Questa terra è la mia terra

“Questa terra è la mia terra” (Bound for Glory) è il titolo di un romanzo di Woody Guthrie pubblicato nel 1943, da cui è stato tratto nel 1976 un film diretto da Hal Ashby.

L'editoriale di Stefano Lavorini

Stesso titolo, su un versante totalmente diverso, per la serie televisiva attualmente in onda su Gambero Rosso HD, Sky 412, in cui Peppe Guida ci mostra le sue due anime: quella di chef di un ristorante gourmet, qual è l’Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense, dove tutti i piatti proposti hanno una lunga storia fatta di prove e sperimentazioni; e l’anima  di chi ama improvvisare ricette con le materie prime della sua terra, dove tutto è più immediato e informale, spingendosi fino a ideare piatti sempre nuovi con quello che è avanzato dalla sera prima.
Programma che vi raccomando, anche se non avete né letto il libro né visto il film… e che proprio in questa vulgata richiama concetti familiari a chi guarda con curiosità al mondo del “made in Italy” in generale, e a quello dei costruttori italiani di macchine per l’imballaggio, in particolare.

Italian First, almeno in questo campo, è un dato di fatto ripetuto a una sola voce in occasione dell’assemblea UCIMA, da Enrico Aureli e Matteo Gentili, rispettivamente presidente uscente e neo-presidente dell’associazione.
Per non dire del gran regista Paolo Gambuli che, nel passare l’incarico di direttore a Mario Maggiani (1), ha detto con toni accesi, a tratti visionari, della nostra sudata tradizione nostrana e della posizione di leadership raggiunta con granitica determinazione.
D’altronde, questa terra è la terra di molti imprenditori e manager sempre pronti a saltare sul treno in corsa dei mercati mondiali, dove succede invariabilmente qualcosa che aspetta solo di essere capita, vissuta e messa a profitto.

In effetti, è proprio grazie alle straordinarie competenze diffuse, alla capacità di fare innovazione e alla flessibilità che il fatturato del settore macchine automatiche nel 2019 ha superato la soglia degli 8 miliardi, in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, cosa che rappresenta un’eccezione nel panorama dell’industria italiana dei beni strumentali.  

Questo primo scorcio di 2020 racconta una storia diversa e, stante la difficoltà di fare previsioni, l’augurio espresso da Gentili è di arrivare a consolidare i risultati raggiunti, anche se - ha poi chiosato - è più probabile una contrazione di qualche punto percentuale del fatturato del settore.
«L’associazione - ha ribadito il neoeletto, che vuole fare della trasparenza la cifra del proprio mandato - può e deve sensibilizzare gli associati sulla necessità di un riesame culturale, in particolare delle tematiche legate alla digitalizzazione, per supportare le aziende in una nuova ripartenza con l’obiettivo di continuare a vendere qualità, competenze e servizi».

Ciononostante, e a dispetto della preoccupante congiuntura mondiale, Ucima si dimostra positiva anche perché negli ultimi quattro anni del mandato di Aureli è molto cresciuta, in termini di rappresentatività e capacità di fare lobbing e consapevolezza delle proprie potenzialità, come dimostra l’ingresso nel “brand” di Villa Marchetti (sede di Acimac+Ucima), anche di Amaplast, che rappresenta la filiera delle macchine per la plastica.
«Grandi speranze riponiamo nel nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi - ha voluto sottolineare Aureli - e nei due vicepresidenti a noi molto vicini: Maurizio Marchesini, con delega alle filiere e le medie imprese, ed Emanuele Orsini, presidente Federlegno-Arredo, con deleghe per il credito, la finanza e il fisco. Altra figura di Ucima che testimonia la nostra crescita e che ci può offrire supporto prezioso, è Giuseppe Lesce che ora guida il mondo Federmacchine e che saprà far sentire la nostra voce dove vengono decise le politiche economiche a livello nazionale».

Come accade nelle aziende, anche in associazione tutto sta cambiando, in termini organizzativi e di obiettivi strategici, con lo scopo di assumere, tra l’altro, un ruolo guida per quanto riguarda la sostenibilità (Packaging Speaks Green), le fiere (Ipack-Ima), la promozione su un mercato globale che si sta trasformando (come ha detto Marchesini, accennando al progetto di realizzare una piattaforma Cloud europea, alternativa a quelle americane e cinesi).

Insomma, dopo una giornata passata con oltre 100 delegati delle più belle aziende del settore, viene da dire che questa casa è proprio la nostra casa, e che farla crescere è nell’interesse dell’intero mondo del packaging.
Ad maiora.
 


(1) Durante l’Assemblea annuale di Ucima del 6 luglio è stato annunciato l’avvicendamento alla Direzione Generale dell’associazione e l’integrazione operativa con Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma).
A sottolineare il valore dell’aggregazione, Mario Maggiani, già Direttore Generale di Amaplast, succede a Paolo Gambuli che, proseguirà a collaborare con Ucima come consulente della Presidenza.

 

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