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Lusso: guardare lontano
Luxury: look far off
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La domanda di beni di lusso riprende a crescere. Osservatorio Altagamma, con un aggiornamento dedicato all’India.
The demand for luxury goods is picking up again and growing. The Altagamma Observatory with an update covering India.
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Benessere da esportazione
Wellness exports
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Il bilancio 2005 di Unipro è caratterizzato da un’ulteriore crescita dell’export e dalla sostanziale tenuta del mercato interno.
The 2005 balance of Unipro is featuring a further increase in exports and the overall holding of the internal market.
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Imballaggio per lo sviluppo
Packaging for development
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Storia, azioni e prospettive dell’agenzia ITC, che sostiene l’imballaggio come motore di uno sviluppo consapevole.
History, undertakings and prospects of the agency ITC, that supports packaging as a conscious drive towards development.
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Ideas&Trends
OPPack Awards 2006, Ecma Awards, Tube of the Year
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Ready to use
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PENSARE GLOBALE Storia, azioni e prospettive dell’agenzia ITC, che sostiene l’imballaggio come motore di uno sviluppo serio e consapevole in tutte le aree del mondo (quelle più povere comprese). L’iniziativa “Packaging for development - PACKit” Mario Salmon
A Ginevra ha sede l’International Trade Center - ITC, un’agenzia nata oltre 40 anni fa per iniziativa congiunta di due tra le più importanti organizzazione mondiali: l’ONU e il World Trade Organisation - WTO (l’Organizzazione mondiale per il commercio). ITC si interessa degli aspetti industriali nei Paesi in sviluppo e nei Paesi in transizione verso le economie di mercato.
Al contrario del WTO, focalizzato sugli aspetti internazionali del commercio, ITC opera “vicino” alle imprese, sopratutto alle PMI, assistendole nel loro iter di sviluppo e nell’accesso ai mercati mondiali. Le iniziative ITC sono numerose e tutte di carattere operativo/costruttivo: tipicamente si tratta di azioni di coordinamento di piani industriali nazionali, integrazione tra aziende lungo la filiera della supply chain, formazione manageriale, definizione di strategie nazionali e aziendali, analisi di mercato, benchmarking, scambio di know how e simili.
A titolo di esempio ricordiamo che, con i suoi interventi, ITC ha contribuito a migliorare la qualità del caffè prodotto in Paesi africani, ha sostenuto alcuni Paesi nell’export di prodotti locali tipici, ha organizzato le attività per il rilancio di alcuni prodotti (come la juta) e ha fatto molto altro ancora. Tutte le sue attività hanno comunque un obiettivo primario, ovvero il rafforzamento industriale e imprenditoriale di Paesi poveri, in crescita e/o in transizione da economie a controllo statale.
Aprire la strada al commercio
Nel realizzare il programma di iniziative, ITC ha trovato nell’imballaggio un fattore di criticità comune alla quasi totalità dei Paesi dove opera.
Nelle aree più avanzate, infatti, l’imballaggio sembra svolgere oggi una funzione di supporto al marketing piuttosto che di protezione del prodotto: gli aspetti di “riconoscimento”, “attrazione”, “estetica”, “logo” veicolati dal sistema di confezionamento sono, per molti versi, la vera arma di “distinzione competitiva” di un prodotto.
Possiamo arrivare quasi dire che l’imballaggio è - per noi - un lusso “superfluo”, tanto che ormai i vincoli economici e ambientali stanno mettendo in luce situazioni effettive di “overpackaging“ (eccessi di materiali e costi).
Ma in moltissimi aree - in termini numerici parliamo della grande maggioranza della popolazione mondiale - la funzione primaria di “protezione” di un prodotto realizzata con l’imballaggio è un elemento fondamentale per attivare processi di commercio internazionale.
Infatti, se per i consumi interni molti Paesi in via di sviluppo non necessitano per ora di sistemi di imballaggio, ogni operazione di export richiede in via preliminare la capacità di confezionare in modo adeguato i prodotti.
