Report sullo stato dell’imballaggio - Dicembre 2021
Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio: situazione aggiornata a dicembre 2021.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
In questa sede si rende uno spaccato dell’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi - con la loro conseguente evoluzione - suddivisi nelle macroaree food e non food.
I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono stati tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria, banca dati dell’Istituto Italiano imballaggi o da Prometeia.
Andamento dei settori
La presente analisi si basa sulle elaborazioni riferite ai dati dei primi otto mesi del 2021 proiettate sul finire di anno, durante i quali il settore manifatturiero è riuscito, in generale, a recuperare le perdite causate dalla pandemia che ci ha colpito dal 2020; per quanto riguarda il fatturato a prezzi costanti, il 2021 dovrebbe chiudere con un +0,8%.
Hanno contribuito a questo andamento sia il mercato interno - soprattutto grazie agli incentivi forniti dal Governo - sia quello estero, seppur in piccola parte, con la ripresa del Made in Italy nei mercati stranieri.
Si ipotizza che la crescita del manifatturiero nel prossimo biennio si aggirerà intorno al +4,2% medio annuo.
La crescita del manifatturiero coinvolge quasi tutti i settori, con andamenti tendenziali differenti: ben 15 settori terminano l’anno con un completo recupero rispetto al periodo pre-covid, a partire dai settori legati al sistema casa.
Rispetto al 2019, i prodotti e i materiali da costruzioni registrano infatti un tasso di crescita che si aggira intorno al +12,7%: le diverse tipologie di incentivi promossi in questi anni hanno dato una grande spinta al settore che, a fine 2021, ha perfino faticato a reperire il materiale per ultimare i lavori iniziati.
Il comparto “elettrodomestici” registra una ritrovata vitalità, con un +7,6%, così come quello dei mobili (+6,5%).
Anche gli intermedi chimici hanno raggiunto e superato i livelli pre-crisi, segnando un +2,9%.
Va molto bene anche ai settori “alimenti e bevande” e “farmaceutico”, che crescono rispettivamente del 2,3% e dello 0,9%.
Pur avendo entrambi registrato un andamento decisamente meno brillante nel 2021 rispetto al 2020, hanno comunque chiuso con un fatturato superiore ai livelli pre-crisi. Va sottolineato però che questi due settori, insieme a una parte del Largo Consumo, sono quelli che meglio hanno retto all’impatto negativo del 2020.
Per quanto riguarda il settore del Largo Consumo, il delta rispetto al periodo pre-crisi si aggira intorno al -2%, eccezion fatta per i prodotti per la detergenza domestica e quelli per la cura della persona, che hanno invece mantenuto un andamento positivo, con conseguenti benefici effetti sulla componente imballaggi.
Il settore della cosmetica, colpito duramente nel 2020, vive una significativa ripresa nel primo semestre del 2021, con una crescita registrata pari all’8%.
A chiudere, troviamo il Sistema Moda, che anche nel 2021 mantiene alto il gap con il periodo antecedente la pandemia, registrando a fine anno un -8,9%.
Quadro economico generale
La conclusione del 2021 conferma una frenata dell’economia italiana: l’andamento congiunturale dell’anno mostra infatti un appiattimento dal periodo estivo in poi.
Il parere di Confindustria
È proprio nel quarto trimestre, secondo il Centro Studi di Confindustria, che si conferma la frenata, e questo per vari motivi tra i quali, il rincaro dei costi energetici, la scarsità di commodity e, non ultimo, l’aumento dei contagi. L’industria manifatturiera registra comunque andamenti confortanti anche in vista dell’inizio del 2022, grazie all’aumento degli ordini: anche in questo caso, comunque, è necessario tenere in considerazione l’aumento del costo dell’energia, che potrebbe quanto meno determinare un’erosione dei margini di guadagno.
Nel quadro economico generale anche i servizi registrano un recupero, sebbene parziale. Per quanto riguarda il turismo, bene quello nazionale ma in calo, rispetto al 2019, quello relativo agli stranieri in vacanza nel nostro paese, complici i contagi e le varie restrizioni.
