla fine dello scorso anno, ha iniziato a esportare anche in Occidente, sostenuta dallo sforzo di Mac Due per continuare a sviluppare una rete di distributori adeguata a questi modelli standard. I primi risultati sono tali da confortare i soci sulla bontà di una strategia ben fondata, che ha impegnato molto e a tutti i livelli. «Italindia possiede due capannoni, per la carpenteria e il montaggio, edificati ex novo su un campo di noci da cocco, e oggi, dopo un intenso lavoro di training, soprattutto sugli aspetti meccanici, lavora a pieno regime. La risposta del mercato è incoraggiante: le nostre macchine standard sono bene accolte ovunque, tanto a Est quanto a Ovest; inoltre possono rappresentare la “testa di ponte” per una successiva introduzione, anche nei paesi emergenti, dello step ulteriore, ovvero le macchine con performance ancora piú elevate e di linee completamente automatiche di imballaggio chiavi in mano». 

Dal confezionamento all’handling

Mac Due è stata fondata nell’81 da due soci, uno dei quali - Valentino Donetti - è l’attuale presidente. Basata a Bologna, con una trentina di dipendenti e un fatturato annuo che oscilla fra i 6 e i 7 milioni di euro, produce confezionatrici specifiche per vari prodotti (in misura rilevante tissue, vassoi termoformati e pannelli isolanti) con linee complete di imballaggio, debitamente integrate e ingegnerizzate che comprendono anche tutto l’ “handling” dei prodotti, dagli impilatori ai palettizzatori robotizzati.
In fase di progressiva espansione, anche grazie ad accordi commerciali con altri produttori affini e complementari, la società esporta in quasi cinquanta paesi e vanta un portafoglio clienti di prestigio (Sca, Kimberly Clark, Knauff, Linpac, Basf, ecc).
Mac Due progetta, realizza e collauda al proprio interno tutte le macchine e relativi software e, nel 2008, ha avviato il progetto sfociato nella nascita della joint-venture manifatturiera Italindia.  
Fra i brevetti che ne hanno segnato la storia tecnologica, segnaliamo quello relativo a un nuovo tipo di confezione per rotolo singolo di carta tissue da cucina per “vestirlo”  e dare l’immagine richiesta per spiccare nello scaffale del supermercato, e a un sistema di accoppiamento film da installare su macchine confezionatrici che, partendo da due bobine, crea direttamente in macchina un'unica grande bobina monopiega, raddoppiando l’autonomia dell’impianto e semplificando sia la sostituzione sia la stampa del film usato nel confezionamento.            
                                          

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