IL ROBOT nel mondo del packaging

Il mercato, le tipologie, le applicazioni e le tendenze tecnologiche in una manifestazione dedicata non solo ai robot tradizionali ma anche a quelli mobili, ai cobot, agli esoscheletri. Occhi puntati anche su temi sociali e formazione. Maurizio Cacciamani

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Buona partecipazione di pubblico alla Giornata dedicata a robotica e meccatronica tenutasi a Milano lo scorso 4 novembre presso la Sede del Gruppo Sole 24 Ore, organizzata da SPS Italia e condotta da Riccardo Oldani del Comitato Scientifico di Open Factory.
Oggetto della discussione, il tema “Robot e automazione: le sfide per l’integrazione - Storie di successo su opportunità e benefici della robotica nelle filiere”.

Nell’intervento di benvenuto, Donald Wich (AD di Messe Frankfurt Italia) ha rimarcato l’importanza del comparto, citando pochi ma significati dati: nel 2018, a livello mondiale, gli investimenti sono stati pari a 16,5 miliardi di dollari, destinati a crescere nel triennio 2020-2022 del 12% (ma in Europa la percentuale salirà al 14 %).
«Il fenomeno del momento è il cobot - ha ricordato Wich - le cui vendite lo scorso anno sono aumentate del 23%». In ambito food e pharma l’aumento è stato, rispettivamente, del 12 e 9%.

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Il mercato, la fabbrica, gli aspetti sociali
I lavori della giornata si sono aperti con un dibattito, introdotto da Oldani che ha ricordato i timori generati dal robot, rappresentazione emblematica di paure ancestrali che l’uomo prova di fronte alla rapidità del progresso scientifico (R.U.R. Rossum’s Universal Robots, scritta nel 1920 da Karel Capek è l’opera teatrale che introdusse nella cultura mondiale il termine “robot”).

SPS_Giornata_Robotica_grafico_01.pngArturo Baroncelli (Consigliere SIRI - Associazione Italiana di Robotica e Automazione) ha aggiunto alcuni altri dati a quelli citati da Donald Wich: in Italia non è il settore della moda o del food&beverage il più importante per fatturato, ma quello della meccanica strumentale con oltre 80 miliardi di euro (dati 2018). E il robot è una delle macchine che rientrano in questo comparto: per rimanere competitive, le nostre aziende dal 2008 hanno installato circa 69.000 robot, portando il nostro Paese al sesto posto nella relativa classifica mondiale; solo nel 2018 sono stati venduti in Italia 9.847 robot (+27% rispetto al 2017).

La robotica collaborativa è il tema su cui ha posto l’accento Paolo Rocco (Politecnico di Milano, Membro del Consiglio Direttivo I-RIM, Membro del Consiglio di Amministrazione Competence Center MADE), dove il robot è visto come collaboratore dell’uomo (qui la sicurezza gioca un ruolo fondamentale), fermo restando che l’uomo rimarrà sempre al centro e il robot dovrà essere dotato di maggior intelligenza, in modo da capirne i comportamenti. Altri temi su cui si lavorerà sono, secondo Rocco, i soft robot, gli umanoidi e il machine learning tramite I.A.

Ma che ricadute hanno i robot sul mercato del lavoro? A questa domanda ha risposto Marco Bentivogli (Segretario Generale Federazione Italiana Metalmeccanici FIM - CISL), che ha esordito con un’affermazione forte: «I robot spaventano più l’opinione pubblica che i lavoratori! In base alla mia lunga esperienza, è piuttosto la mancanza di investimenti in tecnologia a far perdere posti di lavoro: là dove ci sono robot, si assume di più». È fondamentale però, al proposito, che il gruppo dirigente di un’azienda abbia una strategia chiara sulle possibili evoluzioni della società.

A questo proposito Bentivogli ha fatto notare come l’introduzione dei cobot a fianco dei lavoratori abbia permesso di sgravarli di lavori pesanti, ripetitivi ed anche pericolosi.
«L’altro grande problema - ha aggiunto - è legato alle competenze. Serve maggior formazione per i lavoratori, ben superiore alle 8 ore previste dal contratto metalmeccanico. Occorre prendere esempio dalla Germania, dove sono state introdotte le “scuole digitali” per la formazione ad hoc di ciascun operatore perché, una volta abbandonato da tempo l’aula di studio, la formazione a catalogo non aiuta: bisogna invogliare le persone a rientrare in un percorso di apprendimento e mantenersi aggiornate».

La parola agli utilizzatori
Oldani ha poi dato la parola ai rappresentanti di due aziende di rilievo, che operano nel settore del packaging.
«In Marchesini - ha spiegato Luca Favero (Automation Engineering Group Coordinator Marchesini Group) - abbiamo a catalogo 90 piattaforme robotizzate integrate e sincronizzate nella macchina. Abbiamo installato nel mondo 2000 applicazioni con macchine e robot interamente realizzate da noi, con soluzioni brevettate: è il caso di un braccio dinamico che copre traiettorie diverse per attività di pick & place e di manipolazione».
In Marchesini (macchine e impianti per il farma e non solo) la robotica trova spazio dal packaging primario fino alla pallettizzazione.

