Rapporto sullo stato dell’imballaggio – Marzo 2014

Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio. Situazione a fine marzo 2014.  A cura di Plinio Iascone

In questa sede si rende uno spaccato dell’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi, suddivisi nelle macroaree food e non food.
Rispetto a quanto evidenziato a fine 2013, l’attività evolutiva delle diverse aree manifatturiere non presenta al momento della messa a punto della presente analisi (fine marzo 2014) sostanziali mutamenti rispetto a quanto pubblicato sul numero 1-2/2014 di ItaliaImballaggio, pagina 29-31; invitiamo quindi i lettori a consultare il fascicolo in questione. In sintesi: tutti i settori hanno chiuso il 2013 in negativo, nonostante un piccolo rallentamento della recessione registrato tra novembre e dicembre. Le aspettative per il 2014 sono orientate a una lenta ripresa, sostenuta essenzialmente dallo sviluppo delle esportazioni.

Il settore degli imballaggi
Dopo le contrazioni registrate nel 2012 in produzione (-5,1%), domanda interna (-4,6%) e commercio estero (-5% le esportazioni, stabili su bassi livelli le importazioni) anche il 2013 ha presentato un quadro evolutivo negativo, sebbene caratterizzato dalla progressiva riduzione dei tassi di decrescita.

In particolare si valuta che:
- la produzione abbia segnato una contrazione dell’1,7%;
-    le esportazioni abbiano evidenziato un incremento contenuto allo 0,4%;
-    le importazioni siano arretrate del 7,4%;
-    la domanda interna abbia concluso l’anno in flessione del 2,7%.
Per il terzo anno consecutivo, dunque, anche il settore degli imballaggi segna un flessione produttiva, in linea con l’evoluzione dell’attività manifatturiera nazionale e la crisi economica che ha interessato l’Unione Europea.
Analizzando l’andamento della produzione delle diverse filiere, troviamo che: - gli imballaggi di acciaio sono in arretramento del 2%;
- gli imballaggi di alluminio riconfermano i contenuti livelli di attività del 2012;
-    gli imballaggi cellulosici sono in arretramento dell’1,8%;
-    i contenitori rigidi poliaccoppiati riconfermano i non soddisfacenti quantitativi dell’anno precedente;
-    gli imballaggi di plastica evidenziano un calo produttivo del 2,7%;
-    gli imballaggi flessibili da converter, grazie al positivo andamento delle esportazioni, sono riusciti a riconfermare i valori del 2012;
-    gli imballaggi di vetro, sempre grazie ai buoni flussi esportativi, dovrebbero avere limitato il calo produttivo allo 0,8%;
-    gli imballaggi di legno hanno concluso l’anno con un calo della produzione dell’1,5%.
Per il comparto italiano degli imballaggi, le aspettative per il 2014 sono orientate a un moderato ottimismo, in considerazione di una possibile ripresa dell’attività manifatturiera nazionale e, in genere, dei principali paesi dell’Unione Europea.
Nel 2014 si prevede infatti un recupero dell’1,2% del consumo interno, un aumento delle esportazioni del 3,2%, un aumento del 3,4% delle importazioni e una produzione in crescita dell’1,7%.

NOTA
I dati utilizzati per l’elaborazione del report sono tratti dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio.

Il quadro economico generale
Secondo Confindustria la crisi che ha interessato l’Italia (la seconda in sei anni) ha interrotto la propria caduta verticale, ma gli effetti negativi pesano ancora sul nostro paese.

I danni causati dalla lunga fase di recessione sono preoccupanti. Le persone a cui manca totalmente o parzialmente il lavoro sono 7,3 milioni, circa il doppio di sei anni fa.
I poveri sono aumentati e hanno raggiunto i 4,8 milioni e, globalmente, si è verificata una sensibile riduzione dei consumi delle famiglie.
Il 2013 si è concluso con il PIL in flessione dell’1,8%, che segue l’arretramento del 2,5% del 2012. Il PIL totale del 2013, rispetto al 2007, è diminuito del 9,1% e quello pro-capite dell’11,5%.
La produzione industriale ha concluso l’anno con un arretramento del 3%, che si somma alla flessione del 6,4% del 2012.
Per quanto riguarda le previsioni per il 2014, Confindustria ritiene che sarà l’anno della ripresa, ma si prospetta un recupero limitato allo 0,7% per il PIL, mentre per il 2015 si ipotizza uno sviluppo del PIL dell’1,2.
Anche Prometeia ritiene, dopo circa due anni di contrazioni dell’attività manifatturiera, che nel 2014 si possa prevedere un recupero dell’1,7%.
La ripresa purtroppo non riesce a recuperare il crollo del 10% verificatosi nel biennio 2012/2013.

Le possibilità di un pieno aggancio dell’inversione di tendenza non sarà però completamente a carico delle aziende, dato che si rende necessario il sostegno di una ritrovata stabilità della politica nazionale, di un progressivo risanamento delle finanze pubbliche e di migliori condizioni sul versante del credito.
Sempre secondo Prometeia, le ipotesi evolutive dell’industria manifatturiera per il 2014 sono orientate a una crescita dell’1,7% della produzione, sostenuta essenzialmente da un incremento delle esportazioni del 3,2%, mentre la domanda interna dovrebbe segnare un recupero limitato all’1,2%, dopo il crollo globale del 10,7% nel triennio 2011/2013.
La ripresa della domanda interna sarà lenta e difficile. Il lieve miglioramento in atto tra fine 2013 inizio 2014 deriva però in buona sostanza dagli ordini, ma la situazione resta preoccupante sul fronte dei consumi delle famiglie, che subiscono l’erosione del mercato del lavoro e, ovviamente, del proprio potere di acquisto.
Per poter invertire il trend negativo degli ultimi anni, nell’immediato futuro le imprese manifatturiere italiane dovranno puntare a intercettare la domanda mondiale, poiché la ripresa della domanda interna sarà, purtroppo, molto lenta.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

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