Una giornata per capire i NIAS

Le “Non Intentionally Added Substances” sono state oggetto dell'evento di rilevo internazionale intitolato “1st European Food Contact NIAS Infoday - A complete overview on NIAS”. Stefano Lavorini

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Organizzato dal team R&D di Manucor SpA, si è svolto a Milano l'11 ottobre all'hotel Hilton di via Galvani e ha inteso fornire una visione a tutto tondo sull’argomento, a partire dagli ambiti normativi fino alla valutazione dei rischi e alle indagini, per arrivare a casi di studio specifici.

La tematica emergente dei NIAS, tanto difficile quanto attuale, coinvolge e interessa di trasformatori di materie plastiche e di stampatori di materiali di imballaggio destinati al settore alimentare.
L’evento organizzato da Manucor ha visto la presenza di relatori di alto profilo, professionisti in ambito tecnico e scientifico, consentendo di approfondire il tema e portando alla ribalta interessanti novità nel settore dei materiali a contatto con alimenti.

Si può dire che c’erano tutti. Almeno tutti quelli noti del settore, produttori, trasformatori e utilizzatori che, fin dal “secolo scorso”, si occupano a tempo pieno di imballaggio alimentare.
Sala gremita dall’inizio alla fine dei lavori, merito dell’argomento ma anche dell’organizzazione, efficiente e attenta.
In apertura è intervenuto Carlo Ranucci, CEO di Manucor, una vita nel mondo del BOPP, che ha fatto gli onori di casa e ricordato lo sforzo che l’azienda continua a fare, grazie alla competenza delle persone che vi lavorano, per essere all’avanguardia nella produzione di polipropilene bi-orientato per l’imballaggio. Ha poi sottolineato l’attenzione costante alla qualità dei film, che ha portato l’azienda di Sessa Aurunca (CE) a installare telecamere di controllo su tutte le taglierine, con l’obiettivo di ridurre quanto possibile le difettosità.

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Ma veniamo alla cronaca dell’evento, segnalando che le considerazioni di Armando Vaccaro, responsabile R&D di Manucor e al cui impegno si deve in buona parte la riuscita dell’evento, sono riportate per esteso nell'articolo correlato "Conoscere i NIAS".

Patrizia Fava e Silvia Gigliano (Dip. Sicurezza Alimentare UNIMORE) hanno parlato di food safety e food contact, ovvero della vexata quaestio sull’impiego di materiali di riciclo per la produzione di contenitori per alimenti.
Fava ha ricordato il ruolo dell’Università, tra mission educativa e trasferimento tecnologico, per poi inquadrare il tema della food safety, della fonte dei contaminanti e del sospetto “pregiudiziale” che ricade di sovente sugli imballaggi. A due voci, hanno poi riferito di un caso reale, mirato a verificare l’idoneità alimentare di una vaschetta di PET multistrato, termoformata, con layer centrale di polimero riciclato, che ha fatto emergere l’importanza di mettere sotto controllo il processo produttivo e di un programma di manutenzione sistematica degli impianti.

Elisabetta Silvestrini e Ilaria Boffa (TÜV Group) sono intervenute sulle migrazioni indesiderate da packaging. Dopo aver tratteggiato il quadro normativo sui NIAS, nonché l’approccio del laboratorio pH nell’analisi di questi contaminanti, hanno portato all’attenzione del pubblico l’indagine svolta su quattro film prodotti da Manucor. I test di screening avevano l’obiettivo di valutare la presenza di Nias di sostanze semivolatili, volatili e non volatili: risultato, tutte le molecole identificate erano in quantità di gran lunga inferiore ai limiti di legge.

Coun e Marcel Bosma (Sabic) sono andati al sodo: guardando alla possibile evoluzione della normativa europea e considerando l’orientamento dell’EFSA in materia, hanno messo in discussione l’attuale approccio al problema dei NIAS. Conti alla mano, risulta troppo difficile e costoso, ed è perciò auspicabile per il futuro una soluzione innovativa, capace di offrire maggior equilibrio tra costi, rischi e sforzi.

Fabio Testoni (Basell Poliolefine Italia) ha posto l’accento sugli oligomeri che si formano in modo non intenzionale durante il processo di polimerizzazione, e sulle diverse tecniche di analisi, con molti dettagli ed esempi. Risultato: per caratterizzare queste sostanze, che hanno diverso peso molecolare, è necessario combinare diversi metodi analitici e diverse procedure di estrazione.

Olga Eichhorn (Constab Polyolefin Additives) ha deprecato giungla normativa, slogan e scandali che creano una preoccupante confusione e che è possibile contrastare solo lavorando a migliorare le conoscenze, la qualità dei prodotti, la comunicazione tra i soggetti della filiera. Non sono mancati i riferimenti alle caratteristiche specifiche del prodotto masterbach e alla policy aziendale, indirizzata a sviluppare e implementare nuovi metodi analitici, a evitare contaminazioni, selezionando e verificando le materie prime e a sviluppare sempre nuove collaborazioni.  

Valter Rocchelli (Ircpack), da vecchio “gascromatografaro”, ha ricordato che prevenire è meglio che curare. Anzitutto è quindi necessario cercare di conoscere la natura del potenziale contaminante per valutarne il rischio di danno tossicologico. Per le analisi di screening il suggerimento è di ricorrere alla gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa per una valutazione semi-quantitativa dei composti organici. Indispensabile, comunque, la collaborazione di tutti i produttori di materie prime.  

In chiusura, fuori programma, è salito sul palco Egidio Scotini di Sun Chemical Group che ha spiegato la posizione della multinazionale su risk assessment e NIAS, mettendo l’accento, tra l’altro, sull’impegno posto nel selezionare le materie prime che utilizza per produrre inchiostri, coating, adesivi, cold seal, ecc. Ma soprattutto, anche lui, ha richiamato l’importanza di condividere le informazioni tra produttori e utilizzatori di imballaggi.

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