Andrea Alkin Reggioli, Behind the cover ItaliaImballaggio 3/2022

Andrea Alkin Reggioli
Creative Milk, 2022
Digital Drawing

Andrea Alkin Reggioli nasce a Dobritč in Bulgaria nel 1990. Frequenta il liceo artistico, studia batteria e suona in un gruppo.

Conseguito il diploma, si iscrive al corso di Laurea in Pittura e Arti Visive della N.A.B.A a Milano. Si dedica alla ricerca di un linguaggio espressivo personale nel campo delle arti visive, che meglio rappresenti il suo mondo interiore.

Nel corso della sua attività artistica, ha partecipato a numerose collettive, con opere e performance. Tra le più recenti ricordiamo:

  • 2015 “In Divenire Blackout”, Milanoltre Dance Festival, Teatro Elfo Puccini, Milano.
  • 2015 “Vetem Tani Arrjj Ta Kuptoj”, Albanian Pavilion, Biennale di Venezia.
  • 2015 “Aequilibrium”, Museo del Design 1880-1980, Milano.
  • 2019 “Fundamentals”, DanceHaus di Susanna Beltrami, Milano.
  • 2021 “Banksy Chi?!”, Spazio 2, Piacenza (collettiva d’arte)
  • 2022 “Vagues D’amour” Spazio 2 Piacenza (spettacolo di danza)

La parola all’autore

La mia ricerca artistica nasce da una profonda crisi creativa. La formazione liceale, con la copia dal vero di oggetti, paesaggi e nudi, era poco efficace a esprimere il mio vissuto interiore. Eppure, le realtà intangibili - emozioni, sensazioni, stati d’animo legati ai passaggi della vita - erano dirompenti. Avvertivo la necessità di creare un linguaggio visivo personale, che interagisse con altri linguaggi, in particolare la musica e la danza, così da creare un ambiente multisensoriale che catturasse l’attenzione dello spettatore e lo introducesse nel profondo del mio essere.

Nella ricerca, l’atto di osservare è fondamentale e l’osservazione analitica della realtà, con i suoi oggetti, le sue immagini e forme, mi ha portato a operare processi di riduzione ai minimi termini per definirne gli elementi primari, che corrispondono alle lettere dell’alfabeto del nuovo linguaggio. Ma sono i codici scritti, come le partiture di batteria, ad affascinarmi davvero: le linee, le forme, le dimensioni, le configurazioni dimostrano un grande potenziale formale. Il codice musicale subisce una lunga serie di alterazioni con la formazione di forme visuali essenziali, inserite successivamente in strutture portanti, che conferiscono senso e ordine. La conservazione dei valori originari delle note mi consente di avviare la ricerca musicale. Creo collegamenti e ponti tra le forme visuali per ottenere percorsi che converto in tracce musicali di tipo ritmico, fondamenta per lo sviluppo di melodie e colonne sonore originali. I percorsi diventano mappe coreutiche utilizzate dal coreografo per creare sequenze di danza, in una perfetta corrispondenza tra segno grafico, suono e movimento.

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