Un 2023 da record per l’industria italiana del bene strumentale

Dopo i buoni risultati del 2023, il 2024 si attende in lieve calo;  ma il quadro resta comunque positivo

Secondo i dati elaborati dal Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE e presentati all’Assemblea soci della Federazione mercoledì  17 luglio a Cinisello Balsamo (MI), nel 2023, il fatturato del comparto si è attestato su un valore pari a 56,6 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,1% rispetto al 2022. Un record caratterizzato dalle esportazioni, cresciute del 5,8%, a 37,7 miliardi di euro contestualmente al calo del mercato interno fermo a 18,9 miliardi, il 4,6% in meno rispetto al 2022 penalizzato dall’arretramento del consumo domestico sceso del 4%, a 30,4 miliardi.
Anche l’import ha risentito della debolezza della domanda interna, attestandosi a 11,5 miliardi, il 3% in meno rispetto al 2022. Le imprese italiane del settore hanno dimostrato di saper ben presidiare il mercato locale, come evidenziato dal dato import/consumo che si è attestato al 37,9% e dal rapporto export/fatturato al 66,6%.

 

Un 2024 in salita. Inversione di tendenza per l’industria italiana del machinery nell’anno in corso, dove si prevede un modesto rallentamento con un fatturato a 54,7 miliardi (-3,3% rispetto al 2023). In dettaglio, il consumo interno calerà, dell’8,3%, a 27,9 miliardi di euro. Ne risentiranno sia le importazioni, attese in calo del -2,6% per un valore di 11,2 miliardi di euro, sia le consegne dei costruttori che dovrebbero fermarsi a 16,7 miliardi pari al -11,7% rispetto all’anno precedente. Segno positivo per l’export, invece, che crescerà ancora, seppur di poco (+0,9%) oltrepassando i 38 miliardi, nuovo record per il comparto.

Un export su scala mondiale. Guardando alla distribuzione delle vendite, nel 2023 la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 33,4%. Il 36,1% del totale è stato destinato agli altri paesi dell’Europa che assorbe quasi il 70% del fatturato italiano di comparto seguita da Americhe (15,6%) e Asia (11,3%).I principali mercati di destinazione sono risultati gli Stati Uniti (5 miliardi di euro, +6,7%); Germania (3,9 miliardi, +4,3%); Francia (2,6 miliardi, +7,9%); Cina (1,8 miliardi, -4,4%); Polonia (1,6 miliardi, +15,6%).

Tra internazionalizzazione e industria 5.0

«L’estero rappresenta per le aziende di FEDERMACCHINE lo sbocco ideale per la propria attività - ha commentato Bruno Bettelli, presidente FEDERMACCHINE - come dimostra il dato di export su fatturato che in alcuni periodi ha raggiunto addirittura quota 75%. Ecco perché la federazione ha dedicato particolare impegno, anche nel corso del 2023, alle iniziative pensate per favorire le relazioni con gli utilizzatori stranieri. Il Rapporto Ingenium, realizzato da CONFINDUSTRIA e FEDERMACCHINE, nel 2022, ha messo in evidenza un potenziale di 16 miliardi di euro di export non ancora realizzato che potrebbe essere alla portata delle aziende e che è distribuito tra mercati emergenti e mercati già affermati. Da qui siamo partiti per ragionare sulle azioni di supporto all’attività di internazionalizzazione del comparto. Sul fronte interno - ha aggiunto Bruno Bettelli - così come abbiamo sostenuto l’introduzione e il mantenimento del provvedimento Industria/Impresa e infine Transizione 4.0 per la digitalizzazione, da subito abbiamo condiviso la proposta del governo legata a Transizione 5.0 incentrata sul tema del risparmio energetico. Al di là dell’evidente beneficio economico, il provvedimento farà sicuramente da traino alla transizione verso la green manufacturing. La misura ha però necessità di funzionare al più presto, affiancandosi al provvedimento 4.0»

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