In altre parole, le tecnologie dell’imballaggio rivestono, per questi Paesi, l’aspetto di una “tecnologia abilitante” all’esportazione; spesso però, la mancanza di un reale mercato interno di tecnologie di imballo e conservazione inasprisce le difficoltà. Questo accade, a titolo di esempio in Asia, dove i prodotti alimentari vengono consumati freschi - in certi casi addirittura vivi - e quindi senza alcun trattamento, sia per ragioni culturali sia perché la maggioranza delle popolazioni è indigente e vive ancora in contesti rurali (nella Repubblica Popolare Cinese si tratta del 70% della popolazione, contro un 30% di urbanizzati). La situazione è fonte di notevoli sprechi: oggi, è assodato, sono infatti proprio i Paesi più poveri a far registrare il maggior tasso di perdite nella catena di trasporto e distribuzione degli alimenti.
Punti di vista illuminanti
In considerazione dell’elevato tasso di crescita della popolazione urbana, l’imballaggio sta diventando una conditio sine qua non per la sopravvivenza. Per questi motivi l’ONU vede nello sviluppo delle tecnologie dell’imballaggio una duplice possibilità di progresso: da un lato il miglioramento delle azioni di export, dall’altro un valido ausilio di lotta alla fame.
Alla luce della situazione attuale, ITC prevede comunque tassi di crescita elevati per tutte le industrie collegate al trattamento dei prodotti alimentari e non.
Vista l’importanza dell’imballaggio in tutte le operazioni commerciali, soprattutto in quelle rivolte verso i mercati del mondo industrializzato, ITC ha creato una sezione ad hoc - la “Packaging for Development” - che si occupa di studiare azioni dedicate nello specifico ai problemi del confezionamento. Il signor Jacky Charbonneau, che abbiamo incontrato, opera come senior advisor del gruppo di lavoro e una sua prima puntualizzazione è stata particolarmente significativa.
Charbonneau afferma infatti che molti Paesi dell’Asia si sono già resi indipendenti in merito alla produzione di materie prime per l’imballaggio, in particolare film plastici tradizionali, e detengono già significative quote di export verso l’Europa. In un’ottica di sviluppo generale delle attività legate all’imballaggio, la “piattaforma di osservazione” di Ginevra consente di avere una visione dei mutamenti in atto assolutamente unica e certo molto interessante per tutti quelli che operano a vario titolo in questo ambito.
Capita infatti che la nostra industria non dedichi sufficiente attenzione a quei Paesi che, oggi, sono “deboli” consumatori di macchine e materiali ma che, in futuro, possono diventare ottimi clienti e poi, ahimé inevitabilmente, potenziali concorrenti in ogni settore.
Il cuore dell’iniziativa ITC
È facile produrre uova in qualsiasi parte del mondo, ma non è così facile farle viaggiare su rotaie!
In campo alimentare (discorso analogo vale per i fiori recisi o le cravatte… perché chi comprerebbe una cravatta mal piegata e mal presentata?) il vero problema per molti Paesi non è tanto la produzione, quanto il trasporto e la carenza di una supply chain organizzata…
È proprio in questa fase che l’agenzia ITC interviene, non solo focalizzandosi sulla ricerca della miglior conservazione, ma anche affrontando i problemi legati alla competitività sul libero mercato, alla qualità, riconoscibilità, personalità, facilità di distribuzione, riciclo...
In altre parole, anche nei Paesi poco avvezzi alle regole del mercato, i produttori devono capire che l’imballo è il vero trait- d’union con il consumatore finale (… la massaia di Voghera, per intenderci) e che i costi relativi al confezionamento non possono essere giustificati solo con la funzione di “protezione”. Ecco perché le azioni di ITC seguono essenzialmente due filoni: sostegni di tipo organizzativo a iniziative nei singoli Paesi e impegno a diffondere la cultura dell’imballaggio, tramite un’iniziativa di tipo editoriale/formativo denominata PACKit.
