La Rete italiana che guarda al mondo

Se è vero che l’unione fa la forza, quello che per una singola azienda è spesso quasi impossibile, può non esserlo se si fa “gruppo”… Questo è il senso del contratto di rete, che apre la strada “a un’azienda virtuale a geometria variabile” capace di rispondere meglio al mercato globale, mettendo in comune conoscenze, tecnologia e servizi. E che possa funzionare, lo dimostra la rete d’impresa Packpact, come ci spiega la neo-presidente Annalisa Bellante. Luciana Guidotti

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Caduti nella Rete… per scelta, scrivevamo nel 2013, quando la Rete d’impresa allora denominata “Processing & Packaging: The High-Tech Italian Way” muoveva i primi passi.
Oggi, quel modello imprenditoriale proposto da un gruppo di costruttori italiani di macchine e sistemi di confezionamento, aggregati sulla base di attitudini comuni (etiche e industriali), si è consolidato e ha al proprio attivo numerosi successi.

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Arricchito di nuovi valori e nuove competenze, ha anche un nuovo nome, che ne riassume le finalità: “Packpact - Your partner in advanced processing & packaging”.
Dell’evoluzione di questo progetto di filiera, che sembra superare nei fatti i tratti più tradizionali della cultura delle PMI italiane, per indole poco propense alla condivisione, parla con convinzione la presidente della Rete, Annalisa Bellante (CEO di Cama Group), coadiuvata da Armando Honegger (CEO della società Honegger, che di Packpact è diventato il gestore a partire dal 2018).

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Indipendenti nel network
Bellante entra subito in media res, puntualizzando le caratteristiche essenziali della compagine, formata solo da società italiane e non in concorrenza tra loro,  che hanno però riconosciuto le potenzialità di un “fare sistema” innovativo.

«Nata per iniziativa di Gianmario Ronchi (contitolare della Ronchi Mario) sulla base di un’aggregazione volontaria di aziende, in questi anni la Rete ha raggiunto gli obiettivi di ordine commerciale e di marketing condivisi in partenza dal nucleo fondatore. Primo fra tutti, l’esplorazione di mercati poco conosciuti e magari troppo complessi per un approccio individuale, tramite la presenza collettiva in occasione delle fiere di riferimento in alcune aree geografiche di interesse comune.

Quindi, stand unico, immagine coordinata ma spazi dedicati e personalizzati per ogni singola realtà, che mantiene la propria identità a fronte di un’offerta di soluzioni tecnologiche integrate e orientate alla fornitura di linee complete… In pratica, oltre ad alcuni innegabili benefici di carattere economico per tutti noi, un valore aggiunto anche per i buyer internazionali alla ricerca di sistemi di confezionamento». 

Cambiare prospettiva per fare sistema
Oggi, dicevamo, la Rete d’impresa Packpact si è però evoluta, ampliando il ventaglio delle collaborazioni “inter company”.
«Promuovendo un confronto positivo sulle strategie commerciali e sulle modalità di gestione, ma anche fra i nostri reparti aziendali, in particolare Ricerca e Sviluppo, abbiamo portato a termine bei progetti: seguendo una logica di corresponsabilità nella fornitura degli impianti, abbiamo infatti messo a punto e venduto linee di confezionamento complete in vari Paesi, sfruttando le competenze specifiche espresse da ciascuna delle aziende del network. Il che ci ha consentito non solo di offrire un prodotto personalizzato e allo stato dell’arte, ma ci ha fatto guadagnare l’apprezzamento dei clienti finali, consapevoli di aver potuto interagire con aziende in sintonia tra loro e con cui è stato più semplice dialogare: anche in questo caso, un vantaggio di non poco conto». 

Sinergie che danno buoni frutti, dunque, che nascono dalla volontà di mettere in comune conoscenze e plus competitivi «anche accettando che - sottolinea Bellante - chi ha la fornitura prevalente, nonché le competenze per gestire al meglio il cliente in qualità di project manager globale, faccia da capo commessa. Ciò significa anche, in ultima analisi, salvaguardare l’autonomia delle singole aziende della Rete nella scelta dei partner (eventualmente anche stranieri), da coinvolgere di volta in volta in base alle richieste del committente.

