Immaginando il farma
Secondo Thomas Fricke (direttore commerciale di IMA Pharma) il presente e il futuro del comparto è segnato dalla disponibilità di tecnologie digitali che amplieranno le opportunità di business, ma anche da soluzioni di packaging che proteggeranno l’uomo, i prodotti e l’ambiente.
di Luciana Guidotti
È sotto gli occhi di tutti. L’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19 ha cambiato le nostre vite, ridefinendo canoni sociali ed economici. Ha anche però portato a riconsiderare i temi legati alla salute di ciascuno con la rinnovata consapevolezza che il benessere collettivo dipende dalla capacità della scienza di trovare risposte condivise e, soprattutto, condivisibili.
Negli ultimi dodici mesi - e anche nei momenti più drammatici - l’industria delle macchine automatiche ha contribuito con diligenza e senza interruzioni a garantire la sicurezza e l’accessibilità ai farmaci con tecnologie allo stato dell’arte.
Fresco di nomina a direttore commerciale di IMA Pharma, Thomas Fricke ci fornisce alcuni elementi di riflessione generale sul comparto.
Partiamo dai dati di fatto, ovvero dal bilancio 2020 del settore farma di IMA.
Nel 2020 il fatturato consolidato del Gruppo IMA è stato di circa 1,5 miliardi di euro, di cui circa la metà è stata realizzata con clienti del settore farma; in particolare, IMA ha consegnato macchine e linee dalle proprie Divisioni specializzate IMA Active, IMA Life, IMA Safe, IMA BFB e anche da IMA Automation. Questo stato di cose ci consente di guardare con ottimismo al 2021: crediamo infatti di poter ulteriormente migliorare il buon risultato acquisito.
A livello globale, quali sono stati i mercati più dinamici lo scorso anno? E oggi?
Rispetto al passato, la pandemia del 2020 ha reso più complicato stabilire con esattezza quali siano stati i mercati o le aree geografiche più dinamiche. Dal canto nostro, abbiamo registrato un aumento degli investimenti nelle linee di riempimento e confezionamento dei vaccini ma anche nella produzione di mascherine protettive contro il virus. In IMA abbiamo compiuto un grande sforzo per rispondere con la massima celerità alle richieste dei nostri clienti del farma, fornendo loro le linee essenziali ad affrontare la situazione emergenziale. Vorrei segnalare, al proposito, i progetti Fast-Track per consegne a breve termine che IMA ha messo in campo, legati alle problematiche Covid. Grazie al focus su questa tipologia di macchine e di servizio, ora registriamo un aumento della richiesta di linee di confezionamento standard per il settore farmaceutico, ma anche per il mercato cosmetico.
In termini di servizio al cliente, come avete fatto fronte alle limitazioni fisiche imposte dalla pandemia?
Anzitutto IMA ha organizzato l’intera azienda in modo da evitare contagi e contagiati negli stabilimenti: anche considerando il ruolo di rilievo che ci viene riconosciuto nell’ambito della filiera produttiva, abbiamo messo tutta la cura possibile nel gestire il problema e abbiamo continuato a produrre. E non solo il servizio clienti di Bologna è stato sempre attivo, ma abbiamo avuto ulteriore conferma di quanto prezioso sia il nostro grande network internazionale di assistenza. Con il personale di servizio siamo stati in grado di mantenere in funzione le linee esistenti, ma non solo: durante questo periodo difficile abbiamo persino installato nuove linee in Cina, grazie all’apporto di ingegneri locali e sfruttando gli strumenti digitali che abbiamo messo a punto. Utilizzando connessioni remote e hololenses siamo stati in grado di supportare il personale IMA presso la sede del cliente direttamente dai nostri uffici della sede centrale.
Linea isolata per la ripartizione in asettico di vaccini realizzata da IMA Life, divisione del Gruppo IMA.
Guardando al futuro, sempre in termini di servizio al cliente, quale sarà il lascito delle esperienze fatte in questi ultimi mesi?
Abbiamo realizzato quanto sia importante saper combinare le competenze di specialisti molto qualificati della sede centrale con quelle del personale locale nei paesi in cui forniamo i nostri sistemi. A questo proposito, stiamo investendo molto per ampliare il supporto digitale con analisi da remoto dello stato delle macchine e con altri strumenti “intelligenti”.
Quali sono i principali trend tecnologici e quali richieste avete registrato/soddisfatto nell’ultimo anno?
L’impiego di soluzioni robotiche in tutte le aree del packaging è, a mio avviso, una tendenza in costante sviluppo. In passato questi sistemi venivano essenzialmente utilizzati per evitare il sollevamento di oggetti o per lavorare in zone pericolose. Al giorno d’oggi, i robot possono essere installati ovunque, grazie alla loro flessibilità nel gestire diversi prodotti e formati, come ad esempio il caricamento dei prodotti e del materiale di confezionamento sulle linee, il pick & place dei prodotti negli imballaggi ma anche per l’etichettatura e l’assemblaggio.
Nell’era post-Covid, finita l’emergenza vaccini, come potrebbero cambiare le macchine destinate al mercato farmaceutico?
Tutte le macchine saranno sempre più digitally connected - tra loro in linea, alla rete aziendale del cliente e anche a quella del fornitore - migliorando nettamente il servizio e le possibilità di analisi dei dati. Considerando poi che alcune grandi aziende farmaceutiche si concentreranno in particolare sui prodotti sterili ad alto valore aggiunto e sui farmaci personalizzati, avranno bisogno di macchine e sistemi di confezionamento studiati ad hoc, magari con velocità operative minori ma molto più flessibili nel gestire piccoli lotti. Per contro, aumenterà sensibilmente la produzione e il confezionamento conto terzi di farmaci orali o di forme solide, con il coinvolgimento di OEM specializzati. Prevedo anche che, dopo la “tempesta” Covid, tutti torneranno a concentrarsi sulla possibilità di utilizzare materiali sostenibili e su soluzioni tecnologiche sempre più rispettose dell’ambiente.