In azione
Lo Sri Lanka produce da sempre ottimo tè e raffinate cravatte di seta ma, da sempre, il tè veniva venduto in volumi e le cravatte erano malamente arrotolate in fogli di carta qualsiasi. ITC ha favorito e guidato la creazione di un Istituto Nazionale per l’Imballaggio dello Sri Lanka, dove concentrare tutte le conoscenze disponibili nel Paese e formare quindi tecnici e operatori specializzati nella progettazione di nuovi imballi. I tecnici del centro hanno poi iniziato a raccogliere informazioni da tutto il mondo, convogliando le conoscenze verso il proprio Paese e riducendo un gap di know how inizialmente enorme.
Il centro opera adesso come elemento di raccordo tra tutte le aziende della filiera, integrando conoscenze su materiali, stampa, marketing, automazione etc. e offrendo alle industrie di questo Paese spunti per distinguersi ed essere più competitivi, come accade peraltro in tutti i mercati liberi globalizzati.
In questo modo lo Sri Lanka ha iniziato a essere un esportatore di prodotti destinati al consumatore finale già confezionati, che riassumono non solo le funzioni di protezione ma anche quelle di comunicazione, contribuendo a creare un’immagine specifica del Paese e dei suoi prodotti.
ITC ha anche favorito la creazione di un Asian Packaging Foundation (APF), che raggruppa 120 associazioni di settore, per coordinare ogni azione normativa o tecnologica.
Questa, come tutte le altre iniziative, è caratterizzata dall’integrazione delle culture e delle tradizioni locali con gli imperativi del commercio mondiale: colori, stampe, disegni, aspetti artistici vengono quindi rivisti ed impiegati all’interno di strutture industriali moderne.
Comunicare tramite Packit
Nelle aree in via di sviluppo, le carenze non sono solo di tipo prettamente tecnico rispetto all’imballaggio e ai sistemi di trasporto, ma riguardano anche la conoscenza delle dinamiche del mercato (domanda e offerta) e degli aspetti legali e normativi.
Per diffondere le conoscenze di base, uniformandole e rendendole accessibili a tutti, ITC ha quindi avviato una speciale iniziativa editoriale, PACKit appunto, che prevede la pubblicazione di monografie redatte da specialisti ed esperti di varie discipline. L’intento è di integrare tutte le informazioni reperibili, facendo emergere la stretta relazione che intercorre fra materiali, macchine, aspetti normativi, tecnologie.
Oltre a informazioni sui materiali e sulle tipologie di confezionamento, i documenti descrivono i Paesi importatori (con approfondimenti sulle caratteristiche della popolazione, i consumi, aspetti del mercato, normative…) e i Paesi esportatori (con l’analisi delle aree potenziali di maggior sviluppo, dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità emergenti per le nuove industrie, in particolare quelle piccole).
I moduli “trasversali” forniscono infine informazioni sulle caratteristiche dei processi di confezionamento e trasporto. Per ogni “vista trasversale” vengono forniti elementi di base sulla tecnologia, le opzioni possibili con le applicazioni tipiche e i vincoli.
Nelle analisi effettuate Paese per Paese o prodotto per prodotto emerge spesso l’incompletezza o la debolezza di un’intera filiera per mancanza di aziende; altre volte, le risorse locali non sono supportate in maniera adeguata dalla conoscenza delle opportunità o dei vincoli legati all’export di prodotti confezionati. E, in casi come questo, ITC può mettere in atto azioni locali specifiche, come è accaduto in Sri Lanka.
Per concludere
L’approccio adottato da ITC nel trattare il tema imballaggio in modo integrato, facendo circolare informazioni e preparando il terreno a possibili e proficue “contaminazioni” culturali e tecnologiche, è di tipo “multidisciplinare”: abbastanza lontano quindi dal modus operandi più diffuso nei Paesi a economia avanzata,
Dal punto di vista pratico, dall’analisi delle azioni fin qui adottate da ITC, emerge inoltre che il mercato asiatico è il più promettente in relazione alla crescita dell’imballaggio, destinato a predominare su molte altre forme di business.
Una domanda è allora più che mai d’obbligo. Che ruolo giocherà l’Italia (e l’Europa, ovviamente) di fronte a questo sviluppo?
E ancora… Saremo capaci di sfruttare appieno le nuove opportunità offerte dall’incredibile aumento dei volumi di beni da confezionare?
