Tra progettazione partecipata e futuro del flessibile
È un titolo all’altezza dei temi hot del momento, quello scelto per il convegno Giflex “Avvolgiamo il futuro!”, tenuto a Bologna il 19 ottobre.
La giornata ha dato spazio a due questioni strategiche per il settore: come misurare la sostenibilità ambientale per guidare i processi di eco-progettazione e quale sarà l’impatto della direttiva europea Packaging and Packaging Waste per l’industria del flessibile.
Giflex definisce il suo approccio olistico, pensato per dare supporto ai progetti di sostenibilità delle aziende associate, con l’analisi di modelli di LCA esistenti.
L’obiettivo è duplice: elaborare protocolli di valutazione riconosciuti a livello internazionale e definire indicatori specifici che permettano di “misurare” la circolarità dell’imballaggio flessibile nella complessità della sua filiera di fornitura.
La giornata è stata anche l’occasione per fare il punto sulla revisione della direttiva europea Packaging and Packaging Waste, la cui imminente presentazione da parte della Commissione europea presenta possibili criticità per l’industria del flessibile.
Un tema su cui pone l’attenzione anche la bozza del Position Paper di Giflex presentata a Bologna, cui è seguita una tavola rotonda con la partecipazione di Silvia Grandi (Direttore Generale della direzione Economia Circolare MiTE), Tommaso Foti (Deputato Fratelli d’Italia), Silvia Fregolent (Senatrice Italia Viva), Michele Guala (Vice Presidente Flexible Packaging Europe).
Spazio alla ricerca e alla comunicazione
Nel corso della giornata è stato anche presentato il progetto “La value story dell’imballaggio flessibile”, curato per conto di Giflex dall’Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna.
L’analisi desk costituita da 346 casi studio, 87 siti web specializzati e 145 letture di riferimento è stata un’opportunità di progettazione partecipata, dove gli associati Giflex sono stati coinvolti con un sondaggio interattivo, una survey via web, un workshop on-line. Dalla ricerca sono emersi elementi di innovazione riconducibili a qualità evidenti e nascoste, dalla semplicità all’essenzialità strutturale.
Caratteristiche peculiari che rivelano tutta la complessità e l’intelligenza tecnologica del pack flessibile, messo al centro con la costruzione di vere e proprie “value stories” che guardano, ad esempio, a come possa aiutare le persone a risolvere problemi e soddisfare le proprie necessità di consumo nella vita di tutti i giorni.
Su questo punto, i ricercatori hanno sviluppato un metodo generativo e di storytelling, attraverso il quale emergono narrazioni dove l’utente è al centro e il packaging lo strumento con cui superare sfide e ostacoli del quotidiano, proprio grazie alle sue qualità. Infine, a Bologna Giflex ha guardato al flessibile del futuro: nel 2050 sarà riciclabile, monomateriale e sostenibile.