IPACK-IMA 2025: come si cambia

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Alla luce delle regole europee che stanno cambiando il panorama di riferimento, Simone Castelli, Amministratore Delegato di Ipack Ima Srl, anticipa a ItaliaImballaggio cosa ci dovremo aspettare dall’edizione 2025 di IPACK-IMA (e oltre). Riconfermato, intanto, il ruolo di piattaforma espositiva integrata e interconnessa per il processo e il confezionamento, dove la tecnologia d’eccellenza incontra l’innovazione.

Il recente voto di revisione del PPRW ha definito una serie di vincoli importanti al mercato del packaging, aprendo però anche alle eccezioni per i paesi con elevate percentuali di riciclo. Cosa pensa dell’evoluzione del voto?

Dopo il voto in Parlamento di novembre, dove era prevalso un atteggiamento aperto al riconoscimento del ruolo del packaging, il Trilogo è andato di nuovo nella direzione di una maggiore chiusura. Guardando al divieto del monouso in plastica e dei sacchetti con spessori inferiori ai 15micron, non possiamo non evidenziare l’impatto che ha sul nostro settore, soprattutto per i produttori di materiali ma anche per i costruttori di macchine, che devono ridefinire le proprie strategie sulla base delle nuove richieste del mercato.

E se le istituzioni europee hanno aperto uno spiraglio con l’esclusione del monouso per prodotti freschi lavorati come l’insalata, fondamentale per garantire sicurezza alimentare e shelf life, o il cartoncino per fast food e take away, a quest’ultimo settore viene richiesta l’apertura al riuso dei contenitori, che rappresenta una sfida organizzativa molto impegnativa e che solleva perplessità sulla sicurezza del consumatore. Anche la logistica, che con il mondo packaging ha molto lavorato sulla riduzione di peso e ingombri, viene chiamata a nuove forme di ottimizzazione, per ridurre ulteriormente spazi vuoti e minimizzare i volumi.

Del resto, la spinta verso il vuoto a rendere risulta una soluzione discutibile, se si guarda alle emissioni di CO2 in atmosfera dovute ai trasporti, che solo la definizione di un modello condiviso può misurare correttamente. Come settore siamo convinti che siano i dati e le metodologie di calcolo a definire la sostenibilità e non l’ideologia. Le sfide sono molte, inclusa la frammentazione del mercato unico, viste le numerose eccezioni previste che da un canto premiano i paesi più forti nel riciclo come l’Italia, dispensandoli da alcuni obblighi, dall’altro impongono ai produttori di macchine e di materiali di adattarsi alle differenze tra un mercato e l’altro anche all’interno dell’Unione Europea dove da anni invece si punta all’armonizzazione, pilastro del Mercato Unico.

Tra i temi toccati dal PPWR ci sono le bioplastiche e i biomateriali, che rappresentano una quota consistente del packaging del futuro…

Come IPACK-IMA testimonia da anni, il mondo delle macchine automatiche lavora da tempo con i nuovi materiali, partecipando attivamente al loro sviluppo e studiando le migliori soluzioni per il funzionamento delle linee di confezionamento, in stretto rapporto con i produttori di materiali tradizionali, riciclati, riciclabili e bio-based. La Commissione si riserva di mantenere aperto un canale di comunicazione costante sull’evoluzione tecnologica in questo comparto, per identificare le migliori soluzioni in termini di sostenibilità del packaging. In questo contesto evolutivo, Ipack-Ima si presenta come il luogo di incontro ideale per l’industria di settore, favorendo un dialogo non solo tra produttori di materiali e mondo macchine, ma anche con le istituzioni europee e gli stakeholder.

Tutti questi attori troveranno in fiera nel 2025 e negli anni successivi, l’ecosistema di business ideale per far dialogare i comparti e favorire un’evoluzione positiva, che salvaguardi la sicurezza dei consumatori, la conservazione del prodotto e la riduzione dello spreco alimentare. Si tratta di aspetti in cui il packaging è protagonista, poiché espressione di un concetto di sostenibilità sempre più capace di considerare tutte le componenti della filiera produttiva, dall’ambiente alle persone, dall’economia alla salute.

Il mondo del packaging e del processing si incontra in fiera, ma l’evoluzione di IPACK-IMA la vedrà sempre più protagonista con una formula innovativa, capace di interpretare il mercato in trasformazione, proprio in virtù della revisione al PPWR e la definizione delle milestones 2030-2040 sul fronte del riciclo e del riuso. Ci racconti come Ipack Ima saprà essere protagonista di questo cambiamento.

Già oggi assistiamo a un deciso cambio di paradigma nel mondo fieristico, proprio in virtù della maggiore necessità di seguire un mercato in continua trasformazione. Ma IPACK-IMA ha il vantaggio di essere espressione di un comparto industriale, rappresentato da UCIMA e Fiera Milano, capace di una lettura privilegiata del mercato del packaging e processing dei diversi comparti. E non dimentichiamo in questa logica di forte relazione con il mercato e i suoi protagonisti, la continua collaborazione con il progetto “The Innovation Alliance”, e le tre fiere contestuali Print4All, Intralogistica e GreenPlast, capaci di offrire un’autentica panoramica sulle filiere correlate della meccanica strumentale.

La decisione di superare il concetto di fiera generalista, ci sta guidando nella trasformazione della fiera in punto di riferimento del settore oltre che spazio ideale dove confrontarsi sulle tematiche principali dell’industria e le dinamiche regolatorie a cui è soggetta. Guardiamo quindi non fiducia a un modello che superi la cadenza triennale non più idonea a interpretare le trasformazioni in atto sul fronte delle tecnologie e del mercato. Dal 2025 in poi, quindi, IPACK-IMA si muoverà nella direzione di un insieme di eventi fieristici concatenati e focalizzati sui singoli settori merceologici, che guideranno in maniera più costante nel tempo gli espositori, leggendo con loro e per loro lo sviluppo tecnologico e i trend di mercato fino al 2028.

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
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