Caffè e tè, per tutti

Nell’ambito del gruppo Coesia, ACMA è il punto di riferimento per soluzioni di confezionamento dedicate al mondo Consumer Goods. A Host 2015 ha presentato i propri sistemi destinati al settore del caffè e del tè, cui dedica un ampio portafoglio di macchine per l’imballaggio primario e secondario. Sotto i riflettori, le ultime versioni della gamma di capsulatrici Qi e la flowpacker Miniwrap, oltre alle proposte per il tè “firmate” Tecnomeccanica.


Un settore che cresce a due cifre, quello delle capsule per il caffè, dove i player investono risorse ingenti nello sviluppo di nuovi prodotti, e dove il valore aggiunto in servizio, assicurato dal sistema capsula-macchina, può generare margini elevati. Un mercato che, al tempo stesso, è complicato dalla moltiplicazione di attori e soluzioni, generate dal me too e favorite dallo scadere di alcuni brevetti “di peso”: da qui il proliferare di capsule-equivalenti, che talvolta fanno capo a sistemi chiusi e non sempre all’avanguardia, e che  contribuiscono ad alimentare la domanda.
In questo ambito, non è difficile riconoscere la centralità del packaging e, dunque, dei fornitori di tecnologia per il confezionamento che, in questo caso più che mai, contribuiscono al successo del prodotto. A Host (Fiera Milano, 23-27 ottobre 2015) ne abbiamo avuto dimostrazione: ACMA ha sfruttato l’evento (oltre 2.000 espositori e 150mila visitatori internazionali) per presentare una serie di aggiornamenti di rilievo per il confezionamento di caffè e di tè, in capsule e bustine.
Ne abbiamo parlato con lo  staff ACMA specializzato nelle soluzioni per il tè e per il caffè.

I consumi di caffè in capsule continuano a crescere. Quali sono i trend del mercato globale? Che obiettivi, qualitativi e di quote, si è data ACMA?

In effetti, quello del caffè in capsule è un mercato in vivace sviluppo e ad alto valore aggiunto, dove il packaging “è” il prodotto e dove, quindi, il fornitore di tecnologia svolge un ruolo di particolare rilievo.
Per questo ci siamo messi in gioco, sapendo di avere molto da offrire sia come ACMA sia, più in generale, come Coesia: al costruttore di macchine, infatti, si chiede di produrre sistemi più veloci, capaci di garantire la massima efficienza, ottimizzando i consumi di materiale e di energia.
E noi ci confrontiamo con i leader di settore, grazie alle caratteristiche uniche delle nostre macchine e alla forza di un gruppo che assicura presenza e assistenza qualificate in tutto il mondo.
Senza dimenticare un altro fattore determinante: ACMA è oggi in grado di fornire un’intera gamma di capsulatrici, per soddisfare le esigenze degli operatori più diversi per produttività e mercati, assicurando inoltre tutte le necessarie integrazioni di finelinea, per l’imballo della capsula, l’astucciamento...  

Dopo il lancio della capsulatrice Qi350, oggi proponete un’integrazione di gamma significativa. Con quali caratteristiche? E per quali esigenze?
Grazie a un importante lavoro di progetto, che ha rivisitato la meccanica, l’elettronica e i principali componenti, la nuova Qi 500 assicura prestazioni superiori in tutti gli aspetti. I dosatori indipendenti garantiscono un controllo del peso ancora più preciso; il sistema brevettato di creazione del vuoto, direttamente in macchina, riduce a meno dell’1% l’ossigeno residuo nella capsula autoprotetta, a tutto vantaggio della fragranza e della la shelf life del prodotto; inoltre la Qi è predisposta per l’impiego di diversi sistemi di chiusura, per termoformatura ma anche a impulsi e, soprattutto, è progettata in modo da minimizzare il consumo di materiali.
Come, ad esempio, quelli usati per sigillare la parte superiore della capsula, dove otteniamo una riduzione degli sfridi fra il 50 e l’80%.
Quanto alla Qi800, che è la più veloce delle nostre capsulatrici (16 piste, 800 cpm), non solo si colloca ai vertici della categoria per produttività ma è anche estremamente affidabile e robusta, e garantisce un accurato controllo della produzione e una qualità del prodotto superiore.        

