Rapporto sullo stato dell’imballaggio – Giugno 2012

Osservatorio quadrimestrale della filiera dell’imballaggio. Situazione a fine giugno 2012.

In  questa sede si rende uno spaccato dell’andamento dei comparti dell’industria manifatturiera dove più intenso è il consumo di imballaggi, suddivise nelle macroaree food e non food.
 A seguire, la relativa evoluzione del settore imballaggi. I quadri evolutivi dei settori manifatturieri sono tratti dalle analisi settoriali elaborate da associazioni di categoria o da Prometeia.

Industria alimentare
(food e bevande)

Nel corso del 2011, l’industria alimentare italiana ha evidenziato un trend di sviluppo dello 0,5% per l’area food e del +1,5% per l’area bevande.
Le proiezioni per il 2012 purtroppo non sono positive, a causa essenzialmente di un ridimensionamento dei consumi interni determinato sia dall’aumento della disoccupazione sia da un freno alla spesa delle famiglie, messo in atto a titolo precauzionale per fare fronte alla progressiva riduzione del potere di acquisto. Su questo atteggiamento pesano gli aumenti delle imposte, la possibile riduzione delle prestazioni sanitarie a titolo gratuito, oltre che gli aumenti progressivi del costo dei consumo energetici.
A limitare il ridimensionamento dell’attività produttiva dell’industria alimentare sono le esportazioni che, se pure in rallentamento nel corso dei primi mesi del 2012, si ritiene potranno ancora esprimere una crescita nel corso dell’anno.
La domanda interna, per contro, risulta in progressivo rallentamento e si ipotizza che nel 2012 segnerà una contrazione del 2% circa.
Ovviamente a risentirne in misura maggiore saranno i prodotti di media alta gamma, mentre i prodotti più economici potranno beneficiare di una piccola crescita.
A livello globale, la produzione si ipotizza in calo dell’1-2%, con una  contrazione specifica dell’area food; per quanto concerne l’area bevande, infatti, il 2012 dovrebbe concludersi con lieve aumento guidato da un discreto andamento delle esportazioni.

Non food
Farmaci L’attività di questa area manifatturiera presenta un trend evolutivo della produzione sostanzialmente positivo, sia per un flusso di esportazioni tendenzialmente in crescita, con oscillazioni di intensità variabili a seguito delle politiche commerciali delle diverse multinazionali presenti in Italia, che per una domanda interna sostanzialmente stabile o in lieve crescita. La tenuta della domanda interna deriva da due fattori: invecchiamento della popolazione e caratteristiche del nostro sistema sanitario che, almeno sino a oggi, garantisce un’assistenza gratuita per alcune fasce sociali e contributi contenuti per altre.
Secondo Prometeia il 2012 dovrebbe segnare uno sviluppo intorno allo 0,2-0,4%, guidato sia dalla domanda interna che dalle esportazioni.

Sistema moda Secondo Prometeia, dopo un 2011 in netto calo a seguito del crollo della domanda interna e solo lievemente compensato da una modesta crescita delle esportazioni, per il 2012 l’attività produttiva in questo ambito si prospetta decisamente negativa. La domanda interna è prevista in calo del 4% e la lieve crescita delle esportazioni non dovrebbe consentire di determinare uno sviluppo della produzione.

Cosmesi e profumeria Sebbene condizionata della minore propensione all’acquisto, secondo l’associazione di categoria Unipro, nel 2012, l’area dovrebbe esprimere ancora un trend positivo.
Si ipotizza infatti che la domanda interna dovrebbe riuscire a segnare ancora un lieve incremento, +0,6%; di altro tenore le esportazioni, che continuano a segnare un trend evolutivo soddisfacente tanto da far ipotizzare per l’anno in corso una possibile crescita del 10% circa. Dal punto di vista produttivo il 2012 dovrebbe segnare uno sviluppo del 3% circa.

Mobili e arredamento Nel 2011 il settore del mobile ha riconfermato il trend negativo della produzione che ha caratterizzato il biennio 2009/2010.
La lieve crescita dell’export non ha consentito di compensare il crollo dei consumi interni. Nel 2012, secondo l’analisi di Prometeia, si avrà un ulteriore arretramento nella produzione di questo importante settore (-5% circa), per un’ulteriore flessione sia della domanda interna sia delle esportazioni.

