La Natura entra nella governance aziendale
FaithInNature è un’azienda cosmetica scozzese che, per prima al mondo, ha riconosciuto i diritti legali della Natura all'interno del Cda. Un modello di business rivoluzionario, che interpreta la Natura come un partner anziché una risorsa da sfruttare.
Milena Bernardi
Fondata nel 1974 da Rivka Rose, grande appassionata di piante, FaithInNature il cui nome significa letteralmente “Fede nella Natura” è classificata tra le imprese più sostenibili. Nel 2022, dopo quasi 50 anni di attività, l’azienda ha deciso che agire responsabilmente nei confronti dell’ambiente non era abbastanza, come non lo era disporre di un Sustainability Director. E così ha deciso di nominare un rappresentante della natura nel Consiglio di amministrazione, una vera e propria figura dirigenziale con diritto di voto che agisce in nome e per conto della Natura. La decisione è figlia di una constatazione elementare: tutto ciò che facciamo ha un impatto sull’ambiente, mentre quest’ultimo non ha alcuna voce in capitolo.

Da risorsa silenziosa a parte attiva nel processo decisionale
Prima di effettuare qualsiasi scelta il board di FaithInNature si pone una domanda: Cosa direbbe la Natura? L’interrogativo viene posto all’amministratore incaricato rappresentato da un esponente di Lawyers for Nature, uno dei team legali che ha contribuito a creare il nuovo modello e che lavora di concerto con un comitato di esperti in materia per sostenere la causa ambientale. Tutte le decisioni assunte dal Consiglio nonostante la contrarietà del rappresentante dovranno essere motivate adeguatamente. Infine, una volta all’anno dovrà essere pubblicato un “Nature report” che descriva l’impatto complessivo dalle attività aziendali.

Ridurre, riciclare, rigenerare
Intanto l’azienda è riuscita a ridurre la quantità di energia utilizzata nel processo produttivo di ben 180.000 kWh in un solo anno. La stragrande maggioranza della plastica utilizzata nel packaging è riciclata al 100% (i flaconi da 400 ml lo sono già dal 1999) e l’introduzione di nuove bottiglie da 500 ml in alluminio 100% riciclato è un altro segnale verso la direzione della circolarità. FaithInNature applica inoltre la politica zero rifiuti (-3,92% nell'ultimo anno rispetto all'anno precedente), mentre gli ingredienti sono a Km 0 e non impattano sul trasporto. Fabbrica e il magazzino sono alimentati al 100% da energia solare rinnovabile, mentre l'acqua utilizzata nel nuovo sito di Ainsworth viene riscaldata con otto caldaie a biomassa alimentate da pellet di legno ricavati da segatura di scarto.
Creare un modello replicabile
L'intenzione di FaithInNature è sempre stata quella di creare un modello pratico e facilmente implementabile nel maggior numero di imprese e organizzazioni: soltanto in questo modo il progetto raggiungerà il suo massimo potenziale. Sostiene infatti l'azienda:
"Pensare alla natura solo come a una risorsa da cui attingere ci ha portato sull'orlo del collasso ecologico. Storicamente, 'successo' ha significato 'profitto', oggi significa avere un ambiente sano in cui prosperare".