Passi avanti nel form-fill-seal
Dopo la pandemia, Volpak (Gruppo Coesia) è “tornata a correre” con una serie di nuove tecnologie per il confezionamento in pouch, presentate alla scorsa interpack. Ce ne parla Francesco Busquets, Head of Sales & Marketing della società, che racconta anche di come le sinergie di gruppo abbiano impresso una svolta decisiva alle attività progettuali, con esiti più che positivi sul piano della proposta commerciale.
Luciana Guidotti
Un know-how consolidato nella progettazione e costruzione di macchine automatiche per il confezionamento in buste flessibili pre-formate di prodotti liquidi e solidi (dall’home & personal care al food): a partire da questo assunto, Volpak continua la propria evoluzione, pensando in grande. Molte le novità alla ribalta internazionale di interpack che portano la sua firma, soprattutto interessanti perché frutto dell’approccio organico che sta orientando le attività di tutte le realtà che fanno capo a Coesia: realizzare soluzioni complete per ottimizzare la redditività delle imprese, coniugando automazione e sostenibilità.
«La nostra filosofia è, in fin dei conti sempre la stessa: puntiamo alla flessibilità, e ci adattiamo rapidamente ai tempi che cambiano, migliorando la tecnologia e rendendola anche più conveniente, per fornire così macchine custom made a un prezzo accessibile» esordisce Busquets, che entra subito in argomento.
Dallo standard allo speciale: facile
«Volpak SM+ è la nostra nuova pouching platform orizzontale, studiata per un time to market molto breve e produzioni variabili, sia in termini di prodotto che di formato» spiega Busquets. «Dotata di tecnologia di trasporto basata su magneti, è progettata per essere veramente modulare, dato che consente una configurazione flessibile di stazioni indipendenti, nonché cambi formato completamente automatici. In pratica, si sceglie un formato, si schiaccia un bottone, se ne sceglie un altro… e, nel caso, si raddoppia anche la capacità di produzione. Tutto con una sola macchina, molto versatile, 100% scalabile, dato che partiamo da una configurazione di base per poi sviluppare i moduli. In pratica, se un cliente vuole qualcosa di “strano” che nessuno ha mai fornito in precedenza, avrà una macchina che sarà “molto speciale” per lui ma molto standard per noi, dato che possiamo mettere a punto e consegnare l’impianto in tempi brevissimi».
Soluzioni complete, all’insegna del dialogo
Progettata per produrre buste in monomateriale per il food, la Volpak SI 280 è completamente integrata in una linea definita "pouching box”, dove coesistono sistemi di confezionamento realizzati da altre aziende del Gruppo.
«La nostra form-fill-seal è in linea con un’incartonatrice con cambio formato automatico della R.A Jones e, quando le confezioni sono pronte, arrivano a un palettizzatore con robot collaborativo della Flexlink. Non solo i sistemi comunicano facilmente tra loro - precisa Busquets - ma si somigliano anche. E questo grazie a OptiMate (l’HMI basato su tecnologia proprietaria di Coesia, Ndr.), montato come standard sulle nostre macchine».
Anche in questo caso Volpak sta dunque dando risposta a un’esigenza sempre più diffusa: disporre di uno strumento di controllo della macchina che unisca semplicità di utilizzo e funzionalità avanzate. OptiMate, infatti, accompagna e guida l'operatore in attività come il cambio formato o la manutenzione, lasciandogli il pieno controllo delle diverse funzioni. L'interfaccia intelligente facilita la navigazione dei diversi menu e semplifica le procedure, come la visualizzazione dei pezzi di ricambio, l'accesso alla documentazione tecnica e la generazione di rapporti di produzione.
Un upgrade per il pharma
La serie Enflex PHS rappresenta il fiore all’occhiello del portafoglio di soluzioni progettate per il confezionamento in stick pack monodose di farmaci liquidi e in polvere, ancora una volta frutto dell’approccio sinergico espresso dal Gruppo. Spiega ancora il manager:
«Abbiamo sempre fornito macchine al settore farmaceutico, in special modo a co-packer o a piccole aziende, senza però riuscire a soddisfare le specifiche dei grandi player. Tre anni fa abbiamo quindi deciso di intraprendere una serie di azioni per colmare le nostre lacune e creare un nuovo dipartimento, che studiasse autorizzazioni, validazione e documentazione ad hoc, per essere quindi in grado di servire una rosa più ampia di clienti. Da qui è nata la serie Enflex PHS, dove abbiamo fatto confluire la nostra tecnologia tradizionale di macchine per il food molto compatte e ad elevata efficienza, adattandola alle specifiche del settore farmaceutico.
Di questa macchina vorrei evidenziare il sistema di dosaggio, un Over filler per polveri, che può essere modificato in modo rapido. Progettata per produrre monodosi, riempirle e saldarle, è collegata a una stampante HAPA in grado di stampare, oltre al codice QR, tutte le informazioni nelle lingue dei diversi Paesi di destinazione: con la nostra macchina non c’è neanche bisogno di fermare la produzione, basta premere un pulsante. Inoltre, la possibilità di validare la macchina in modo molto semplice e rapido, ci ha permesso di ottenere ottimi risultati sul piano commerciale, facendoci apprezzare da grandi gruppi farmaceutici per la flessibilità e la velocità che riusciamo a garantire».
L’affaire sostenibilità
Al pari delle altre aziende del Gruppo Coesia, Volpak sta ovviamente affrontando le molte problematiche che stanno imprimendo cambiamenti sostanziali al settore del confezionamento.
«A partire dal fatto che - conclude Busquets - tutte le nostre attività ruotano intorno alla sostenibilità. Non si tratta solo di “dipingere di verde le pareti”: serve molta tecnologia, ad esempio, per gestire i monomateriali moderni o quelli riciclabili o alternativi alla plastica (che, rimarca il manager, rimane comunque insostituibile a fronte della pessima reputazione di cui gode presso certa opinione pubblica. Ndr), ma anche per realizzare macchine che consumino meno energia. Stiamo tutti sforzandoci di capire come rendere il nostro business più sostenibile e sicuro, pur trovandoci a competere in un mercato attraversato da dinamiche complesse e molto diverse rispetto al passato. Una su tutte: l’estrema velocità con cui i prodotti vengono proposti ai consumatori. Se in un passato recente, infatti, i brand “lottavano” per portare i prodotti sugli scaffali della distribuzione, oggi la competizione arriva dal commercio online in termini di supply chain e anche dalle modalità di comunicazione attraverso i social, che in un certo senso assecondano la volubilità dei gusti e il desiderio di nuovo. Il ciclo di vita di un prodotto è quindi molto più breve, il che contrasta con il binomio produzione di massa/costo inferiore».
Oltre alle prove tecnologiche da superare, i costruttori di macchine automatiche devono dunque farsi interpreti del presente, senza perdere ovviamente di vista la necessità di dare redditività alle imprese e ai clienti.