E sapremo resistere alle nuove minacce prima nei materiali e poi, inevitabilmente nelle macchine?
Mario Salmon
MS Automation, Bologna - www.salmon.it
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From the new world
Packaging for development
GLOBAL THINKING - History, undertakings and prospects of the agency ITC, that supports packaging as an important and conscious drive towards development throughout the world (including the poorest parts). The undertaking “Packaging for development - PACKit”
Mario Salmon
Geneva is home to the International Trade Center - ITC, an agency that came into being over 40 years ago at the behest of two or the most important world organizations: the UN and the World Trade Organisation (WTO).
The ITC focuses its attention on the industrial aspects of countries under development and countries that are in transition towards a market economy.
As opposed to the WTO, focussed on the international aspects of trade, the ITC operates close to companies and enterprises, aboveall close to the small-to-medium-sized concerns, helping them in their path to development and in accessing world markets.
The ITCs undertakings are numerous and all of an operative/constructive nature: typically these are actions coordinating national industrial plans, integration of concerns along the supply chain, management training, definition of national and company strategies, market analyses, benchmarking, exchange of knowhow etc.
For example with its undertakings ITC has contributed to improving the quality of the coffee produced by African countries, it has supported some countries in the exportation of typical local products, it has organized activities for the relaunch of some products (ie jute) and has done a lot more. All its activities at any rate have a primary objective, or that is the industrial and entrepreneurial reinforcement of poor countries undergoing growth and/or a transition from state control.
Open the way to trade
In completing its program of undertakings, the ITC has found packaging a critical factor common to nearly all the countries it operates in. In the most advanced areas in fact packaging seems to today perform the function of a marketing support rather than product protection: the aspects of “recognition”, “attraction”, “appeal”, “logo” are in many ways the true weapons in the “competitive distinction” of a product, vehicled by the packaging system. We can virtually come to the point of saying that - for us - packaging is a “superfluous” luxury, to the point where economic and environmental limitations are highlighting situations of effective overpackaging.
But in many areas - in numerical terms we are speaking of the great majority of the world population - the primary function of product “protection” provided by packaging is a fundamental element for activating processes of international trade.
In actual fact, if for domestic consumption many developing countries do not now need packaging systems, preliminarily every export operation requires the capacity to suitably pack the products.
In other words, packaging technologies for these countries take on the appearance of technology enabling exports; very often though the lack of a domestic packaging and preservation technology market makes things even harder. This occurs for example in Asia, where food products are consumed fresh - in certain cases even alive - and hence without any kind of processing, both for cultural reasons as well because most of the population is still indigent and still lives in rural areas (in the People’s Republic of China this applies to 70% of the population, against the 30% that are urbanised). The situation leads to considerable waste: it is today a known fact that it is indeed the poorest countries that register the highest rates of loss in the food transportation and distribution chain.
Enlightening points of view
Considering the high growth rate of the urban population, packaging is becoming condicio sine qua non for survival. This is why the UN sees in the development of packaging technologies a dual possibility for progress: on the one hand leading to the improvement of actions of export, on the other acting as a valid aid to combating hunger.
Considering the current situations, ITC at any rate forecasts high growth rates for all those industries associated with the processing of food products and other products.
Given the importance of packaging in all the commercial operations, aboveall those aimed towards the markets of the industrialised world, ITC has created a special section - “Packaging for Development” - that is involved in specifically dedicated actions for packaging problems. Jacky Charbonneau, who we met up with, works as senior adviser for the work group, and one of the initial points he made is particularly significant.
Charbonneau in fact states that many Asian countries have already made themselves independent as regards the production of raw material for packaging, in particular traditional plastic film and that also hold significant shares of the market of exports to Europe.
In view of a general development of activities associated with packaging, the Geneva observation platform enables an absolutely unique view of the changes underway, certainly very interesting for all those that in various ways operate in this field.
It may in fact be that our industry does not dedicate sufficient attention to those countries that are today “weak” consumers of machines and materials but that, in the future, may become excellent customers and then, alas inevitably, potential competitors in all sectors.
