“Addio Architetto”. È morto Giuseppe Meana

L'Architetto, così lo chiamavano tutti nel mondo dell'imballaggio, si è spento improvvisamente sabato 7 dicembre. Presidente di Pusterla 1880, aveva 64 anni.
Luciana Guidotti e Stefano Lavorini
 

Con garbata eleganza, gusto e passione Giuseppe Meana ha guidato le sorti della cartotecnica di Venegono Inferiore per oltre 40 anni.
Entrato in azienda nel 1972, prima ancora di conseguire la laurea in architettura, ben presto ha dovuto imparare "a fare le scatole" da chi, in azienda, aveva più esperienza di lui.  


Reso forte dell'appoggio della famiglia si è subito si è confrontato con il mercato, mettendo in campo una buona dose di coraggio, riuscendo anzi ad emergere grazie a un  diverso stile nella produzione di astucci pieghevoli, fatto di cura per i dettagli, di colori e di creatività ma, soprattutto, di un sapere tecnico che ha il gusto vero dell'"artigianalità". 
 


Sotto la sua guida, l'azienda è cresciuta fino a diventare Pusterla 1880, un gruppo internazionale con radici ben salde in Italia.
 Una crescita saggia e controllata, di cui Giuseppe Meana ha senza dubbio grandi meriti.


Una curiosità intelligente lo ha infatti sempre spinto a guardare al di là della sua azienda, per la quale ha sempre lavorato immaginando un futuro personale e collettivo: gli ampliamenti a più riprese dello stabilimento di Venegono, le prime acquisizioni in Francia, l'insediamento di una produzione in Romania e, da ultimo, il salto oltre Manica; e ancora, gli impegni istituzionali (la presidenza di Gifasp e dell'Istituto Italiano Imballaggio), ma soprattutto la cura nel coltivare i talenti di chi lo circondava. 
Naturale quindi l'aver spinto i giovani di famiglia, il nipote Roberto Marini prima e poi il figlio Luca, a lavorare per Pusterla, a testimonianza della volontà di Meana di portare avanti un progetto di ampio respiro, con un obiettivo ben chiaro, nella testa e nel cuore: mai scendere a compromessi con la qualità e la serietà... pur facendo solo astucci e scatole rivestite. 

 

Con affetto

[...] Questa fabbrica si è elevata, nell'idea dell'Architetto, 
in rispetto della bellezza dei luoghi 
e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno.

[...] La fabbrica fu quindi concepita alla misura dell'uomo,
perché questi trovasse nel suo ordinato posto di lavoro
uno strumento di riscatto e non un congegno della sofferenza [...]

 

L'improvvisa scomparsa di Giuseppe ci sgomenta e ci addolora profondamente.
Lo vogliamo ricordare a modo nostro, con le parole di un altro grande industriale, Adriano Olivetti, di cui Meana - abbiamo scoperto di recente - apprezzava il programma imprenditoriale e sociale sfociato in quella che lui riteneva una delle espressioni più alte dell'architettura italiana.

Ma non solo. In quelle parole ritroviamo espressi in modo magistrale concetti cari a Giuseppe, per i quali, nel corso della sua esperienza di imprenditore, si è molto speso: il valore del lavoro e il valore del "bello", il rispetto per gli altri, la stima da guadagnarsi sul campo giorno per giorno, fino a farne uno stile di vita.  

Abbiamo avuto il privilegio di lavorare per - ma soprattutto - con Giuseppe Meana. Siamo orgogliosi per aver immaginato e pensato insieme a lui.
Proprio in questi ultimi mesi, raccogliendo il suo invito, abbiamo scritto la storia di Pusterla dalle origini nel 1880 fino ai giorni più recenti. Una storia, nelle sue intenzioni, da regalare a tutti dipendenti del Gruppo per renderli partecipi del cammino compiuto e di quello da fare ancora insieme.

Quel libro - "Pusterla 1880. Segni di rilievo" - in realtà, è fatto dei ricordi e dei sentimenti dell'Architetto, delle sue trepidazioni e della sua considerazione verso gli altri, famiglia o collaboratori che siano... Ma anche della sua ironia e del suo coraggio, del suo piacere di condividere valori alti, che hanno dato sostanza e carattere al suo essere, prima di tutto, uomo.

Nei momenti di lavoro comune, abbiamo imparato ad apprezzarne la pacata fermezza e la vivace curiosità, la gentilezza d'altri tempi, quella vena lombarda un po' austera ma sempre pronta a un sorriso.
Misurato e discreto, è stato comunque capace di sorprenderci (e spesso divertirci) con giudizi affilati e acuti sulla vita e sulle persone, puntando sul senso di benevola complicità che gli veniva facile creare.

Molta la tristezza, e grande e profonda la commozione in questo momento, per la perdita di quest'uomo buono, della sua visione della vita, della sua intelligenza e della sua cultura: ci mancherà molto.
 

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