Dei cocchi e della paura di volare

“Ferrari Challenge” by Sun Chemical, ovvero se non corri non vinci: come persona e come azienda. Appunti di una giornata molto divertente e istruttiva, anche senza aver vinto.

Stefano Lavorini

L’imperatore Fermo fece tirare il suo cocchio da struzzi di straordinaria grandezza, sicché sembrava piuttosto volare che viaggiare. Così riferisce Plutarco. E questa è stata esattamente la sensazione che ho provato pilotando in pista una Ferrari 488 Challenge. Un mostro a quattro ruote da competizione, che mi ha fatto toccare con mano una dimensione “spaziale” rispetto alle esperienze di guida fin qui sperimentate.

L’epilogo della giornata, dopo aver svolto diligentemente il mio compito, inanellato numerosi giri di pista con accanto il conforto di un pilota professionista (che coraggio!), è stato scoprire l’inanità dei miei sforzi - in termini di concentrazione e prestazioni - quando, mi sono seduto (strisciando) per il gran finale, nel posto del passeggero: beh, dopo poche centinaia di metri mi è stato subito chiaro che non mi ero neanche avvicinato a quello che significa guidare in pista una macchina con 670 cavalli, gomme slick e freni carboceramici.

“A ognuno il suo mestiere” è stato, a suggello, il bonario commento della mia guida, Matteo Cressoni, reduce di fresco dalla 24 Ore di Le Mans.

Comunque, nonostante questa premessa, durante il “Ferrari Challenge” non ho lesinato l'impegno, convinto del fatto che in tutte le circostanze si debba provare a fare del proprio meglio. Ne sono uscito non solo soddisfatto, ma con il convincimento che sia stato proprio questo l’obiettivo dell’incontro, il messaggio - non dichiarato - degli organizzatori, la Sun Chemical Group Spa, e che per la multinazionale degli inchiostri questa regola di vita si declini, in primis, come un impegno inderogabile nei confronti dei propri clienti.

Venendo alla cronaca, la seconda tappa dell’evento “Adrenalina Pura”, che si è svolta il 24 settembre, sul Circuito di San Martino del Lago (CR), ha visto la partecipazione di quindici “piloti”, tra produttori di imballaggi flessibili e converter e un giornalista (il sottoscritto), ovvero degli eletti selezionati durante la gara di pilotaggio sul ghiaccio - “Ice Driving School” - tenutasi a febbraio sulla pista Champoluc Driving Park (AO).

Si dice che “la festa è ciò che si aspetta” e le attese, una volta tanto, non sono andate deluse.
Personalmente, mi figuravo una somma incredibile di piaceri e ho effettivamente esultato come un bambino che riesce a muovere i primi passi di fronte alla fonte di ogni suo bene.

3 Ferrari, 4 considerando il “muletto” (di quelle che si vedono solo sulle riviste), bellissime per design e tecnologia e spaventevoli per potenza e prestazioni. Un mix di linee disegnate ad arte per accogliere in posizione centrale uno strepitoso motore 8 cilindri a V, e di dispositivi di sicurezza/tortura (indispensabili), come la cellula di sopravvivenza dove devi calarti, e la cintura di sicurezza a 4 punti, che ti inchioda al sedile.

L’ho già scritto e lo ripeto: ho vissuto l’esperienza senza nessuna volontà di arrivare tra i migliori, non avendone né le capacità, né il desiderio.

Il premio in palio - ideato da qualche mente amabilmente diabolica (sic!) - era infatti di accedere alla terza tappa dell’evento “Adrenalina Pura” previsto a maggio 2021, ovvero una giornata con la pattuglia acrobatica civile.

Ero terrorizzato fin dall’inizio di finire tra i “magnifici 7” piloti che, in occasione della “Flying Experience”, dovranno salire su velivoli da addestramento di derivazione militare YAK 50 e 52 per godere dell’emozione estrema di volteggiare nei cieli. Mai stato così vero il motto: per aspera ad astra!

Tra i partecipanti anche qualcuno non certo alle prime armi, riconoscibile per tuta e casco di proprietà, e quindi abituato a scendere in pista. Ovviamente - lo dico per chi lo conosce - tra questi anche l’incontenibile Fabio Deflorian, AD di Sun Chemical. E questo forse spiega le ragioni del gioco.

Riporto a margine che la classifica dei migliori è stata stilata in base ai tempi realizzati su simulatori di guida installati nel paddock, onde evitare che un eccesso di agonismo portasse a problemi in pista. Ben fatto, perché nonostante questo c’è stato chi - era già successo durante la “Ice Driving School” - per l’entusiasmo e la troppa fiducia nelle proprie capacità (peraltro notevoli) abbia finito con l’esagerare, provando l’ebrezza di un innocuo fuoripista.
Il tutto si è risolto con la rimozione da parte dei meccanici di qualche chilo di sassi dal sottoscocca della vettura, l’entrata in pista della Ferrari di riserva e, per il pilota, nella bella prova di saper ammettere l’errore, senza quell’arroganza importuna che è nemica mortale di disciplina e verità.

L’apprezzamento per la trovata e la novità è stato generale e va dato il doveroso riconoscimento all’amorevole regia, curata dalla responsabile marketing di Sun Chemical, Fiorenza Raggi, coadiuvata da Valentina Boiocchi.

Altrettanto impeccabile l’organizzazione della giornata in pista curata da MC World, con professionalità e disponibilità.

Insomma possiamo proprio dire una bella esperienza…

E, ancora una volta, Sun Chemical ha saputo offrire l'esempio di cosa significhi affrontare il lavoro con passione.
Una passione che, come scriveva Stendhal, “non è cieca, è visionaria”.

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