Advances in the packaging industry

API-proceedings_APE.pngOvvero ... del meraviglioso, del vero, del verosimile, del sublime. Mai partecipato a un congresso scientifico così ricco di variegati contenuti, nonché di partecipanti attenti. di Stefano Lavorini

Eccezionale l'evento del 19 e 20 novembre scorso, sia perché appuntamenti internazionali di questo genere, dedicati all'imballaggio, sono rarissimi in Italia, sia per la bellezza e il fascino, del luogo: Castel dell'Ovo a Napoli (il più antico della città), in perfetta discordanza con i temi dei lavori.

IMG_1652.pngIn altri termini, è stata un successo la prima edizione di “Advances in the packaging industry” voluta dal Giflex - Gruppo Italiano Imballaggio Flessibile di Assografici, e organizzato con la collaborazione attiva di:
- Centro Regionale di Competenza Tecnologie;
- Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, Università degli Studi di Napoli Federico II;
- Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università degli Studi di Salerno.
E, non da ultimo, grazie al contributo di Bobst, Laminazione Sottile, Super Film (main sponsor), nonché di Basf, I&C - Gama, Iniziativa Finanza e Innovazione, Mp Strumenti, Rossini e Termoplast.

Per i 177 iscritti è stato come affacciarsi a una finestra aperta sulle più eterogenee esperienze in ambito accademico e industriale, all'insegna del principio di contaminazione, del trasferimento di conoscenza tra settori contigui, come ha sottolineato Domenico Acierno (CRC Tecnologie), uno dei presidenti della conferenza.
Centrato, quindi, l’ambizioso e lungimirante duplice obiettivo di aggiornare, con interventi di valore scientifico, sui risultati più significativi della R&D di settore, e di creare un ponte fra università e imprese, favorendo così contatti, scambi e progetti comuni.
Un risultato che ha permesso a Michele Guala (presidente Giflex e della conferenza), di affermare in apertura dei lavoro “La speranza è di aver messo un seme che possa trasformarsi in una pianta”, anticipando così il proposito di riproporre l’appuntamento in futuro.

Senza respiro. È stata una due giorni impegnativa, come racconta chiaramente il programma scientifico messo a punto dal comitato scientifico internazionale costituito dai rappresentanti di istituzioni della ricerca pubblica e privata.
Programma rispettato in modo puntiglioso, per volontà dei manager del congresso, Mario Mensitieri e Italo Vailati, grazie alla regia dei presidenti di sessione, Almerinda Di Benedetto e Loredana Incarnato: 7 sessioni per 35 relazioni, rigorosamente di 15 minuti, eccezion fatta per la key note di apertura di Giuseppe Marrucci, le invited lecture di Hans Passman, di J.M. Lagaron e di Ulrich Moosheimer, nonché lo speech di Luigi Nicolais.
A completamento, 28 poster session in una sala prossima a quella in cui si sono svolti i lavori del congresso.

API-proceedings.pngGli interventi, che hanno visto alternarsi, in egual numero, ricercatori universitari ed esperti del mondo industriale, hanno messo a fuoco in modo trasversale le innovazioni di prodotto e di processo, nonché le tecnologie allo stato dell’arte in materia di imballaggio flessibili.

Si è parlato di:
- proprietà fisico-chimiche dei materiali da imballaggio;
- soluzioni barriera per il packaging flessibile (active packaging e rivestimenti ad alta barriera);
- processi e imballi sostenibili;
- packaging metallizzati e di metallo;
- sicurezza nel confezionamento alimentare;
- risk assessment nell’industria dell’imballaggio;
- trattamenti superficiali e funzionalizzazione dei substrati;
- recupero solventi e after burning;
- inchiostri, adesivi, rivestimenti e i loro solventi;
- meccanica dei film;
- tecnologie di stampa per il packaging flessibile.
Il programma completo su dativoweb.net/programma-api-giflex-napoli-2015

Chi ben inizia... Durante la due giorni, ho avuto ragione di raccogliere le opinioni di alcuni partecipanti di spicco, sia tra i relatori che tra gli auditori.
Ascoltandoli, mi sono tornate in mente le parole dello scrittore Alberto Manguel sulla centralità dei libri, ma che, considerando l’occasione, possiamo in senso estensivo considerare valide anche incontri di questo tenore e genere, che hanno un ruolo fondamentale in quanto possono «mostrarci le nostre responsabilità gli uni verso gli altri, aiutarci a mettere in discussione i nostri valori e minare i nostri pregiudizi, fornirci il coraggio e l’ingegno per continuare a vivere insieme e offrirci parole illuminanti che ci consentano di immaginare tempi migliori».

