Food Waste da sperpero a ricchezza
Competenze e testimonianze per una filiera alimentare sostenibile in un convegno promosso dall’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Lombardia e Liguria (Milano 20 novembre).
Si avvicina la data del convegno “Food Waste da sperpero a ricchezza”, promosso da Otall (Ordine dei Tecnologi Alimentari di Lombardia e Liguria) con la segreteria oranizzativa di Om snc, in programma il 20 novembre 2013 a Milano nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, Corso Monforte 35, Milano.
Il convegno è aperto a tutti e con ingresso gratuito, e si propone l’obiettivo di indicare concrete possibilità di cambiamento sul tema degli sprechi lungo tutta la filiera.
Il programma è in continuo aggiornamento: prenderanno la parola, fra gli altri, Luisa Pellegrino, Claudio Peri, Franco Fassio e Fabio Fava per il mondo accademico, Francesco Mele di Slow Food, Massimo Fileni del Gruppo omonimo, Andrea Giussani del Banco Alimentare, Maurizio Mariani del Consorzio Risteco, Claudia Sorlini del Comitato Scientifico Expo 2015.
Una tavola rotonda conclusiva, moderata da Mario Pappagallo, capo servizio giornalista medico RCS MediaGroup, riporterà le testimonianze concrete degli operatori.
L’iniziativa è appoggiata da Provincia di Milano, Comitato Scientifico Expo 2015, Slow Food Italia, Eating City, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che hanno concesso il loro patrocinio e dall’Ufficio d’informazione a Milano del Parlamento Europeo che ha offerto la sua collaborazione.
Il focus dell'incontro. Il tema dello spreco alimentare sarà sviluppato in modo multidisciplinare, dando il rilievo dovuto agli aspetti produttivi, ambientali ed etici. I tecnologi alimentari di Lombardia e Liguria intendono rendere esplicito il loro punto di vista sul tema degli sprechi, anche in relazione a Expo 2015, e promuovere riflessioni attive sul piano professionale. I tecnologi alimentari italiani vogliono pertanto concorrere al successo dell'esposizione universale milanese e si impegnano a promuovere nel 2014 un ulteriore momento scientifico e culturale di avvicinamento alla grande kermesse.
Riportiamo il punto di vista di Claudio Peri, professore emerito di tecnologie alimentari dell'ateneo milanese: «Ai tecnologi alimentari non sono richieste tanto nuove competenze, quanto nuove consapevolezze, nuove sensibilità e nuovi approcci perché la soddisfazione del consumatore non sia un obiettivo fine a sé stesso, ma venga inquadrata in un progetto di sviluppo più ampio e più umano”. L’umanizzazione del fare passa dalla sostenibilità che, sempre secondo Peri “comprende l’integrazione e il coordinamento di tre aspetti: la sostenibilità culturale, in quanto lo sviluppo tecnologico deve essere appropriato alla cultura di coloro che lo devono applicare e l’introduzione di nuove tecnologie deve essere accompagnata dall’educazione dei consumatori anche nel ridurre sprechi alimentari o di riciclo degli imballaggi. La sostenibilità economica: non ha senso imbarcarsi in innovazioni tecnologiche che non corrispondono a opportunità di marketing. La sostenibilità nei confronti del contesto – sociale e ambientale - che include interlocutori materiali e immateriali, presenti e futurI».
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