The heart of the ITC undertaking
Producing eggs all around the world is easy, sending them by rail is not so easy!
In the food field (the same goes for cut flowers or neckties… in that who would buy a badly folded or badly presented tie?) the real problem for many countries is not so much the production, but rather transportation and the lack of an organized supply chain…
This is right where ITC steps in, not so much focussing on the search for the best form of preservation, but tackling problems linked to competitivity on the free market, associated with the quality, the recognisability, personality, ease of distribution, recycling…
In other words, even in countries disinclined to following the rules of the market, producers have to understand that packaging is the true trait d’union with the end consumer (… the average housewife for example) and that the costs relative to packaging cannot only be justified by the function of “protection”. This is why ITC’s action essentially follow two approaches: support of organisational kind to undertakings in the single countries and the commitment to spreading the packaging culture by way of publishing/training type undertakings denominated PACKit.
In action
Sri Lanka has always been a producer of excellent tea and the finest silk ties: but, the tea has always been sold in bulk and the ties poorly wrapped in common paper. ITC has fostered and guided the creation of the Sri Lanka National Packaging Institute, concentrating all the knowhow available in the country and hence enabling the training of technicians and operators specialised in the design of new packaging.
The technicians of the centre have then gone on to collect information from all around the world, conveying the knowhow towards their own country and reducing an initially enormous knowhow gap.
The centre now works as a junction between all the companies in the segment, integrating knowhow on materials, printing, marketing, automation etc and offering the country’s concerns stimuli for standing out and being more competitive, as in fact occurs in all the free globalised markets.
In this way Sri Lanka has began to be an exporter of ready packed products destined for the end consumer, packaging that not only takes on the function of protection but also that of communication, contributing to creating a specific image of the country and its products.
The ITC has also encouraged the creation of the Asian Packaging Foundation (APF), that groups together 120 sector associations, for coordinating all actions concerning standards or technology.
This like all the other undertakings, features the integration of the local traditions and culture with the imperatives of world trade: colors, print, design and artistic aspects are hence reviewed and used within the modern industrial structure.
Communicating via Packit
In the developing areas, what are lacking are not only the strictly technical features as regards packaging and the systems of transport, but also the knowledge of the dynamics of the market (supply and demand), legal aspects and aspects regarding standards.
To spread basic knowhow, uniforming the same and making it accessible to all, the ITC has hence launched a special publishing undertaking, PACKit, that entails the publication of mongraphs drawn up by specialists and experts in the various disciplines. The intent is to integrate all the information that can be obtained, allowing the close relations that runs between materials, machines, standards and technologies.
As well as information on materials and on the types of packs, the documents describing the importing countries (with further information on the characteristics of the population, consumption, aspects of the market, standards..) and the exporting countries (with the analyses of the areas of potentially the greatest development, of strong- and weakpoints, of the emerging opportunities for the new concerns, in particularly the small ones).
The “transversal” modules lastly provide information on the characteristics of the packaging and transportation processes. Each “transversal view” comprises basic elements on technology, the possible options provided by the typical applications and the limitations.
The analysis carried out country by country or product by product often reveals the incompleteness or the weakness of an entire sector due to a lack of concerns; in other occasions the local resources are not suitably supported by awareness and knowledge as regards the opportunities or the limitations regarding the export of packed products. And in cases like these, ITC can also field specific local actions, as has occurred in Sri Lanka.
To finish up
The approach adopted by the ITC in tackling the topic of packaging in a complete manner, allowing information to circulate and preparing the terrain for potential and fertile cultural and technological is of the multidisciplinary type: hence fairly far of from the specialist type modus operandi common to the countries with advanced economies. From a practical point of view, from the analysis of the actions up to now fielded by ITC, it also emerges that the Asian market is the most promising one as regards the growth of packaging, that is destined to predominate over many other forms of business.
Hence the question is evermore pressing. What role will Italy (and Europe obviously) play in face of this development?
And again… will we be capable of fully exploiting the new opportunities offered by the incredible increase in volumes of the goods to be packed?
And will we be able to stand up to the new threats firstly in materials and then, inevitably, in machines?
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