Mercati da esplorare - Cile
Dall’inizio degli anni ’90 l’industria manifatturiera cilena ha avviato un profondo processo di ristrutturazione, volto a recuperare competitività rispetto ai produttori esteri, e favorito dal ciclo di crescita sostenuta dei consumi interni (alimentari, detergenti, farmaci e cosmetici) e delle esportazioni “non tradizionali” (vino, salmone, congelati, ecc).
Nel settore imballaggio, gli investimenti si sono orientati principalmente ad aumentare la produttivittà e a migliorare la qualità dei prodotti, per soddisfare una crescente domanda interna e accedere ai mercati esteri (Paesi limitrofi sudamericani e paesi asiatici).
Attualmente l’industria cilena dell’ “envases y embalajes” conta più di 600 imprese produttrici e occupa circa 22.000 addetti.
La produzione locale di imballaggi è così articolata: 34,2% carta e cartone (principalmente cartone ondulato), vetro (27,4%), plastica (20,6%), legno (10,3%) e metallici (7,5%).
Secondo l’ultimo rapporto presentato dal Centro de Envases y Embalajes -CENEM, nel 2010 il settore ha segnato un +15% rispetto al 2009, con una produzione pari a 1.910.988 t e un fatturato di 2.561 milioni di dollari US. Il settore plastica detiene una quota del 41,4%, seguito da carta e cartone (31,1%), metallici (11,1%) , vetro (10,6%) e legno (5,8%).
Per quanto riguarda il mercato estero, i produttori cileni tendono a rafforzare la presenza in Asia mediante una politica governativa di appoggio alla diversificazione delle esportazioni; i settori più competitivi sono, e resteranno per un lungo periodo, vino, frutta, verdura e alimenti trasformati. Di conseguenza, la domanda di imballaggio dovrebbe crescere tanto in termini qualitativi che quantitativi.
Import ed export: i trend
Le aziende operano attraverso la rappresentanza di macchinari, principalmente di origine europea (tedesca, italiana e spagnola) e alcuni provenienti dagli Stati Uniti e l’Argentina. Nonostante il clima di difficoltà internazionale, i produttori italiani di macchine hanno continuato a mantenere una posizione leader sul mercato cileno.
Nel 2011 le importazioni totali del Paese di macchinari di confezionamento e imballaggio hanno raggiunto i 145,7 milioni di dollari (+51,9% sul 2010) e i principali paesi fornitori sono stati l’Italia (30,47%), seguita da Germania (24,59%), USA (8,69%), Argentina (8,14%) e Spagna (4,28%).
Un aspetto significativo, anche perché comune ad altri Paesi dell’area, riguarda la tutela ambientale e, nello specifico, il tema del riciclo degli imballaggi. A fronte delle problematiche legate al trattamento dei rifiuti urbani, le autorità competenti stanno elaborando una normativa che regola la produzione di confezioni riciclabili, di cui si prevede a breve l’entrata in vigore.
Il DL 201416 sugli “Accordi di Produzione Pulita” (APL), sottoscritto nel 2003 fra le autorità competenti e i settori produttivi (fra cui anche l’industria dell’imballaggio e confezionamento), prevede fra l’altro il riutilizzo, recupero, riciclo (3 R) e la riduzione ottimizzata delle confezioni. Le aziende del comparto sono state quindi costrette ad adeguare la propria produzione alle normative, con la conseguente necessità di acquisire nuovi impianti o rinnovare quelli gia esistenti.
Le opportunità del settore sono evidenti, se si tiene conto che l’incremento dell’export cileno incide direttamente sulla produzione delle confezioni destinate ai prodotti esportati.
Gli accordi siglati dal Paese avranno inoltre un effetto molto positivo sull’industria, poiché sarà necessario migliorare le tecnologie per adattare le confezioni alla qualità richiesta sui mercati internazionali e per trasformare l’imballaggio cileno in un prodotto competitivo sui mercati esteri.
Di fatto il confezionamento è fondamentale per la corretta commercializzazione della merce, sia in termini di presentazione che di conservazione, e questo è tanto più vero se riguarda l’esportazione di prodotti ortofrutticoli e ittici (uno dei fattori che incide sull’andamento delle esportazioni di questa tipologia di prodotti sono proprio le condizioni in cui arrivano a destinazione).
In conclusione. Le opportunità offerte dal mercato cileno sono da sfruttare con tempestività, considerando anche che i competitor degli italiani sono sempre aggiornati e, spesso, più organizzati.
Per radicarsi in Cile è necessario che l’eccellenza della tecnologia italiana venga promossa in modo costante, per esempio realizzando periodici momenti di aggiornamento e formazione, in collaborazione con le associazioni di categoria di entrambi paesi, coinvolgendo le imprese locali sia per presentare loro le ultime novità del settore sia per comprendere le particolari esigenze produttive di questo lontano ma interessante mercato.
Fonte: Cenem/Statistiche Dogane Cilene, elaborazione ICE Santiago
L’Ufficio ICE Santiago è a disposizione per affiancare e assistere le aziende nelle loro azioni. Ulteriori informazioni: [email protected]
www.ice.gov.it L’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (in gestione transitoria) - ha avviato un rapporto di collaborazione con la rivista ItaliaImballaggio. La rete di uffici all’estero dell’ICE fornirà un aggiornamento periodico sullo sviluppo del packaging nel breve/medio periodo in alcuni Paesi. Sotto osservazione, in via prioritaria, l’area del bacino del Mediterraneo, il Medio-Oriente e l’India: un focus che intende offrire spunti d’interesse alle imprese italiane, per sviluppare opportunità d’affari. Per ulteriori informazioni sul settore contattare [email protected]. |