Comparto macchine automatiche: +3,6% nel 2014

Ottime le performance del packaging italiano: 6,221 miliardi di Euro di fatturato globale, l'export supera i 5,048 miliardi (+1,2%) e anche il mercato interno risulta in crescita del 15,6%.  Stefano Lavorini

Modena, 22 giugno. Presentati oggi a Villa Marchetti, sede di Ucima, i dati di settore raccolti con la terza Indagine Statistica Nazionale, realizzata dal Centro Studi dell'Unione Costruttori Italiani di Macchine Automatiche.   
Secondo quanto emerso, le 604 aziende che compongono il comparto e danno lavoro a 27.307 addetti, hanno realizzato nei dodici mesi del 2014 un fatturato pari a 6,221 miliardi di euro (+3,6%): si tratta dell'ennesimo record storico.
Il giro d’affari è realizzato per l’81,2% sui mercati internazionali (5,048 miliardi di Euro), e per il 18,8% dalle vendite sul mercato nazionale (1,172 miliardi di Euro). Da sottolineare, quindi, l'ottima performance dell’Italia, in crescita del 15,6%.
L’industria alimentare è il "settore cliente" più significativo, cui seguono il beverage, la farmaceutica, la cosmetica e la chimica.

Commenti a caldo
Nel corso della conferenza stampa, il presidente di Ucima, Giuseppe Lesce è apparso sereno e soddisfatto: «I numeri del 2014 sono molto buoni e l'industria delle macchine automatiche continua a essere il settore dei beni strumentali che, da molti anni ormai, continua ad andare meglio di tutti gli altri».
Rispondendo poi alle domande dei giornalisti sulle previsioni per l'anno in corso, si è detto moderatamente ottimista a dispetto dei timori per le variabili socio-economiche che caratterizzano questo periodo e di qualche rallentamento degli ordini registrato nei primi mesi dell’anno in corso (che, a oggi, sembra tuttavia superato, Ndr.).
«La maggiore ciclicità di certi comparti, food e il beverage in primis, incide ovviamente sull’andamento del comparto macchine;  ma i costruttori di sistemi di confezionamento per il farmaceutico testimoniano di avere già in casa ordini che coprono la produzione di tutto l'anno».

In chiusura d'incontro ha quindi ricordato punti punti di forza e di debolezza del nostro sistema di imprese, sottolineando che l'associazione è impegnata a promuovere una diversa "cultura del fare", che sappia coniugare flessibilità, competenze tecniche e inventiva con la capacità di visione e di programmazione di medio e lungo periodo.

Una sfida impegnativa.
(SL)

Cifre e dati del comparto
I mercati export  - Le tecnologie italiane vengono principalmente esportate nell’Unione Europea (33,1% dell’export totale pari, in valori assoluti, a 1.578,4 milioni di Euro e in crescita dell'1,6% sul 2013).
Al secondo posto l’Asia, con un valore di 1.270,9 milioni di Euro e un’incidenza del 26,7% sul fatturato (+11,9% sul 2013).
In leggera flessione (-0,7% sul 2013) l'export nei Paesi Extra-UE con 531,6 milioni di Euro e una quota del 11,2% del fatturato totale.
Più significativi i cali percentuali della fase esportativa registrati in Centro-Sud America (481,9 milioni di euro pari al 10,1% del totale, -14,9%), in Africa e Oceania (460,1 milioni di Euro pari al 9,7% del totale, -5,5%) e in Nord America (439,3 milioni di Euro pari al 9,2% del totale, -6,6%).
Per quanto riguarda, invece i principali Paesi di destinazione, gli Stati Uniti si confermano il maggior mercato di destinazione delle tecnologie italiane assorbendo l’8,4% dell’export totale pari a 398,2 milioni di Euro. Seguono Cina (340,3 milioni di Euro), Francia (332 milioni di Euro), Germania (289,9 milioni di Euro) e Indonesia (209,6 milioni di Euro).

L'Italia cresce del 15,6% - Capitolo a parte merita l'ottimo andamento delle vendite sul mercato domestico, dove il fatturato generato è stato pari a 1,172 miliardi di Euro, in crescita del 15,6% sull’anno precedente.
Particolarmente dinamico l’andamento delle tecnologie per l’industria farmaceutica (+48,9% pari a 216,5 milioni di Euro), per quella cosmetica (+49,4% pari a 88,7 milioni di Euro) e per quella chimica (+44,1% pari a 64,6 milioni di euro).

I settori clienti  - Anche sul mercato domestico, la quantità maggiore di macchine vendute è destinata al settore food e del beverage, che generano complessivamente un fatturato di 669,6 milioni di euro (57,1% del fatturato italiano).
Sul fatturato globale, le macchine per l’industria alimentare incidono per il 31,8%, quelle destinate all’industria del beverage per il 29,5%. Seguono le macchine per l’industria farmaceutica (16,1%), per l’industria cosmetica (4,7%), per l’industria chimica (4,2%), per tissue e tabacco (13,3%).

Struttura delle imprese e suddivisione geografica - L’analisi del comparto per classe di fatturato evidenzia una netta preponderanza di aziende di piccole dimensioni. Quelle con fatturati fino a 5 milioni di Euro costituiscono il 69,8% del totale, ma contribuiscono soltanto per il 10,4% al totale del fatturato di settore.
Sono invece solamente il 7,4% le aziende con fatturati superiori a 25 milioni di Euro, pur generando la quota più significativa (66,6%) del volume d’affari complessivo.
La maggior parte delle aziende è localizzata in Emilia Romagna (36,3%) dove viene prodotto il 54,6% del fatturato totale. Seguono Lombardia (28,6%), Veneto (9,7%) e Piemonte (10,9%).
Concentrando l’analisi sulla propensione esportativa delle aziende, si rilevano notevoli differenze nel presidio dei diversi mercati. Le aziende più piccole (fino a 2,5 milioni di Euro) realizzano più della metà del proprio giro d’affari (50,9%) sul mercato italiano.
La percentuale di vendite sul mercato domestico va via via diminuendo con l’aumentare della dimensione aziendale arrivando, per le imprese più grandi (oltre 50 milioni di Euro), a rappresentare solamente il 10,1% del fatturato.

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