In concreto, tutti gli intervistati hanno apprezzato il coraggio e il lavoro svolto dagli organizzatori, la novità dell’evento, l’attualità dei temi trattati e, soprattutto, il progetto, quanto mai apprezzabile, di avvicinare “il mondo del sapere a quello del saper fare”.
Concorde anche il giudizio sul numero e sul buon livello delle presentazioni, eccezion fatta per alcuni interventi - pochi - risultati carenti di contenuto, o troppo sbilanciati sul coté promozionale.

Guardando oltre. Chiacchierando, sono emersi suggerimenti e auspici, segno di interesse e partecipazione attiva.

In relazione all’impianto del congresso, non vi è concordanza tra quanti vorrebbero veder meglio organizzate le sessioni, in termini di omogeneità degli argomenti, e chi invece ravvede in questa ipotesi il rischio di perdere lo sguardo d’insieme su una materia di per sé interdisciplinare.

I più, poi, hanno posto l’accento sull’opportunità di scandire diversamente i tempi: meno relazioni e più spazio per il dibattito, e perché no, magari, una tavola rotonda ogni giorno su argomenti di interesse comune non necessariamente tecnici (ad esempio sui finanziamenti alla ricerca).
Ma la necessità di toccare i tanti contenuti di attualità si scontra con la durata dell’evento, limitata a due giorni - per favorire la presenza di tecnici e manager delle imprese - il che costringe giocoforza a interventi di solo 15 minuti, non sempre facili da seguire per chi non abbia un background completo di conoscenze in tutte le materie.

Resta il fatto che chi ha apprezzato la “mitragliata” di informazioni, ha dichiarato di riservarsi la possibilità di andare ad approfondire i temi che più lo hanno colpito.

E ancora, ho raccolto altri suggerimenti, come quello di potenziare la Poster Session e di prevedere la pubblicazione ex-post degli interventi su una rivista scientifica, che potrebbe diventare un ulteriore motivo di richiamo.

Tutti, ovviamente d’accordo sul fatto che “se non si discute, non si capiscono le cose”, non si fa innovazione: è necessario quindi che industria e università mettano a fattore comune ricerca e tecnologie, trovando un punto di incontro tra le reciproche esigenze e intervenendo d’intento su progetti e priorità.

In modo intelligente, qualcuno ha sottolineato che c’è, di fondo, una difficoltà d’ascolto: in questo senso rafforzare il confronto e il dibattito può contribuire a riportare la ricerca verso obiettivi di fattibilità e sostenibilità, nonché l'industria ad aprirsi a prospettive che vadano oltre i confini segnati dai propri prodotti.

Peraltro, anche il mondo accademico deve cambiare passo, non deve incedere con le formule, deve andar al punto, mostrando i risultati conseguiti e le loro implicazioni.

Tra i temi da approfondire va segnalato per certo quello dell’utilizzo di nanomateriali in packaging a contatto con gli alimenti, specificamente in relazione alle problematiche legate alla migrazione. I dubbi non mancano…

In sintesi è stata una vetrina di suggestioni, analitiche, tecnologiche e di ricerca che, seppur difficili da cogliere in toto, sono state un arricchimento culturale per i partecipanti circa le potenzialità del futuro, nonché una grande occasione di incontro con tante professionalità, utili per creare nuove relazioni sia commerciali che di ricerca.

Usando le parole di uno degli “spiriti critici” interpellati, Giflex ha dimostrato di avere la forza e le relazioni per costruire un congresso internazionale e certamente aprirà una riflessione su come migliorare la formula, per arrivare a un momento di incontro più proficuo per tutti e non solamente alla “manifestazione di una distanza”.

In conclusione, un incontro bello, stupendo: da ripetere.

NOTA
Gli atti del Congresso sono disponibili sul sito www.giflex.it
 

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