Prodotti chimici Secondo le valutazioni di Federchimica, il settore chimico ha concluso il 2011 con un modesto sviluppo produttivo dell’1,5% circa, sorretto essenzialmente dalle esportazioni. Come la maggioranza dei settori manifatturieri la situazione è andata peggiorando nel corso dell’ultimo trimestre 2011.
Sulla base dell’andamento evolutivo del primo trimestre, il 2012 si prospetta difficile, segnato dall’arretramento della produzione causato dall debolezza della domanda interna tendenzialmente in calo e solo in parte compensato da una crescita delle esportazioni.

Meccanica Dopo avere concluso il 2011 con una produzione in aumento del 3%, grazie al positivo andamento dell’export, il 2012 presenta un quadro recessivo. Secondo Prometeia, nel 2012 ci sarà una contrazione della produzione dell’1,3% a causa della sensibile diminuzione della domanda interna che non sarà compensata dalla crescita delle esportazioni.

Elettrodomestici La situazione congiunturale nel 2011 è ulteriormente peggiorata rispetto al 2010 (già contraddistinto da un quadro evolutivo negativo), concludendo con un calo del 4/5%.
La crisi di questo settore deriva, oltre che dall’avversa congiuntura economica, anche dalla delocalizzazione all’estero delle attività produttive, con relativa riduzione dei flussi esportativi. Situazione in ulteriore peggioramento per il 2012, dunque, con una flessione ipotizzata del 5-6%.

Materiali edili La situazione critica di questa area manifatturiera perdura da tre-quattro anni, con la crisi dell’edilizia sia residenziale che industriale. Le ripercussioni non possono, quindi, che essere negative anche per i materiali da costruzione (cemento, mattoni, vetro per edilizia calce e gesso ecc.); mediamente, subiranno cali del 3- 5% che si sommano agli arretramenti registrati negli anni precedenti.

I dati utilizzati per l’elaborazione del report sono tratti dalla banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio.

Plinio Iascone - Istituto Italiano Imballaggio

Quadro economico
Nel corso del primo semestre 2012, a livello internazionale, si è registrato un rallentamento della crescita sia dell’economia USA che del gruppo “BRIC”. Per quanto concerne i paesi dell’UE (Regno Unito compreso) la situazione resta critica e in progressivo clima recessivo. Gli ultimi indicatori segnalano infatti che la recessione si sta accentuando: nel settore manifatturiero si contrae sia l’attività produttiva sia l’acquisizione di nuovi ordini.
La situazione interessa tutti i paesi UE e inizia a sfiorare anche la Germania, che riesce a contenere gli effetti negativi della crisi economica grazie alla crescita dei servizi e alla tenuta delle esportazioni.

In Italia la ripresa sembra, purtroppo, allontanarsi: la domanda interna presenta flessioni superiori alle previsioni effettuate a inizio anno, le esportazioni stanno perdendo slancio e il numero di persone in cerca di occupazione aumenta, con il contemporaneo aumento di disoccupati.
In sintesi l’economia italiana presenta consumi stagnati e investimenti in macchinari e attrezzature quasi nulli; l’edilizia non accenna a riprendersi dalla crisi che dura da alcuni anni.
Si conferma quindi, nel 2012, la recessione dell’economia italiana in un panorama europeo sostanzialmente analogo.

Sia a livello nazionale che a livello europeo, le previsioni per il 2013 restano orientate a una tendenza di lenta ripresa, anche se a valori contenuti.
Secondo le elaborazioni di Prometeia rispetto ai i trend evolutivi, dopo avere concluso il 2011 con un modesto incremento dell’attività produttiva (0,1%), per l’industria manifatturiera italiana si prospetta un 2012 di decisa recessione: -2,7% della produzione, con una domanda interna in contrazione del 4%, importazioni in arretramento del 2,1% ed esportazioni in crescita dell’1,1%.
Nel 2011 le esportazioni riuscirono a segnare un incremento soddisfacente del 5,6%; purtroppo però oggi, considerata la crisi economica a livello europeo, la concorrenza è decisamente molto elevata.
Da parte di tutti gli organismi che operano nell’area delle analisi economiche si ipotizza una ripresa lenta e contenuta nel corso del 2013 che, al momento, non si va oltre un modesto 1-1,5%: un recupero che non consente di riportarsi né sui valori del 2010 né tanto meno su quelli del 2007

 

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