Come gestire la transizione digitale e quella green
Sostenibilità ambientale ed economia circolare sono fattori imprescindibili, per ridurre l’impatto ecologico e utilizzare responsabilmente le risorse. Le strategie, le tecnologie e i modelli di business per le imprese.
Maurizio Cacciamani
Nell’era dell’industria 5.0 l’evoluzione tecnologica non è l’unico motore di questa trasformazione occorrono anche strategie e modelli di business per aiutare le imprese a vincere le sfide poste dalle cosiddette “transizioni gemelle”, cioè la transizione digitale e quella green.
Le persone al centro
La novità più importante di Transizione 5.0 rispetto a Industria 4.0 sta, a parere di Marco Taisch (Politecnico di Milano, MICS), nella centralità delle persone che vuol dire maggiore attenzione a consumatori e lavoratori visti non più come risorse ma come individui. Le nuove sfide sono gestire in modo nuovo i sistemi produttivi e i prodotti (ora intelligenti) grazie alla transizione digitale che è abbinata a quella economica. Un esempio pratico di come applicare le nuove tecnologie è il partnerariato esteso del MICS, che vede la partecipazione di 25 soggetti (13 università e 12 aziende private) che fanno ricerca e operano nei settori leader del made in Italy (abbigliamento, arredamento e meccanica): prima si muovevano completamente indipendenti ora condividono le attività di ricerca (finanziate con 130 milioni di euro) per lo sviluppo, ad esempio, di nuovi modelli di business, quali la servitizzazione.
Gelati “digitalizzati”
Un esempio di come le nuove tecnologie possano migliorare la produzione dei gelati, semplificando al contempo le attività degli operatori. Nella produzione dei gelati la temperatura e l’umidità e gli ingredienti che determinano la qualità finale sono controllati grazie all’AI che replica l’esperienza degli addetti. Sempre l’AI aiuta a elaborare immagini di controllo qualità, dove sono presenti difetti che l’occhio umano non riesce a percepire. Altre applicazioni interessanti citate da Michele Barone (Accenture) sono il controllo della safety degli impianti e la gestione della manutenzione predittiva. Tutto bene quindi? Purtroppo ci sono problemi: le aziende vogliono utilizzare l’AI prima ancora di disporre dei dati necessari o aver sviluppato una corretta cultura aziendale, che prevede si stabilire in anticipo gli obiettivi di miglioramento. Alcune aziende hanno messo in campo applicazioni pilota, che poi non hanno avuto seguito: indice di mancanza di focus sul miglioramento continuo. La sostenibilità viene favorita solo se c’è un ritorno economico dovuto ai risparmi di energia e di materiali e ai minori fermi macchina. Si possono controllare i consumi tramite Digital Twin, là dove è impossibile o troppo costoso installare sensori sull’impianto.
Le tecnologie offerte dal mercato
Per quanto riguarda le tecnologie, l’offerta di Tim Enterprise comprende Cloud, Ai, 5G, software, come il chatbot, ecc.. Ricordiamo che chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali. Susanna Jean ha voluto sottolineate l’impegno dell’azienda nel supportare le attività di alcuni Competence Center che favoriscono il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie aziende.
Come cambiare la governance aziendale
La digitalizzazione poi va a toccare l’organizzazione delle aziende. Da qui la necessità di ridisegnare la governace per essere più veloci, favorire la condivisione migliorando la capacità di ascolto. Se cambia l’organizzazione devono cambiare anche i flussi informativi non solo all’interno ma anche all’esterno dell’azienda. In questo senso la figura dell’Amministratore Delegato deve essere il punto di riferimento per la strada verso la digitalizzazione ed è fondamentale il supporto attivo e dinamico del consiglio di amministrazione.
E i rischi? Ci sono ma, secondo Silvia Stefini (Chapter Zero Italy - The Nedcommunity Climate Forum) vanno gestiti in modo nuovo, non con l’analisi dei dati storici, sempre meno importanti in un contesto altamente dinamico, ma con la preparazione di scenari sui comportamenti futuri; occorre creare resilienza, in quanto i nuovi rischi non sono più di tanto mitigabili.
Il Graduate Automation Program
Per capire come interpretare i dati raccolti in azienda, l’uomo ha dovuto imparare il linguaggio delle macchine. Con le tecnologie di Industry 5.0, l’uomo impone alle macchine il suo linguaggio abilitante. In campo tecnologico Bosch Rexroth ha scelto piattaforme aperte per favorire i clienti sempre alla ricerca di soluzioni più efficienti e prestanti, nel campo della robotica i collaborative cobot configurabili direttamente dagli operatori in modo da soddisfare le loro esigenze. Da ultimo Andrea Secco ha descritto il Graduate Automation Program cui Bosch invita a partecipare tutti coloro che frequentano l’ultimo anno di università tecniche; i giovani possono così arricchire le loro competenze nei vari settori della digitalizzazione in modo da poter scegliere, dopo la laurea, il percorso lavorativo dove sentono di poter dare più valore.
Rendere visibile l’invisibile
Questo afferma Massimiliano Matacena, di Celonis azienda specializzata in project mining. Con l’utilizzo di appositi software e lavorando su progetti, tecnologie e persone, l’azienda è in grado di scovare le inefficienze nell’organizzazione aziendale, migliorare la trasparenza di comunicazione tra dipartimenti e tra le persone, simulare il potenziale dei processi e delle attività umane, analizzare i dati per migliorare i processi e, infine, aggiungere valore, ottimizzando così l’efficienza e la sostenibilità.
In conclusione
Per Taisch è necessario fare un salto logico mentale nell’approccio alla digitalizzazione pensando al business futuro. Il management aziendale ha a disposizione leve tecnologiche in continua evoluzione, che favoriscono il cambiamento ma devono essere gestite. Un ulteriore cambiamento verrà provocato da quelli che oggi sono i giovanissimi digitali, molto più consapevoli ed esigenti in fatto di sostenibilità. Anche le organizzazioni interne devono cambiare per essere snelle, veloci e resilienti. La criticità principale per il cambiamento restano le competenze: in Italia ci sono, si sa cosa va erogato ma - punto molto critico - ci sono problemi su come erogarle. Inoltre pochi investono sulle proprie competenze.
NOTA. Questo articolo è stato redatto traendo liberamente spunto dalla tavola rotonda “Una manifattura intelligente, circolare e sostenibile per vincere la sfida delle twin transitions e dell’industria 5.0” coordinata da Mauro Bellini (ESG 360), Franco Canna (Innovation Post) e Federica Meta (CorCom) tenutasi a Industry4.0 360SummIT Forum.