I consumi delle famiglie sono stati sostenuti dalla propensione al risparmio, registrata nel 2020 a seguito della chiusura forzata di molte realtà lavorative. La maggiore disponibilità economica ha comportato di fatto un aumento della spesa e dei consumi nel 2021.
Buono anche l’andamento dell’export di beni italiani, in crescita del 2,5% nel terzo trimestre, ma in frenata nel quarto, quando, a volume, cala dello 0,8% a causa dell’aumento dei prezzi dei beni intermedi e del costo dell’energia.
Sempre per quanto riguarda le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria, l’occupazione registra andamenti positivi nel 2021; il numero degli occupati, al minimo nel mese di gennaio, ha recuperato ampiamente durante l’anno buona parte del calo.
Infine l’inflazione: in Italia sale del 3,8%, meno rispetto al resto del mondo, (+5% negli USA, +4,9% nell’Eurozona).
Il parere di Prometeia
In base alle analisi di Prometeia, il PIL italiano nel 2021 si dovrebbe assestare intorno al +6,3%, confermando la crescita negli anni successivi, per arrivare al 2024 con un +2%.
Nel terzo trimestre 2021 la spesa delle famiglie cresce del 3% rispetto al trimestre precedente, imprimendo una spinta significativa per i mesi successivi. Prometeia registra ottime prestazioni per il manifatturiero italiano: il Bel Paese risulta infatti l’unico, fra i quattro paesi più importanti dell’Eurozona, ad aver recuperato i livelli pre-crisi. L’indice della produzione industriale dovrebbe registrare un +11% nel 2021, assestandosi poi al +2,4% nel 2022.
Il settore degli imballaggi
I dati definitivi relativi all’anno 2020 ci mostrano un settore in piena salute, che ha ben affrontato il momento difficile e che ha saputo contenere ampiamente le perdite.
Nel 2020 la produzione di imballaggi (inclusi i sacchi RSU) espressa in peso si è assestata intorno alle 16.642 t/000, segnando un calo di circa 1,6% rispetto al 2019.
Il fatturato si assesta sui 33 miliardi di Euro circa, registrando un calo intorno al 2,1%.
2019 | 2020 | Var. 20/19 | Prev. 2021 | Var. 21/20 | |
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Fatturato mln di € | 33.976 | 33.256 | -2,10% | 33.589 | 1,00% |
Produzione (t/000) | 16.906 | 16.642 | -1,60% | 16.623 | 1,50% |
Esportazione (t/000) | 2.922 | 2.842 | -2,70% | 2.984 | 5,00% |
Importazione (t/000) | 2.139 | 2.088 | -2,40% | 2.506 | 20,00% |
Utilizzo apparente (t/000) | 16.123 | 15.888 | -1,50% | 16.145 | 1,60% |
Le ipotesi relative al 2021 sono di una ripresa del settore con andamento tendenziale positivo.
In definitiva possiamo considerare l’industria degli imballaggi come un’area in salute, che ben ha saputo reggere e affrontare una crisi sociale ed economica di grande portata.
La produzione espressa in tonnellate registra un incremento dell’1,5%, supportato sia dalle esportazioni - che dovrebbero assestarsi con un tasso tendenziale del +5% - sia dal mercato interno, in crescita dell’1,6%. Importante balzo in avanti per le importazioni, che continuano un percorso positivo: nel 2021 dovrebbero aumentare del 20% circa.
Con un tasso di crescita medio annuo pari al +0,4% nel 2023, dovremmo superare le 17.300 t/000 di imballaggi prodotte in Italia.
Per quanto riguarda le quotazioni delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi, nel 2021 risultano tutte in aumento, con impennate negli ultimi due mesi dell’anno. Questo fenomeno ha riguardato tutti i materiali, fatta eccezione per la cellulosa, per la quale i rincari sono stati decisamente più contenuti. Le differenze tra i tassi tendenziali medi del 2021 rispetto a quelli del 2020 sono molto marcate. Per alcuni polimeri plastici parliamo addirittura di più del 90% (è il caso dello stirolo butadiene acrilonitrile - ABS per stampaggio).
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