A Host 2015 lanciate anche una macchina per il confezionamento delle capsule non autoprotette...

Si chiama Miniwrap e costituisce un’alternativa alle classiche flowpack . Perseguendo l’obiettivo fondamentale del risparmio di materiale, abbiamo progettato una macchina orizzontale che “avvolge” il prodotto: dunque non lo colloca dentro a un tubo, come fa la flowpack, ma lo avvolge, sfruttando la tecnologia che in ACMA conosciamo molto bene, del wrapping confectionery.    
I vantaggi sono molteplici e rilevanti. Oltre a creare un packaging diverso, si arriva a risparmiare il 30% di materiale da incarto, con un’immediata riduzione dei costi e ulteriori economie in fase di gestione dei rifiuti. In più, si riduce lo spazio da riempire con l’azoto (e quindi anche il consumo di gas), e si raddoppia la velocità operativa: la Miniwrap raggiunge i 200 pezzi/min contro i 100 delle macchine verticali classiche. Grazie a queste caratteristiche assicura saving significativi che, data l’importanza del fattore prezzo, rappresenta un elemento competitivo di tutto rilievo.            
Abbiamo parlato di ottimizzazione dei consumi e di riduzione degli sprechi... Quanto incide il tema “sostenibilità” nella progettazione dei vostri sistemi di confezionamento?
Sulle criticità relative allo smaltimento post consumo delle capsule, l’intera filiera del caffè sta lavorando con impegno e in più direzioni; nel frattempo il confezionamento monodose conquista quote di mercato. Non abbiamo dubbi, quindi, sulla progressiva evoluzione della capsula in senso eco-compatibile e, per quanto ci riguarda, contribuiamo in diversi modi. Oltre a mettere a disposizione dei clienti le nostre tecnologie brevettate per separare il residuo di caffè dal contenitore usato, permettendone la riciclabilità, lavoriamo sul fronte dell’efficienza. Le nostre macchine consentono considerevoli risparmi di materiale di scarto, elettricità, gas inerte.
               
L’offerta Coesia è molto articolata: si può ipotizzare un “travaso“ di tecnologie dal confezionamento del tè a quello del caffè?
Assolutamente sì. Se la dosatura del caffè è stata sviluppata direttamente in ACMA, tutto ciò che attiva sinergie tra progettazione meccanica e lavorazione dei materiali attinge al know how delle varie aziende del gruppo Coesia.
Le sinergie sono all’ordine del giorno anche fra diversi ambiti applicativi: per realizzare le astucciatrici di capsule autoprotette, ad esempio, abbiamo attinto dal nostro know how nel settore del tè e del tabacco.
In generale, l’innovazione realizzata per un’applicazione specifica si traduce in un vantaggio competitivo per tutte le realtà del Gruppo.
E offre spunti interessanti anche sul piano del marketing: oltre alle capsule di caffè, oggi siamo in grado di produrre capsule di tè - una nicchia alimentata dagli stessi torrefattori, che  vogliono essere in grado di offrire anche altre bevande - oppure di brodo…
Ma noi possiamo anche fare l’opposto: confezionare il caffè nelle bustine, perché venga fruito come infuso. In concreto, Tecnomeccanica ha infatti sviluppato una soluzione che integra la tecnologia ormai consolidata della T2 ad accorgimenti dedicati al settore specifico del caffè: è dotata di un dosatore modificato per il trattamento del prodotto, che rispetto alla foglia di tè presenta differenti criticità dovute alla maggior dispersione in fase di produzione.
Per questo, nella versione dedicata al caffè, la T2 ha anche un sistema innovativo per rimuovere lo sporco dal sacchetto, che garantisce una miglior pulizia della confezione finale e un minor spreco di prodotto. Per quanto riguarda il tè, la T4 è stata di recente oggetto di un upgrade tecnologico, con l’obiettivo di aumentarne le prestazioni, passate dalle 250 alle 300 buste al minuto.
Come T2, T4 può essere integrata con differenti gruppi per il confezionamento secondario, tra cui quello per il packaging di dieci buste in “micro box”: una soluzione che assicura un risparmio del 50% rispetto alle scatole comunemente in uso.                                                         

 

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