Report sullo stato dell’imballaggio – Maggio 2020
Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio: situazione a inizio maggio 2020. L’analisi sconta ovviamente le conseguenze della pandemia mondiale, che ha bloccato le attività e influenzato pesantemente le abitudini di tutti, sotto molti punti di vista.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
In questa sede si rende uno spaccato dell’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi - con la loro conseguente evoluzione - suddivisi nelle macroaree food e non food.
I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria, banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio o da Prometeia. I dati evidenziati sono quelli disponibili al momento della presente analisi (maggio 2020).
- L’unico settore di cui Prometeia ipotizza un andamento positivo per il 2020 è quello farmaceutico, che dovrebbe registrare una crescita del fatturato a prezzi costanti del +4,2%: un dato che non sarà solo frutto del ruolo che il settore sta ricoprendo nell’emergenza in atto, ma anche della solidità della nostra industria nazionale. Si ipotizza anche che sarà l’unico settore con un trend positivo anche per le esportazioni.
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Per quanto riguarda l’industria alimentare (food e bevande), si ipotizza che essa manterrà un trend moderatamente negativo -4,4%, beneficiando sia della crescita a doppia cifra relativa a molte categorie merceologiche registrata durante il lockdown sia del fatto che non sia stata sottoposta a fermo produttivo.
Determinante per il segno negativo del trend in questo ambito, il forte calo subito dal canale Ho.Re.Ca. -
L’area del largo consumo registrerà un calo del -10,1%, fortemente condizionato dall’arretramento del settore cosmetico.
In base alle analisi dell’ufficio studi di Cosmetica Italia ricordiamo che, nel 2019, la cosmesi chiudeva a consuntivo con un tasso di crescita pari al +2,3% sostenuto dal +2,9% dell’export (importante il +22% registrato nelle vendite online). - Il settore elettronica registrerà un -13,4%, trovando però un certo sostegno nella spinta agli investimenti in digitalizzazione legati allo sviluppo dello smart-working e della didattica a distanza nel periodo di lockdown.
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Molto critica la situazione dell’intero comparto manifatturiero; i settori con l’andamento peggiore saranno gli intermedi chimici (-15%), i prodotti in metallo (-16%), il sistema moda (-18,6%), mobili (-15,4%), elettrodomestici (-22,1%), tutti penalizzati sia sul fronte dei consumi interni sia su quello produttivo a causa dello stop forzato, ma anche - e soprattutto - dal fermo delle esportazioni.
Ma sarà l’industria automotive a pagare più di altri i danni della pandemia, chiudendo l’anno, secondo le previsioni, al -25,9%. - Per quanto riguarda i prodotti chimici, le ultime elaborazioni disponibili dal centro studio di Federchimica risalgono a gennaio 2020. In base ai dati, le prospettive 2020 erano già dense di incertezze, per via della messa al bando delle plastiche monouso e degli effetti della Plastic Tax. Questo quadro è stato però oscurato dalla situazione emergenziale, di cui il settore dovrà analizzare a breve gli effetti. Con tutta probabilità, la plastica in generale si risolleverà, proprio alla luce delle misure da adottare nella fase di post lockdown, prima fra tutte la necessità di tornare all’utilizzo del monouso in bar e ristoranti.
NOTA: I dati utilizzati per l’elaborazione del report sono tratti dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio
Quadro economico generale
In base al Rapporto di primavera realizzato dal Fondo Monetario Internazionale, nel 2020 la recessione sarà globale a causa della pandemia Covid-19 e l’andamento del PIL a livello mondiale sarà del -3%.
I paesi economicamente più avanzati registreranno un PIL in calo del 6,1%, con gli USA al -5,9%, l’Europa (eurozona) al -7,5% (Germania -7%, Francia-7,2%, Italia -9,1%, Spagna -8%)
Per quanto riguarda il resto del mondo, si prevede un -6,2% per il Regno Unito e un -5,2% per il Giappone.
Meno importanti i cali relativi ai paesi emergenti, dove in generale si registrerà un PIL al -1% e con andamenti molto differenti: i paesi dell’area asiatica cresceranno presumibilmente intorno all’1% (Cina e India), mentre la Russia dovrebbe registrare un calo del -5,5%, così come i paesi dell’area America Latina al -5,2%.
Permane una grande incertezza circa la ripresa nel 2021, sebbene il FMI abbia previsto una ripresa mondiale pari al 5,8%. In ambito eurozona, questa dovrebbe tradursi in un +4,7% e, in particolare per l’Italia, in +4,8%.
Secondo Confindustria
L’improvviso e prolungato blocco di quasi tutte le attività ha provocato in Italia (come nel resto del mondo) uno shock economico impensabile, che ha coinvolto sia la domanda che l’offerta.
Abbiamo vissuto nell’indeterminatezza per molte settimane, senza sapere quali attività avrebbero ripreso, con quali tempistiche e con quali modalità.
Le previsioni di Confindustria vedono le attività manifatturiere operative al 100% a fine primo semestre, con una ripartenza frenata dal calo della domanda sia di beni che di servizi.
In base a queste ipotesi, il Centro Studi di Confindutria prevede un calo del PIL nel secondo trimestre, rispetto a fine 2019, del -10%.
Secondo Prometeia
Il settore manifatturiero italiano, così come tutta l’economia, ha subito un doppio colpo: non solo la domanda interna risulta in fortissimo calo, ma anche l’offerta di beni. In base alle previsioni di Prometeia tutto ciò si concretizza in un calo del 14,7% del fatturato a prezzi costanti per l’intero comparto.
Tutte le componenti del mercato risulteranno in sensibile calo: le esportazioni diminuiranno del 13,5% e le importazioni del 11,8%. La domanda interna dovrebbe subire una contrazione pari al -14%.
Per il 2021 si dovrebbe registrare un recupero, per lo meno parziale: il fatturato a prezzi costanti dovrebbe recuperare un +5,3%, le esportazioni il 6,6% e le importazioni il 7,2%. La domanda interna dovrebbe crescere del 5,4%.
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