Gli imballaggi cellulosici (2019)

Utilizzati in quasi tutti i settori dell’attività manifatturiera per il confezionamento primario, secondario, o da trasporto, gli imballaggi di carta e cartone rappresentano circa un terzo del comparto packaging nazionale, sia in termini di produzione che di fatturato. Fatti e dati del segmento.

Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio

Nell’Unione Europea a 28 paesi, l’industria cartotecnica trasformatrice registra in termini di peso una produzione stabile rispetto al 2018. Il fatturato registra un lieve calo (-1,8%), determinato principalmente dall’andamento negativo di Germania (-3,8%) e Francia (-3,1%). Crescono invece Regno Unito (+3,9%), Italia (+1,9%) e Spagna (+0,7%).

Nel nostro Paese, gli imballaggi cellulosici rappresentano una quota significativa del settore packaging complessivo, sia in termini di tonnellate prodotte (33%) che di fatturato (24% circa).

Andamento del mercato in Italia

Nel 2019 la produzione nazionale di packaging in carta e cartone - compresi gli accoppiati rigidi a prevalenza carta - ha registrato una crescita dell’1,5%, raggiungendo un totale di 5.492 t/000.

Anche il fatturato ha registrato un andamento positivo, con un tasso di crescita pari al +1,8% rispetto al 2018, superando gli 8.280 Mln/euro.

Le esportazioni segnano un calo pari a -0,5% (il segno negativo non si vedeva dal biennio 2008/09), ammontando a circa 630.000 tonnellate; per contro, le importazioni crescono dell’1,9%, attestandosi intorno alle 160.000 tonnellate. Il saldo della bilancia commerciale, quindi, resta comunque positivo, poiché le esportazioni superano di gran lunga le importazioni.

Come avviene per l’intero settore packaging, gli scambi commerciali si svolgono per lo più con i paesi europei (Europa a 28 stati, da cui proviene l’84,7% delle importazioni e verso cui è destinato l’87,1% delle esportazioni di imballaggi in carta e cartone.

I principali partner dell’Italia nell’area EU sono Francia e Germania: la prima detiene il primato delle esportazioni (32%), la seconda dell’import (33%).

Per quanto riguarda il resto del mondo, il primo Paese da cui provengono le importazioni di imballaggi cellulosici è la Cina, protagonista assoluta con il 93%, mentre le esportazioni extra UE sono prevalentemente indirizzate verso l’Africa, che ne assorbe circa il 72%.

In base ai dati sopra esposti, il consumo apparente - che non tiene conto del movimento scorte - risulta superiore alle 5.000 t/000 con un tasso di crescita pari al +1,8%.

Tabella 1. Scheda monografica settore imballaggi cellulosici.
  2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Δ 19/18 Δ 19/07
Fatturato Mln/€ 7.380 7.315 6.450 7.040 7.455 7.210 7.174 7.410 7.590 7.740 7.921 8.137 8.288 1,90% 12,30%
Produzione t/000 5.435 5.212 4.839 5.145 5.075 4.856 4.876 4.985 5.081 5.196 5.337 5.412 5.493 1,50% 1,10%
Esportazione (t/000) 460 459 443 502 518 521 532 557 561 591 612 630 627 -0,50% 36,30%
Importazione (t/000) 106 115 100 110 114 124 112 130 130 148 155 157 160 1,90% 50,90%
Utilizzo apparente (t/000) 5.081 4.868 4.496 4.753 4.671 4.459 4.456 4.558 4.650 4.753 4.880 4.939 5.026 1,80% -1,10%

Fonte: elaborazioni Istituto Italiano Imballaggio

Tipologie di packaging

In base alla classificazione ripresa da Imballaggio in cifre - la pubblicazione che l’Istituto Italiano Imballaggio redige ogni anno per fornire una fotografia del settore in Italia - gli imballaggi cellulosici si suddividono tra:

  • fogli e contenitori in cartone ondulato (compreso espositori);
  • astucci e scatole pieghevoli in cartoncino;
  • sacchi in carta di grandi dimensioni;
  • altri imballaggi cellulosici (fusti in cellulosa, tubi, carta da incarto, sacchetti piccoli e shopper, etichette, supporti in carta nel settore maglieria e abbigliamento, ecc.);
  • contenitori rigidi accoppiati a prevalenza carta.