Dagli esordi, la Rete ha dunque effettivamente compiuto numerosi passi avanti: dalla “semplice” condivisione dell’esperienza fieristica, siamo passati a sviluppare forniture di alto livello su vari mercati, abbiamo messo a fattor comune progetti di formazione delle rispettive reti commerciali circa le reali potenzialità del network, immaginandoci di poter anche dar vita a un servizio di assistenza tecnica globale».

Conoscere il mercato... e se stessi
L’ingresso della società Honegger, in qualità di soggetto attuatore della Rete - tiene a precisare la Presidente - ha impresso un ulteriore e deciso impulso alle attività, aprendo le porte a iniziative molto ben organizzate e ben strutturate, in un’ottica di maggiore internazionalizzazione rispetto al passato. Fondamentale il suo appoggio al progetto di ampliare il numero dei... “retisti”, grazie a un’opera di mappatura del settore.

«Lavoro lungo e complesso, ma stimolante» interviene Armando Honegger, sottolineando quanto, nella sua scelta di gestire la Rete, abbia giocato la determinazione e l’intuizione dei membri nel voler proporre un modello di aggregazione industriale diverso. «La mappatura del settore era il passo fondamentale per mettere in moto dei meccanismi capaci di rendere l’offerta tecnologica della Rete sempre più completa».

Guardare oltre
L’analisi, che ha preso in esame solo medie aziende private italiane, ha indagato le rispettive tipologie produttive e i loro mercati di riferimento, mettendo anzitutto in chiaro gli elementi necessari a una potenziale aggregazione, che sono d’altronde quelli che distinguono da sempre questa compagine: forte propensione all’export, investimenti costanti in R&D con proposta al mercato di prodotti innovativi e competitivi, solidità finanziaria, condivisione di un’etica aziendale basata su valori di sostenibilità sociale e ambientale ma, soprattutto un’attitudine alla collaborazione e alla coesistenza pacifica. Questo perché, solo in questo modo, si può conseguire uno scambio proficuo di conoscenze che porta a un arricchimento reciproco del sapere tecnologico e della cultura imprenditoriale.   

«Dopo questa analisi, e l’ovvio confronto con le quattro aziende “storiche” della Rete, ovvero Ronchi Mario, MakroLabelling, Cama, Clevertech, il gruppo si è dunque consolidato con l’ingresso di Universal Pack, Ilpra e Tosa. Il nostro impegno - spiega Honegger - continua ora con l’elaborazione di un piano di marketing e comunicazione a tutto campo, nonché con l’organizzazione di eventi di match making correlati alle fiere specializzate di processing and packaging, a cui la Rete, con tutte le sue aziende, ha in programma di partecipare nel mondo».

Risultati e obiettivi che nascono «In primis dalla conoscenza e dalla fiducia reciproca» precisa Bellante «presupposti su cui abbiamo costruito l’impegno di investire nella Rete, sia in termini economici sia di risorse umane. D’altronde, mi sembra di poter dire che nessun gruppo di aziende abbia mai dimostrato la capacità di aggregarsi come abbiamo fatto, mettendo sul tavolo dei progetti concreti e crescendo in modo organico. Questa secondo me è la vera vittoria della nostra Rete».

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COSTRUTTORI IN (PRIMA) LINEA
Al momento attuale, i costruttori riuniti nella rete d’impresa PackPact sono sette, focalizzati sulla produzione di sistemi di confezionamento diversi, per tipologia di prodotto e mercati di riferimento.
Al nucleo originario formato da Ronchi Mario SpA (macchine per il confezionamento di prodotti liquidi chimici, cosmetici e alimentari), Makro Labelling Srl (etichettatrici), Cama Group (sistemi e linee d’imballaggio secondario e robotica ad alta tecnologia) e Clevertech SpA (paletizzatori), si sono aggiunte di recente Universal Pack Srl (macchine imbustinatrici automatiche), Ilpra SpA (riempitrici, termosaldatrici, termoformatrici) e Tosa SpA (specialista del fine linea con avvolgitrici, fardellatrici e reggiatrici).
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CAMA_Honegger_0.pngSoggetto attuatore della Rete Packpact è Honegger, network presente sul mercato dal 1970 con competenze e attività di servizi, comunicazione e marketing interdipendenti.
Opera a livello internazionale, mettendo in atto progetti di marketing fieristico, rivolgendosi a oltre 5.000 clienti (aziende, associazioni e istituzioni) in diversi settori: dalla meccanica alla medicina, dall’alimentare fino alla moda e al tempo libero.

 

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