Cosmetico: buone performance e trend

Le stime per il 2017 parlano di quasi 11 miliardi di fatturato globale per il settore cosmetico italiano e di una crescita dell’export inarrestabile. Sul fronte  della distribuzione,
i negozi specializzati, i monomarca e l’e-commerce esprimono ottime performance, ottenendo l’ampio consenso dei consumatori. Dati e fatti di un comparto presentati il 25 luglio a Milano da Cosmetica Italia.


I dati dell’Indagine Congiunturale di Cosmetica Italia relativi alle stime per il 2017 confermano la crescita del fatturato globale del settore cosmetico: se a chiusura del 2016 si registrava infatti un valore di 10,5 miliardi, per il 2017 si prevedono cifre che si avvicinano agli 11 miliardi di euro (+1,2%). Rimane positivo anche l’impatto dell’export, per il quale si stima una crescita del 9,5% di qui a fine anno (4.800 milioni di euro).
Come ha tenuto a sottolineare il presidente di Cosmetica Italia, Fabio Rossello aprendo l’incontro voluto per presentare l’Indagine Congiunturale «In un panorama macroeconomico ancora incerto per l’economia italiana, l’industria cosmetica nazionale ribadisce la propria competitività, confermando gli investimenti in innovazione, ricerca e ampliamento della capacità produttiva, per conservare un primato ormai acquisito a livello internazionale grazie a un’offerta di qualità e sicura».  
 
Caratteristiche del mercato

Segnato dai profondi mutamenti nelle abitudini di acquisto, il mercato cosmetico, conferma l’anticiclicità degli anni recenti. A fine 2017, proiettando l’analisi elaborata a cavallo dell’estate, il valore dei cosmetici comprati in Italia tocca i 10.000 milioni di euro, con una crescita di poco più del punto percentuale, mentre si registra un calo fisiologico e generalizzato dei volumi.
Con riferimento ai canali di distribuzione, l’indagine congiunturale evidenzia differenze sostanziali.
Grazie alla riqualificazione del servizio e una maggiore ricerca di benessere, le vendite nei canali professionali (saloni di acconciatura e centri estetici) sono in ripresa da alcuni mesi e per il 2017 si prevede una chiusura vicina al +2%.
A fare da traino per la grande distribuzione sono invece i monomarca e gli spazi specializzati casa-toilette, che hanno registrato incrementi superiori al 6%.
Corre anche l’e-commerce, che incide in maniera consistente sul segmento delle vendite dirette, per le quali si prevede una crescita di 8,5 punti percentuali. Nel 2017, il valore delle sole vendite online è prossimo ai 300 milioni, dovuto all’ingresso di nuovi player.
Nel 2017 il Centro Studi di Cosmetica Italia ha avviato una rilevazione sui cosmetici a connotazione naturale, da cui deriva che il “green” ha registrato un valore di 950 milioni di euro di fatturato, che equivale a circa il 9% del fatturato globale del settore. E se i dati di preconsuntivo relativi al primo semestre 2017 segnano una piccola crescita per i canali dell’erboristeria (+0,8%) e della farmacia (+0,5%), le vendite in profumeria soffrono di un lieve calo (0,5%). Si conferma infine la tendenza positiva delle aziende terziste, che si pongono a monte della filiera e in maniera trasversale verso gli altri canali. I contoterzisti hanno raggiunto un +5% nel primo semestre del 2017 e si prevede un’ulteriore crescita nella seconda parte dell’anno.

Scenari di futuro

Nel corso dell’incontro di luglio, Giacomo Fusina (fondatore della società Human Highway) ha infine “lanciato uno sguardo” al 2027 della cosmetica italiana. Obiettivi e attese del settore sono infatti il fulcro di una ricerca svolta per Cosmetica Italia, che ha contemplato l’analisi della domanda e dell’offerta del comparto in relazione a volumi di consumo, evoluzione di prodotto, nuove modalità di acquisto, trend sociali, commerciali e valoriali: 1.600 le interviste a consumatori di prodotti di bellezza e 58 le imprese associate interpellate. Spunti di riflessione interessanti, quelli proposti da Fusina, di cui in questa sede riportiamo una breve sintesi.

Le previsioni. Se, in sostanza, entrambi i target concordano nell’immaginare un aumento dei consumi, la cosmetica del futuro viene invece descritta con sfumature diverse. Ferme restando infatti le parole chiave ricorrenti “innovazione”, “efficacia” e “naturale”, i consumatori si aspettano prodotti sempre più bio, economici ed ecologici, mentre le aziende tengono in maggior considerazione i temi della sicurezza e della lunga durata.   

E cosa ci si aspetta dal packaging? Che sia anzitutto pratico e riciclabile ma, per i consumatori, anche di dimensioni contenute, colorato, bello, sempre disponibile con ricarica, in formati standard e monodose e con strumenti di diagnostica incorporati.  Le imprese, che credono fermamente nello sviluppo della tecnologia, immaginano confezioni sempre più “intelligenti” (QRcode integrati) e materiali capaci di offrire il massimo grado di protezione al contenuto, puntando quindi alle doti funzionali.

La ricerca ha anche studiato i processi di acquisto della cosmetica e i luoghi deputati (negozi tradizionali e virtuali): 3 acquirenti su 10 ritengono che fra 10 anni acquisteranno in prevalenza on-line e solo marginalmente in modo tradizionale. Una quota simile (27,6%) ritiene che anche fra dieci anni continuerà ad acquistare i prodotti in modo tradizionale.
La quota maggiore è composta da acquirenti multi-canale, persone che immaginano di utilizzare i due canali, on e off, con la stessa frequenza.

Imprese e consumatori hanno invece idee piuttosto diverse sullo sviluppo delle tecnologie digitali a supporto della vendita nel “negozio del 2027” e dell’evoluzione dell’esperienza di acquisto: mentre le prime si concentrano sull’efficienza del processo (monitoraggio in tempo reale dei trend, pagamenti automatici, tutorial…), i secondi cercano, attraverso la tecnologia, di ottenere consigli, servizi e prodotti personalizzati.

In conclusione, il futuro dell’industria cosmetica - all’insegna di un made in Italy da valorizzare sempre più per competere sul mercato globalizzato - sarà garantito dalla sua capacità di rispettare numerosi vincoli di ordine etico, sociale e ambientale, dove il più generale termine “sostenibilità” si declina in ecologia, economia circolare, sobrietà nell’uso delle risorse, attenzione all’individuo.                                                   
 

 

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