A seguire, un’analisi dettagliata delle categorie.

Cartone ondulato

Il cartone ondulato viene utilizzato in prevalenza per realizzare scatoloni per il trasporto e stoccaggio di merci, o imballaggi secondari (atti cioè a contenere prodotti confezionati nel packaging primario).

Nel 2019 gli imballaggi realizzati con questo materiale rappresentano il 72% del totale imballaggi in carta e cartone (compresi gli accoppiati rigidi a prevalenza carta) registrando una produzione intorno alle 3.933 t/000, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

Negli ultimi anni, il segmento in cartone ondulato ha ricevuto un forte input positivo dall’espansione a doppia cifra del canale e-commerce, che ha determinato un impiego crescente di questo materiale, sia per il packaging in senso stretto, sia per l’imballaggio di protezione, per il quale, sempre più spesso, vengono utilizzati gli sfridi di lavorazione da inserire all’interno della scatola di spedizione.

Va, inoltre, segnalato un continuo e costante incremento dell’utilizzo di questo materiale per la produzione di cassette da ortofrutta.

Il commercio estero mantiene un saldo commerciale positivo, a fronte di un export nettamente superiore all’import. Le importazioni nel 2019 segnano una crescita a doppia cifra (+17% rispetto al 2018), mentre le esportazioni calano del 2%.

Per quanto riguarda i settori utilizzatori, secondo le analisi della Banca Dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, il 60,1% del cartone ondulato è destinato al confezionamento nel comparto food & beverage, tra cui figurano prodotti alimentari di vario tipo (32,2%), ortofrutta (13,5%) e bevande (15,4%). La restante parte si suddivide tra arredamento (11,6%) e altre categorie non-food (27,3%).

Astucci e scatole in cartoncino teso

Rappresentano il 15,4% degli imballaggi in carta e cartone. Possono essere composti al 100% di cartoncino oppure, in materiale cellulosico abbinato a film di PE o a film di alluminio, al fine di conferire un aspetto più accattivante (come accade ad esempio per gli astucci cosmetici), o per particolari esigenze legate all’impiego. Utilizzati perlopiù come imballaggi secondari, gli imballaggi in cartoncino teso giocano un ruolo fondamentale dal punto di vista della comunicazione e del marketing.

Nel 2019 la produzione è cresciuta del 4%, raggiungendo le 821 t/000, di cui l’83% è rappresentata dagli astucci pieghevoli, la restante parte da scatole di varie dimensioni.

Per quanto concerne il commercio estero, le esportazioni restano sostanzialmente stabili (+0,2%) mentre le importazioni crescono del 5,4%.

Gli ambiti d’impiego relativi a questa tipologia di imballaggi si suddividono tra prodotti alimentari (42,2%), bevande (18,2%), cosmetico e farmaceutico (9,2%). Il restante 29,9% è riferibile alla voce “altri prodotti non food”, in cui rientrano, ad esempio, i piccoli e grandi elettrodomestici, pentole e utensili da cucina, prodotti per la detergenza domestica, prodotti e accessori di arredo, ecc…

Sacchi di carta di grande dimensione

Sono utilizzati in prevalenza nel settore edile che, in base alle elaborazioni Gipsac (Gruppi di Specializzazione di Assografici), nel 2019 ne assorbe il 57,7%.

A seguire, tra gli ambiti d’impiego, troviamo l’alimentare (confezionamento di farine, riso, ecc.) con il 17,8%, e i mangimi con il 10,2%. Il restante 14,3% è riferibile alla voce “altro”.

Nel 2019 la produzione di questi imballaggi è cresciuta del +2,8% attestandosi attorno alle 203 t/000. Le importazioni risultano quasi raddoppiate rispetto al 2018, mentre le esportazioni calano dell’8% circa.

