Anime semplici abitano talvolta corpi complessi
L'editoriale di Stefano Lavorini
Leggevo su un quotidiano che il nostro cervello ritiene vere le cose che più facilmente ricorda. Affermazione almeno verosimile, che mi ha indotto a revisionare appunti e registrazioni fatte in occasione dell’assemblea Ucima che si è svolta a Villa Marchetti (Baggiovara, MO) il 29 giugno scorso e che ha segnato il passaggio della presidenza, come programmato nel 2020, da Matteo Gentili a Riccardo Cavanna.
Un biennio, quello appena trascorso, che Gentili non ha esitato a definire “molto particolare e difficile, che ha impattato in modo fortissimo sulla nostra attività imprenditoriale, oltre che sulla nostra vita personale, in conseguenza della pandemia e della guerra in Ucraina”. Come non essere d’accordo!
E se Gentili appariva sereno e appagato per aver portato a compimento quanto programmato, Cavanna, visibilmente emozionato, restituiva “in parole e opere” consapevolezza e determinazione nel voler guardare avanti… A partire - quasi un ossimoro - dal motto dei fondatori di Ucima, anno 1984, “L’unione fa la forza”, ma soprattutto a dispetto di uno scenario macro in cui i “cigni neri”, gli eventi disruptive, si sono fatti ormai stormo.
Riccardo Cavanna - da 15 anni attivo in Ucima - si è presentato alla platea dei soci come un uomo capace di essere sincero con sé stesso, sia nel trattare le difficoltà e le sfide del fare impresa in un settore a elevata innovazione e internazionalizzazione come quello delle macchine per l’imballaggio, sia in riferimento agli obiettivi di mandato in ambito associativo.
Pausa di riflessione, con contenuti da brivido
Gian Paolo Crasta, direttore esecutivo di Ucima, ha introdotto i relatori del convegno “L’impresa oggi: strategie flessibili per futuri possibili“ che aveva come tema i cambiamenti in atto nella catena della fornitura, alla luce della ripresa dell’attività manifatturiera post covid, la corsa al ripristino delle scorte e la guerra in Ucraina, tutti accadimenti che hanno squilibrato drammaticamente la domando mondiale.
Nel suo intervento Andrea Venegoni, partendo dal fatto che oggi “l’unica certezza è l’incertezza” ha fatto un bilancio degli ultimi 15 anni, mettendo in relazione fattori macroeconomici e fattori competitivi, per poi soffermarsi sui rischi a cui è esposta la catena globale del valore. In sintesi, c’è solo una cosa da fare in questo nuovo mondo: cambiare modo di pensare.
Alberto Tremolada, dati alla mano, ha lasciato poco spazio a consolatorie fughe in avanti. Quello che sta infatti accadendo nella supply chain si caratterizza per uno scollamento tra le affermazioni e le prospettive ampiamente diffuse e ripetute e le dinamiche reali sia di mercato che tecnologiche.
Partendo da questi interventi di scenario, la parola è passata a Matteo Montecchi, che ha presentato alcune anticipazioni su un’indagine, voluta da Ucima, sullo stato dell’arte del Supply Chain Management nel settore dei produttori di macchine automatiche per il packaging.
Tra le criticità è emersa quella di una “cultura” sui costi non ancora matura a livello di processi e strumenti; cosa che suggerisce di passare a gestire la supply chain, che è un processo strategico, formando o acquisendo professionalità ad hoc.
Ciliegina sulla torta, Luca Baraldi ha portato i dati di un recentissimo survey sui prezzi e sui tempi medi di consegna di componentistica elettronica e non per il packaging. Realizzato in collaborazione con i fornitori, è emerso che a fronte di un aumento medio, piuttosto omogeneo dei listini 22/21 di circa il 10%, il lead time medio della componentistica non elettronici è oggi di 12,9 settimane, mentre quello della componentistica elettronica è di 22,4 settimane, con notevoli differenze, in entrambi i casi, a seconda dei prodotti.
Quanto ascoltato fa riflettere sui possibili scenari dell’oggi, che sono sempre più complessi e costellati di paradossi e contraddizioni, reali o apparenti.
In fondo, Ennio Flaiano così avrebbe chiosato: «Anime semplici abitano talvolta corpi complessi».
Beh, forse è proprio (anche) in questa perfetta antitesi che va cercato il senso della nostra nuova normalità.
Convegno “L’impresa oggi: strategie flessibili per futuri possibili”
- Fare impresa nel New Normal: strategie flessibili per futuri possibili.
Prof. Andrea Venegoni, Direttore Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori, LIUC Business School - Materie prime e componentistica: esiste un new normal?
Dr. Alberto Tremolada, Manager Metatech Group Fonderie Coordinator Task Force A.E.S.C. Erma - European Raw Materials Alliance Competence center manufacturing manager Adaci - Il Supply Chain Management nel settore. Contesto e highlights dell’Indagine 2022 sull’Area Acquisti
Marcello Carretta, Founder Partner Makeitalia e Matteo Montecchi, R&D Manager Makeitalia Srl; - Componentistica: listini e lead time.
Luca Baraldi, Centro Studi Mecs