«In Ocme realizziamo macchine per il packaging primario, secondario, pallettizzazione e anche navette per i magazzini». Davide Buratti (Research & Development Manager OCME) ha spiegato che l’80-90 % delle applicazioni dei robot è nella pallettizzazione. «Siamo partiti anni fa installando un solo robot nel pallettizzatore, ora realizziamo sistemi complessi con 6 robot. La filosofia Ocme è di affidare ai robot attività sempre più frequenti e più veloci come, per esempio, l’asservimento alle macchine incartonatrici, dove vengono caricati anche 80 cartoni/min.

E se, come ha sottolineato Favero, «le sfide poste dai clienti e la necessità di integrazione ha portato a rivoluzionare le macchine», Buratti ha precisato che, per avere successo, «occorre mascherare la complessità del sistema rendendone semplice l’utilizzo».
Per quanto riguarda poi l’impiego di cobot, i due manager sono giunti a conclusioni analoghe circa la loro ancora limitata diffusione: secondo Favero, perché il settore del farma è per tradizione poco reattivo alle novità, mentre  per Buratti, perché le macchine attualmente disponibili non garantiscono le velocità garantite dai robot.
Favero e Buratti convengono anche sul fatto che intelligenza artificiale e sensoristica avanzata saranno i temi dominanti dell’immediato futuro.

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  La robotica nel food&beverage e nel tabacco
Continua l’interessante lavoro di mappatura di Giambattista Gruosso, professore Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano.
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Questa volta lo studio è dedicato alle sfide e alle potenzialità della robotica in ambito industriale.
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Applicazioni nel comparto alimentare e nel cosmo-farma
Due tavole rotonde hanno concluso la manifestazione del 4 novembre, cui hanno partecipato nove tra le maggiori aziende di robotica: ABB, Fanuc, Kuka, Universal Robots, Yaskawa Italia, Comau Robotics, Mitsubishi Electric Europe, Omron Electronics, Tiesse Robot- Kawasaki Robotics.  
Riccardo Oldani ha coinvolto i partecipanti su due aspetti: le applicazioni e le tendenze. In questa sede citeremo solo le applicazioni legate al settore dell’imballaggio.
- Alberto Pellero (Kuka) ha raccontato che IMA ha deciso di sostituire con AGV il personale che rifornisce le bobine di carta per etichette alle etichettatrici. Il sistema è intelligente: trova la bobina nel magazzino, la trasporta nella zona di produzione e la colloca sulla macchina, sgravando le persone di un lavoro ripetitivo e pesante.
- Pier Paolo Parabiaghi (Fanuc) ha invece spiegato come, nel settore beauty, un prodotto commodity possa diventare un prodotto di nicchia: l’utente si fa un selfie che invia al fornitore, il quale grazie a un algoritmo, sceglie il cosmetico con il colore “giusto” per il cliente. La spedizione avviene in 24 ore. Tutto grazie a IOT, intelligenza artificiale e robotica integrata. La soluzione è stata realizzata in collaborazione con Cisco.
- Flavio Marani (Tiesse Robot) ha sottolineato come ormai, nel settore del food, le applicazioni siano numerose e anche originali, come la linea che utilizza robot Kawasaky per tagliare i tramezzini, oppure la linea che preleva le arance o quella che ribalta le casse di arance sul nastro trasportatore. Anche la grande distribuzione incomincia a utilizzare robot: una delle insegne più diffuse ha per esempio robottizzato la linea di lavaggio delle cassette di carne.

 

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Tendenze, richieste e criticità
• La sicurezza è sempre un aspetto molto importante in tutte le applicazioni (soprattutto per quanto riguarda i cobot), che devono essere valutate nella loro interezza; in futuro si aggiungeranno laser scanner e controllori di sicurezza dove ora non sono previsti.
• I robot interagiranno con l’uomo, adattandosi alle esigenze dell’operatore in quanto saranno in grado di riconoscerne i movimenti (grazie all’intelligenza artificiale).
• Avranno sempre di più importanza sia la sensoristica (sistemi di visione 3D installati a bordo macchina), sia il sofware e soprattutto quello relativo all’intelligenza artificiale.
• La programmazione sarà sempre più facile in autoapprendimento, evitando i linguaggi di programmazione.
• L’integrazione sarà sempre più spinta con l’utilizzo di una sola piattaforma a cui collegare diversi robot, motion, IOT, sistemi di trasporto intelligenti e i sensori intelligenti.
• I system integrator continueranno ad avere un ruolo di primo piano, in quanto dotati di esperienza specifica nei diversi settori, ma vanno adeguatamente formati, affinché tengano il passo dello sviluppo tecnologico, e supportati nella realizzazione delle applicazioni. A questo scopo i fornitori mettono in genere a disposizione aree di prova, dedicate alla formazione sul campo,  dove è possibile effettuare test applicativi.
• Le aziende prevedono poi lo sviluppo dei mobile robot e di robot in versioni particolari, come gli esoscheletri e i robot educativi.
• Un ultimo accenno alla formazione: Kuka apre tre sedi per formare i meccatronici del futuro, e Yaskawa, che ha appena inaugurato la sua Accademy, prevede corsi di programmazione base per le scuole, così da formare i tecnici di domani. 
 

Maurizio Cacciamani
Marcom specialist & technical writer di automazione, innovazione e packaging

 

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