Contenitori accoppiati rigidi a prevalenza carta

Benché nello studio di Imballaggio in cifre vengano analizzati in un capitolo a parte, nella presente analisi facciamo rientrare anche questa categoria, per cui nel 2019 non si registrano variazioni sostanziali. Dopo due anni di stallo, mostrano, infatti, una crescita esigua (+0,5%) sia in termini di fatturato che di volume, con valori complessivi di produzione attorno alle 140.000 tonnellate. Per questa tipologia di packaging non risulta essere presente commercio estero di vuoti. Per quanto riguarda i settori di utilizzo, si registra una certa di ripresa nel mercato dei succhi di frutta, del food (derivati del pomodoro, legumi, sughi ecc…) e del vino. In calo l’imballaggio destinato al settore latte, panna e yogurt.

Altri imballaggi cellulosici

In questa categoria rientrano diverse tipologie di packaging: fusti di cellulosa e tubi per confezionare bottiglie, tubi cellulosici per carta ad uso domestico, carta da incarto, carta pergamena e solfito da incarto, carta ondulata, sacchetti piccoli, shopper, incarti automatici, fogli di carta per supporto capi di abbigliamento, etichette, piattaforme ed espositori di cartone teso e cartoncino, ecc.

Nel 2019 la voce in analisi registra un calo complessivo pari al -1% circa, importazioni in flessione del 3% ed esportazioni in leggerissima crescita (+0,7%). La produzione espressa in tonnellate è pari a 395 t/000.

Tabella 2. Evoluzione produzione settore imballaggi cellulosici suddivisione per tipologia di imballaggi (dati espressi in t/000).
  2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Δ 19/18 Δ 18/07
C. Ondulato 3.837 3.705 3.485 3.677 3.613 3.473 3.498 3.570 3.620 3.719 3.791 3.886 3.933 1,20% 1,30%
C. Teso 780 759 688 745 747 707 700 731 764 769 783 790 821 3,90% 1,30%
Sacchi 215 201 185 198 198 182 191 195 189 187 195 197 203 3,00% -8,40%
Acc. Prev. carta 132 132 131 135 137 134 132 136 139 139 139 139 141 1,40% 5,30%
Altro (1) 471 415 350 390 380 360 355 353 369 382 401 400 395 -1,30% -15,10%
Totale 5.435 5.212 4.839 5.145 5.075 4.856 4.876 4.985 5.081 5.196 5.309 5.412 5.493 1,50% -0,40%

(1) Nel 2017 è stato introdotto un nuovo metodo di rilevazione

Fonte: elaborazioni Istituto Italiano Imballaggio

Quotazione prezzi materie prime

In base alle analisi condotte dalla Camera di Commercio di Milano, nel 2019 le quotazioni dei prezzi delle materie prime utilizzate per produrre imballaggi in carta e cartone risultano tutte in calo: -13% per il cartone ondulato, -0,5% per i cartoncini patinati, -1,1% per la carta utilizzata per produrre sacchi, -0,9% per la carta da macero. In calo anche le quotazioni rilevate a livello europeo.

Il riciclo

In base ai dati raccolti nel 25° rapporto annuale di Comieco, le attività di riciclo degli imballaggi in carta e cartone mantengono un trend positivo, con una crescita del +3% nel 2019, a fronte delle oltre 3,5 milioni di tonnellate riciclate. A consentire questo andamento, gli sforzi dei cittadini per la raccolta differenziata che si combinano a una filiera che provvede in modo efficiente alle attività di recupero. Il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici si attesta intorno all’81%, pienamente in linea, quindi, con gli obiettivi tracciati dagli accordi europei, che puntano a raggiungere la quota dell’85%, entro il 2030.

Imballaggi smart: innovazione in cellulosa

Come avviene in tutti i segmenti dell’industria del packaging, gli imballaggi cellulosici sono oggetto di costante ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica.

Gli smart packaging in carta e cartone sono tra le soluzioni di nuova generazione più rivoluzionarie sviluppate negli ultimi anni. Grazie alla tecnologia della paper battery, una vera e propria batteria realizzata prevalentemente in cellulosa, sono in grado di immagazzinare informazioni relative al prodotto e alla tracciatura della confezione.

 

Scopri maggiori informazioni sulle aziende citate in quest'articolo e pubblicate sulla Buyers' Guide - PackBook by ItaliaImballaggio
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