Gli imballaggi di plastica (2015)
Trend evolutivo della produzione e il posizionamento sul mercato.
A cura di Plinio Iascone
La filiera degli imballaggi di plastica ha la particolarità di comprendere tipologie di packaging con una stessa funzione d’uso ma con caratteristiche chimico-fisiche differenti, che conferiscono proprietà notevolmente diversificate. Si tratta di uno dei maggiori punti di forza di questa categoria di contenitori, che ne ha agevolato l’impiego nella quasi totalità dei settori industriali.
Gli imballaggi di plastica rappresentano il 18% della produzione globale di imballi. Va tuttavia considerato che parliamo sempre di valori espressi in tonnellate e che questi imballaggi rientrano nella categoria “imballaggi leggeri”, con pesi quindi molto bassi rispetto ad altri materiali.
Una stima di larga massima, che tenga conto della reale partecipazione di questa tipologia di imballaggi, potrebbe quindi evidenziare una partecipazione del 23-25% sul totale del settore packaging.
Il mercato
La situazione 2015 risulta in miglioramento dopo il ridimensionamento produttivo nel triennio 2012-2014.
In particolare, tra il 2012 e il 2013 la flessione è derivata essenzialmente dalla crisi economica, mentre si ritiene che, nel 2014, il calo possa essere derivato dalla riduzione dei pesi medi degli imballaggi stessi: nello stesso periodo, infatti, la produzione in termini di fatturato cresceva del 2,5%.
In dettaglio, il 2015 si chiude con una produzione in tonnellate al +3% rispetto al 2014 (tabella 1).
Anche il commercio estero evidenzia uno sviluppo: +0,9% le esportazioni e +8,8% le importazioni (in crescita dal 2012).
Il consumo apparente (che non tiene conto del movimento scorte) risulta in crescita del 5%. Negli ultimi anni l’impiego delle plastiche vergini ha evidenziato un lieve ma graduale ridimensionamento, a fronte di una progressiva crescita delle plastiche provenienti da riciclo e di bioplastiche. Queste ultime, utilizzate in prevalenza per produrre shopper e film da incarto, hanno raggiunto le 30.000 tonnellate circa.
Le tipologie
Gli imballaggi di plastica, impiegati tanto nell’area food che nel non food, si suddividono in tre macro aree:
- imballaggi flessibili (film estensibili da incarto e confezionamento, film termoretraibili, sacchi e sacchetti) che nel 2015 risultano essere in crescita del 2,4% assestandosi intorno alle 1.425 t/000;
- imballaggi rigidi (bottiglie, fusti, cassette, pallet) che, negli ultimi anni hanno vissuto lo sviluppo più consistente nel 2015 crescono del 3,7% per una produzione che sale a 1.402 t/000 circa;
- accessori (reggette, tappi e chiusure, protezioni varie quali film a bolle e chips, lastre, adesivi ecc.) in crescita del 2,2% arrivando a 276 t/000 (tabella 2).
Molto interessanti sono le innumerevoli applicazioni degli imballaggi di plastica nei diversi settori alimentari (freschi e conservati), bevande, prodotti tecnici, macchinari, ecc.
L’area food rimane comunque il maggior “utilizzatore”, con una partecipazione al 76,7% (food 57,3%, bevande 19,4%).
Altra importante area di impiego è quella dei prodotti chimici (inchiostri, colori, lubrificanti ecc.), che esprimono una partecipazione del 6,7%. Cosmesi e profumeria rappresentano il 3,9% dei settori utilizzatori di imballaggi in plastica.
Il 12,7% è imputabile all’impiantistica, area che si riferisce alla movimentazione della meccanica, elettromeccanica, tessile ecc (tabella 3).
Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio