Il mercato delle chiusure

Rientrano nell’area accessori per imballaggio e sono indispensabili nel processo di conservazione e trasporto dei prodotti che, grazie a loro, rimangono integri e ben conservati. Parliamo di chiusure, un’area variegata sia in fatto di tipologie che di materiali: dati su produzione e utilizzo.


photo:capsulit

Il DL. N. 152 art. 218 riporta la seguente definizione: «Imballaggio: il prodotto composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo».
I componenti dell’imballaggio e gli elementi accessori sono considerati parti integranti dello stesso.
Gli elementi accessori direttamente fissati o attaccati al prodotto, come le chiusure, sono quindi da considerarsi imballaggi a tutti gli effetti.
Il mondo delle chiusure è molto vasto, e può essere segmentato prima di tutto sulla base dei materiali utilizzati per la loro produzione ma, successivamente, anche per tipologia. In base alle elaborazioni dell’Istituto Italiano Imballaggio, nel 2017 sono state prodotte circa 189.000 tonnellate di chiusure per un valore di circa 890 milioni di euro. In termini di peso le chiusure rappresentano circa l’1,2% del totale del settore packaging, mentre a valore ne rappresentano il 2,7%.

Segmentazione per materiale
Analizzando il settore delle chiusure in termini di tonnellate (tabella 1), il 56,3% è rappresentato da quelle di plastica, presenti sul mercato in larga scala, e realizzate con un materiale relativamente leggero. Seguono le chiusure in acciaio (32,3%). Le chiusure in alluminio rappresentano il 9,1% del settore,  cui seguono i tappi di sughero (2,3%). Si registra infine anche una davvero minima percentuale di chiusure realizzate in vetro (0,01%), impiegate esclusivamente nel settore delle bevande alcoliche in qualche esiguo caso di confezionamento premium.

Segmentazione per tipologia
Chiusure di plastica. Nel 2017 hanno raggiunto le 108 t/000 e si dividono in capsule per flaconi e vasetti, tappi per bottiglie o contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta, chiusure per tubetti.
Rientra, tra le chiusure di plastica, anche il foglio sottile applicato e saldato ai bordi delle vaschette impiegate in prevalenza nel settore alimentare per confezionare affettati, carni e ittici freschi, formaggi, pasta fresca, ecc., e dove  svolge a tutti gli effetti la funzione di chiusura. In ambito non alimentare, il foglio sottile viene spesso utilizzato per il confezionamento di cartucce per stampanti oppure nel settore giocattoli.

In base alle elaborazioni della Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, i tappi in plastica per bottiglie da soli rappresentano il 52% delle chiusure in plastica, mentre le capsule per vasetti e flaconi rappresentano il 40% del segmento. Rientrano in quest’ultima categoria le chiusure per flaconi (detergenza domestica, prodotti chimici vari, ecc.), capsule per vasetti a uso alimentare (creme spalmabili, salse conserve vegetali, ecc.) e chiusure sia per il settore cosmetico che farmaceutico.
Nell’ambito delle chiusure per flaconi sono comprese anche quelle con  erogatori incorporati, presenti soprattutto nel settore della detergenza domestica (detersivi spray, flaconi ricaricabili, ecc.) ma anche nel cosmetico e  nel farmaceutico.
Le chiusure applicate ai tubetti sono circa il 4%, così come le pellicole in plastica per vaschette.

Chiusure di acciaio. Nel 2017 si sono assestate sulle 61 t/000. Rientrano in questa categoria le capsule a vite (49% del totale), utilizzate principalmente per chiudere i vasetti in vetro.
Abbiamo poi i tappi corona al 19%, utilizzati principalmente sulle bottiglie di vetro per birra, bevande gasate e acqua minerale.
Fanno parte della categoria “chiusure di acciaio” anche i coperchi ad apertura facilitate per gli open top (al 32%), ovvero scatole d’acciaio il cui coperchio è parte integrante del corpo della scatola, su cui è aggraffato direttamente.  

Chiusure di alluminio. Per quanto riguarda le 17 t/000 prodotte nel 2017, vengono ripartite in vario modo e in vari settori.
Il 60% del totale va ascritto alle chiusure a vite per bottiglie di acqua minerale, super alcolici e olio di oliva ma, negli ultimi anni, alcuni brand di bibite carbonate li ha introdotti in sostituzione dei tappi corona. Anche il settore cosmetico ne fa uso.
Il foglio sottile in alluminio utilizzato come chiusura dei vasetti di yogurt, delle confezioni monodose di miele o marmellate, ecc. sta al 21%. A seguire, troviamo  le capsule a vite (10%), utilizzate per esempio per gli omogeneizzati o nel settore cosmetico e, infine il 9% è rappresentato dalle chiusure easy open (ad apertura facilitata) utilizzate per le conserve alimentari.

Tappi di sughero. Le 4,3 t/000 prodotte nel 2017 sono utilizzate quasi esclusivamente nel settore bevande alcoliche, con una netta prevalenza dell’area vini e spumanti (93%). Il restante 7% è suddiviso fra tappi per bottiglie di superalcolici (6,9%) e le chiusure in sughero applicate su alcuni vasetti in vetro utilizzati per confezioni regalo di sali o spezie (0,1%).     

Barbara Iascone
Istituto italiano Imballaggio

 

Il nostro network