Industria alimentare: prime osservazioni

Dopo il decollo faticoso di inizio anno, a metà 2017 l’industria alimentare italiana dà segni di recupero: buone le performance dell’export, anche grazie alla ripresa del commercio globale, mentre i consumi interni faticano a ripartire. (Fonte: Federalimentare)


Considerando l’andamento economico dell’anno in corso, a segnare il miglioramento progressivo delle performance nel settore alimentare, vi è in primis l’andamento della produzione: se a gennaio ha esordito con un -3,7%, ha concluso il primo quadrimestre con un valore moderatamente positivo (+0,2%) e a maggio ha fatto un notevole balzo in avanti, con un pieno +4,0% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e a parità di giornate lavorative.
Il progressivo di gennaio-maggio è così salito a quota +1,1%, replicando il consuntivo 2016 (il migliore dal 2010) e lasciando intravedere ulteriori chances di crescita nella seconda metà dell’anno.

Esportazione. Dopo le vistose oscillazioni di gennaio e febbraio, nel primo trimestre ha sfiorato i 7,3 miliardi di euro, con un +7,1% sul gennaio-marzo 2016.
A incidere positivamente sulle esportazioni, la sensibile ripresa del commercio mondiale dopo un biennio di grande debolezza, a conferma di quanto previsto dai migliori centri di ricerca economica.  
Dopo il +2,0% del 2015 e lo scarso +1,4% del 2016, è atteso un rialzo del +3,9% nel 2017, cui dovrebbe far seguito un +3,3% nel 2018.
I fattori trainanti sono il riavvio di un nuovo ciclo globale, oltre che degli investimenti, il rafforzamento delle dinamiche nel comparto manifatturiero, sempre molto attivo negli scambi, nonché il potenziamento delle catene del valore internazionali. Continuano, tuttavia, a pesare “sotto traccia” alcuni elementi strutturali che frenano il ritorno alle spinte di cui godeva il commercio mondiale un paio di lustri fa, quando cresceva attorno al +7% l’anno.

Il consumo interno. Nell’attuale congiuntura, i consumi domestici continuano a esprimere il risultato peggiore: in volume segnano il passo, benché si muovano in termini valutari con un +0,9% del tendenziale dei prezzi alimentari al consumo di giugno.
C’è da aggiungere che il recente raffreddamento dell’inflazione, che a giugno ha segnato un +1,2% dopo il +1,4% di maggio, non rappresenta un buon segnale. Appare quindi chiaro come l’andamento positivo della produzione si leghi, ancora una volta, principalmente alle esportazioni.

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